"Tanto a te e tanto a me"... ovvero cronaca di un attentato scellerato all'ambiente ed alla cittadinanza

MalaffareSe le illegalità e gli illeciti sono diventati prassi nel nostro Paese, se le deroghe ai meccanismi di controllo diventano espedienti del “tanto a te e tanto a me”, tutto questo malaffare lo si deve all’alto tradimento di politici corrotti che col comparaggio di faccendieri hanno trasformato le istituzioni pubbliche in strumenti per facili arricchimenti di cricche, cupole e mafie, il cui risultato è sotto gli occhi di tutti. Tocca poi alla Magistratura scovarli a grappoli senza “favori” di appartenenza politica.

Ma in questo pandemonio di democrazia, se si tratta di politici e funzionari-amici insediati in posti di comando dove o si è già ladri o lo si diventa con la prospettiva di guadagni illeciti, le sentenze si chiudono quasi sempre con pene di quasi clemenza o col soggiorno/vacanza nelle proprie lussuose ville oppure con l’obbligo di trascorrere poche ore al mese in qualche comunità a raccontare barzellette agli anziani; mentre un cittadino qualsiasi, se scoperto ad impadronirsi per necessità di un alimento al supermercato, viene punito e incarcerato.

Gli esiti nefasti della discarica di “Tiritì” sono ora agli atti della Procura di Palermo e la giustizia dovrà fare il suo corso. Sotto inchiesta, però, ci sono soltanto il gestore responsabile della discarica ed un funzionario regionale, i quali risponderanno alle accuse di corruzione e di tutte le irregolarità dell’impianto fuorilegge. E la politica? Dalla procura mi aspetto a questo punto l’attribuzione della consequenziale corresponsabilità anche a livello politico, e se i Comuni di Misterbianco e Motta S.A. non avevano competenze sulla gestione dei rifiuti, chi sedeva pro tempore al governo dei rispettivi Comuni ha avuto sicuramente la responsabilità politica d’aver abiurato il proprio ruolo come autorità locale delle emergenze sanitarie e d’igiene pubblica per bonifiche mai attuate, la cui trascuranza ha consentito per tantissimi anni che si perpetuasse un attentato criminale all’ambiente e alla cittadinanza.

Ma più gravi responsabilità vanno all’immobilismo del governo regionale e alle connivenze del potere. Da sempre, infatti, la discarica è stata oggetto di preoccupazione da parte di spontanei movimenti no-discarica, ma la politica regionale all’ARS ed i meccanismi di controllo delle sue istituzioni sono rimasti a lungo “latitanti” ed hanno permesso che si accogliessero sempre più rifiuti in discariche risapute fuori norma. Chi non ricorda il carico di rifiuti sospetti trasportati da una grossa nave in quell’ottobre 2006 quando i “pontificatori” corregionali d’allora (Cuffaro, Lombardo e Leanza) giocavano a rimpiattino, fingendo di ignorare che quella nave si dirigesse sulla rotta per Misterbianco a scaricare una montagna di rifiuti di dubbia origine. Di quella nave poi non se ne seppe più nulla, nè del suo carico di morte se fosse stato scaricato nottetempo in clandestinità nella discarica di Tiritì o in altra compiacente, oppure direttamente nel nostro mare.

Ora il Sindaco Di Guardo con un manifesto municipale trionfalizza una vittoria pirrica per la chiusura della discarica, di cui si ignorano ancora le risposte ai reali obiettivi della generosa lotta del Movimento “No Discarica”, e con una rimaneggiata Giunta di nominati senza più maggioranza consiliare promuove per l’occasione una ridicola festa popolare per magnificarsi di vanaglorie, consapevole che proprio lui (già deputato regionale dal 2006 sino al 2012) è rimasto inefficiente sul decreto che nel 2009 autorizzava l’ampliamento di questa discarica nonostante sostenesse col gruppo PD la maggioranza di governo all’ARS in simbiosi anomala col fu governatore Lombardo. Agli atti solo una infruttuosa interrogazione o adempimenti di facciata che all’occorrenza gli consentissero l’opportunità di appuntarsi al bavero della giacca anche una medaglia antidiscarica, ricalcando i vecchi paradigmi del suo subdolo copione del 1991.

Sulla discarica, infatti, le sue intemperanze comiziali si sono conformati ad un irridente teatrino per la spassosa attenzione della piazza: tutta una farsa che sicuramente ha imbarazzato sul palchetto le genuine presenze del movimento NoDiscarica dinanzi alla sequenza di ostentazioni e di sketches, dove marciume dialettico, bassa demagogia...e persino incauto terrorismo psicologico si sono fusi in un disgustoso brodo nel quale l’istrione della politica locale, sull’onda del populismo, ha la capacità di sguazzare assai bene per distrarci dalla sterilità politico-amministrativa.

Passato, dunque, il clamore del brindisi folkloristico di sabato scorso, mi risorge ancora un legittimo scetticismo sulla “inadeguatezza” di chi ci ha rappresentato al Governo regionale, e resto convinto che nella tormentosa vicenda della discarica è mancata l’intelligenza di chi avrebbe dovuto dare le chiare risposte, ma manca anche l’intelligenza di chi dovrebbe riceverle queste risposte.

Ciononostante, lungi da me l’intenzione di lanciare anatèma contro l’umana velleità di chi volesse dedicarsi al ruolo di “Sindaco per passione”, non posso esimermi dal replicare all’uomo pubblico del palazzo Comunale. Ben venga, perciò, il gonfalone del Comune tra le bandiere del Movimento NoDiscarica, perché giudico sicuramente positivo il valore aggiunto di un potenziale tributo dell’autorità comunale alla causa antidiscarica, però non convince l’excursus delle sue elaborazioni comiziali, la personalizzazione della causa nei comunicati deferenti dei suoi cantori o dell’ufficio stampa del Comune...e poi ancora la mancanza di quell’insieme di cui si lamenta il Consiglio Comunale, l’assenza di una progettualità partecipata con la quale i cittadini possano identificarsi e soprattutto l’indifferenza alle ansie dei tanti che temono la perdita del posto di lavoro. Né infine può considerarsi sufficiente la proposta di allontanarla di pochi chilometri dal nostro centro abitato o relegarla altrove, perché la distanza non elimina il danno ambientale e ferisce ugualmente gli esseri viventi.

Purtroppo produciamo rifiuti in abbondanza. Siamo, perciò, obbligati a smaltire lo scempio del “malessere” prodotto dal nostro “benessere” in apposite discariche, che siano però “ben fatte”, gestite e bonificate dalle pubbliche istituzioni. Tuttavia, sul problema dei rifiuti occorre distinguere la causa dall’effetto. I rifiuti sono solo un effetto, mentre la causa del vero problema è il nostro sistema economico, basato sul marketing di prodotti eccessivamente avvolti con imballaggi provenienti dal mondo del petrolchimico o comunque della chimica di sintesi. La loro non biodegradabilità ci porta ad abitudini irrazionali anche se comode, ma assolutamente sbagliate dal punto di vista della natura.

Dunque, oggi l’unica alternativa più praticabile è sollecitare subito una politica che investa sulla riduzione di materiali evitabili direttamente alla fonte, partendo dalla prevenzione per passare al “differenziato”, poi al riciclaggio del più possibile, quindi al recupero di energia ed infine allo smaltimento in discarica di quella ragionevole poca quota di rifiuti che resta. A questo punto, per il prodotto “indifferenziato” si può ricorrere ad un impianto di trattamento meccanico-biologico capace di ridurre la frazione residua in ulteriori materiali recuperabili di “biostabilizzato”, che potrà essere usato per il ripristino ambientale del nostro territorio devastato. E sommando il risparmio di tutto il riciclabile (che non deve essere smaltito) ed il conseguente risparmio derivante dalla vendita dei materiali raccolti in modo differenziato, si scopre che la raccolta differenziata (che già stiamo sperimentando da pochi anni) ed il riciclaggio costano molto assai meno CON UN INGENTE GUADAGNO SOPRATTUTTO IN TERMINI DI SALUTE. Inoltre, da fonti specializzate viene stimato che avviare a raccolta differenziata un milione di tonnellate all’anno di rifiuti finalizzati al riuso e al riciclo significa NON LICENZIAMENTO DI LAVORATORI ECOLOGICI MA OCCUPAZIONE DI CIRCA 1600 NUOVI POSTI DI LAVORO.

Pertanto, resto convinto che il Movimento NoDiscarica possa avere davvero la possibilità di reale successo riappropriandosi in primo luogo di quel protagonismo generoso che lo ha distinto in questi anni, incalzando forze politiche e istituzioni locali di opportune proposte da cui far partorire forme collettive di azione che servano ad arginare la criticità non solo del nostro particolare ma di tutta la gestione del ciclo dei rifiuti, da quello programmatico a quello gestionale e sanitario, per finire a quello criminale degli appalti alle mafie. E la chiusura della discarica è già un inizio di buon auspicio, ma l’urlo di Misterbianco e Motta non ha demolito né reso innocuo l’impianto di “Tiritì”. Il mostro che vi è interrato espande ancora i suoi veleni, e indugiare senza la giusta soluzione al dramma dei rifiuti non fa che aggravare la catastrofe ambientale.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

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Commenti

Caro Vincenzo , leggo con

Caro Vincenzo, leggo con interesse il tuo link. Preciso che noi cittadini del movimento No-discarica di Misterbianco abbiamo ripreso nel 2010 ad occuparci della discarica. In quel momento l'argomento era come si dice "non in agenda" nella politica comunale e regionale. Con Alfio Sciacca, Gino Giuffrida, Nino l'Artista ed altri 4 amici del bar abbiamo sentito la necessità di confrontarci sull'argomento. Da lì è nato il Comitato No-Discarica. Preciso che da quel momento il generoso contributo dei ragazzi e dei meno ragazzi del PD di Misterbianco e di tanti "liberi" cittadini ed ultimamente dai ragazzi 5stelle e delle associazioni è stato il vero motore del movimento. Momenti bellissimi... si bellissimi! La partecipazione di intere famiglie alle manifestazioni ha colorato di vitalità il nostro percorso. Da altri, politici nostrani compresi , l'invito a continuare la battaglia, a volte, ci veniva sussurrato all'orecchio per lasciarsi mani libere nel trattare qualche posticino di "lavoro". A volte l'appoggio ci veniva negato con scuse tipo: "ciaiu na porta aperta" o "ciaiu a me niputi ca ci travagghia". Ci tengo però a precisare: io sono testimone dello straordinario impegno profuso dal sindaco Nino Di Guardo dal primo momento dalla sua elezione. E prima? L'appoggio del PD al governo regionale con l'assessore tecnico nella giunta Lombardo! Assessore che ha evitato di incontrare il comitato No-discarica! E oggi? Registriamo che il governatore dell'apparire di nome Crocetta ma tanti deputati regionali da Barbagallo a Angela Foti a Nello Musumeci hanno sposato la nostra causa. Noi, non usiamo toni trionfalistici perchè sappiamo che non è finita ma che la lotta continua! Scusami. Dei sistemi di produzione, del consumismo, del confezionamento, dei rifiuti=ricchezza, dei Rifiuti Zero o -1 ne parliamo la prossima volta possibilmente quando sulla vicenda Tiritì sarà scritta la parole FINE. Con stima Paolo

Paolo Conti

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