In tre gestivano il traffico nel territorio

arrestoda lasicilia.it

Certamente meno nutrito rispetto ai gruppi di Acireale e Ragusa, quello di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco. Cinque in tutto le ordinanze di custodia cautelare in carcere che sono state eseguite nella notte tra lunedì e martedì dalla Squadra Mobile di Ragusa insieme al commissariato di Acireale ed emesse dal gip del Tribunale di Catania su richiesta della Dda etnea.
A capo dell'organizzazione criminale che controllava lo spaccio nei due Comuni etnei, i pregiudicati Maurizio Mascali e Nunzio Bottiglieri.

Il primo, 32enne nato a Domodossola, è stato raggiunto dal provvedimento restrittivo direttamente nel carcere di Piazza Lanza a Catania dov'è detenuto, al secondo, invece, l'arresto è stato notificato a Casoria, in provincia di Napoli, dove risiedeva. Il gruppo era completato, poi da Sebastiano Giuffrida inteso «Nino u' ponchio», nato a Misterbianco, 38enne e già detenuto presso il carcere «Bicocca» di Catania, da Francesco Testa, nato a Catania ma residente a Misterbianco, 24enne, e da Carmine Sacco, napoletano 31enne e già detenuto presso il carcere di Prato.
Mascali, Bottiglieri e Giuffrida sono considerati far parte dell'organizzazione principale che gestiva il traffico degli stupefacenti nel territorio di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco, mentre gli altri due, Testa e Sacco, sono considerati dagli inquirenti come «esterni» all'organizzazione principale. L'accusa per tutti è associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Così come per gli altri gruppi di Ragusa ed Acireale, la droga (hashish, marijuana, cocaina, ecstasy ed lsd) veniva acquistata soprattutto nel Napoletano, quindi veniva rivenduta nei locali notturni e nelle discoteche del litorale.

«Soprattutto d'estate - ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile Francesco Marino - le organizzazioni potevano arrivare a guadagnare decine di migliaia di euro anche in una settimana specie con il traffico della cocaina che ha buon mercato nei locali notturni e nelle discoteche». Ma anche le cosiddette droghe sintetiche (certamente più a buon mercato, ma assai nocive per la salute) trovavano parecchio mercato specie tra i più giovani.
Anche il gruppo di Misterbianco e Motta Sant'Anastasia è stato individuato grazie alle indagini successive al 2006, quando un pentito extracomunitario arrestato qualche anno prima dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Vittoria ha deciso di raccontare tutto quello che sapeva sul traffico di droga in provincia di Ragusa e non solo. L'operazione ha interessato, infatti, oltre a quella iblea ed etnea anche le province di Agrigento, Palermo, Siracusa, Napoli, Prato, Parma, Reggio Emilia e Milano. Ogni gruppo utilizzava propri canali di approvvigionamento e la propria rete di spacciatori, ma le tre organizzazioni interagivano tra loro. «Quando lo stupefacente, per esempio, mancava a Ragusa - hanno spiegato gli inquirenti - i ragusani si rivolgevano agli altri due gruppi». I tre raggruppamenti avevano, poi, ramificazioni in tutta la Sicilia ed anche in tutta Italia grazie ad una fitta rete di pusher di cui i capi delle organizzazioni si servivano per lo smercio della droga. Smercio che avveniva sia nelle cosiddette «piazze», sia all'interno delle abitazioni degli stessi appartenenti all'organizzazione criminale.

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