Caro Presidente… a proposito di trasporti… (Lettera inviata al Presidente del Consiglio, Prof. Mario Monti)

Berlusconi - Monti Mi rivolgo a Lei, a nome mio e di tutti i colleghi, al fine di sottoporLe un problema che riguarda i lavoratori dipendenti delle aziende di trasporto.
Mi riferisco ai casi di sfruttamento e di prepotenza da parte delle ditte di trasporti nei riguardi dei loro autisti i quali ogni giorno si ritrovano a combattere una vera e propria battaglia per lavorare perché sottoposti alle angherie ed al terrorismo dei loro “capi”.
Siamo costretti a muoverci con automezzi poco affidabili e, il più delle volte, privi dei documenti obbligatori previsti dal codice, con conseguenti addebiti per danni e multe da parte delle autorità competenti.

Vengono addossate esclusivamente agli autisti tutte le responsabilità spettanti alle aziende e mi riferisco a: mezzi sprovvisti di revisione, di libretto di circolazione, di tagliando di assicurazione, di cui siamo costretti a rispondere quando veniamo multati dagli agenti di polizia stradale e dalla guardia di finanza, dai quali, molte volte, cerchiamo di nasconderci perché sappiamo che una multa portata in azienda equivale al pagamento da parte nostra ed in caso di inadempienza, si passa al pignoramento dei nostri beni duramente sudati. Siamo d’accordo che per le multe elevate alla guida ne risponde il conducente; ma per tutto il resto? La risposta dell’azienda è sempre la stessa: “Tanto se il lavoro non lo fai tu, lo farà qualcun altro e noi ti licenziamo”.

Privi di un sindacato degno di questo nome, per un autista, come per qualsiasi altro lavoratore, tutelare i propri interessi è cosa alquanto difficile: le persecuzioni non finiscono mai e, proprio per questo, chiediamo che vengano un attimo riviste e riformulate quelle leggi che parlano di responsabilità dell’azienda e del lavoratore che, in tutto questo, si ritrova ad avere tutto da perdere e niente da guadagnare.

Facciamo appello alla Sua sensibilità, sul tema, al fine di avere più garanzie e tutela del nostro posto di lavoro e, soprattutto, della nostra dignità di uomini e di lavoratori.

Daniela Distefano
(moglie di un autista)

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