Onestà politica e competizione elettorale

Spesso mi
domando se è cambiata la politica o è cambiata la gente. Oppure se
qualche potere occulto abbia cambiato la politica e la gente
contemporaneamente.
Troverò sicuramente la risposta, ma mi sarà difficile adeguarmi.
Cosa dire di questa campagna elettorale e delle persone che sono in
campo.
Certamente so di sicuro che nella Misterbianco degli ultimi vent’anni
l’etica sociale si è trasformata. Non è un episodio locale, ma il
riflesso nazionale di un modello che è capace di concepire soltanto
l’interesse personale, un modello che annulla l’essere sociale e
sterilizza l’intelligenza critica degli uomini.

Stando a quello che vediamo in questa campagna
elettorale, anche nella nostra Misterbianco -sia a destra che a
sinistra- alleanze, sigle e nuovi partiti vengono formulati e mescolati
malamente in un brodo sgradevole perchè manca l’essenza della politica.
Questo è il male vero della competizione elettorale, perchè quando
mancano gli ideali, la dialettica inaridisce e i partiti muoiono,
facendo prevalere gli egoismi e gli interessi personali.
E allora da cosa cominciare per dare un giudizio di questa campagna
elettorale?
Il modo come la si è condotta sinora mi preoccupa, perchè sul piano
sociale questa campagna elettorale sembra servire da maschera alla
democrazia reale.
Patti e maggioranze si decidono nei salotti degli affaristi della
politica e, attraverso un gran pasticcio di liste e simboli, si trovano
gli espedienti per frodare lo spirito della reale democrazia.
Lo affermo con convinzione perchè la presenza di tante liste e di tanti
candidati potrebbe significare una crescita della democrazia, se non mi
fossi accorto che i metodi di reclutamento e di ingaggio trovano
l’assurdo applauso dei cittadini, i quali incautamente si collocano in
una posizione di passività politica per rendersi subalterni a chi
decide per loro e senza di loro.
Una campagna elettorale che si può definire “un delitto collettivo”,
perchè essa si muove senza una vera identità politica e molto spesso
con una ostentata incoerenza sotto lo stesso simbolo.

. I risultati si sono già visti nei giorni scorsi quando
sulla passerella elettorale a Misterbianco sfilava la grassa
nomenklatura territoriale dei “gerarchi”, personaggi senza etica e
senza scrupoli, alcuni dei quali, sebbene incappati in vicende
giudiziarie o sentenza di condanna, siedono ancora agli onori della
Repubblica e negli scanni del Parlamento; e, da altre sponde
territoriali, sono venuti qui ad imporre ai "fedelissimi caporali" la
loro ingerenza e persino le loro pedìsseque rappresentanze in Giunta.
Vero è che l’onestà di Ninella Caruso ha un “valore assoluto”, ma la
mia idea sull’onestà politica è qualcosa che non può essere scissa
dalla morale, come quando si resta obbedienti ai notabili esterni che
puntano a diventare razza padrona a Misterbianco, addomesticando le
coscienze locali e servendosi di esse per mandare al traguardo un
matrimonio di malcelati intendimenti.
Io sono per le scelte di coerenza etica, non certamente per le
strizzatine d’occhio, che poi fanno fare carriera nel teatrino della
politica.
L’onestà ha bisogno soprattutto del coraggio di portare avanti le
proprie idee, invece di ridursi a fare il soldato di ventura per
portare avanti le idee degli altri.
Comprendo che Ninella Caruso (che io stimo per conoscenza personale),
possa avere i suoi parametri di paragone per giudicarsi da sè, ma deve
avere anche il buon senso di capire che il problema di oggi è quello di
dare una nuova organizzazione alla società civile di Misterbianco, di
educare le coscienze, di saper respingere le imposizioni e i
patteggiamenti delle ingerenze esterne, di rilanciare il Comune come
impresa nostra, non quella affaristica, non quella soltanto dei festini
e dei festivals o dei fatti di ordinaria amministrazione, ma l’impresa
che realmente conta, cioè l’impresa culturale, l’impresa politica,
l’impresa sociale per restituire la dignità ai nostri cittadini.
Perchè è la mancanza di questo tipo di impresa il vero cancro,
l’ostacolo principale che ha reso Misterbianco un paese senza società e
senza politica, alla mercè di lanzichenecchi e di voltagabbana.

. E se così non fosse, allora Ninella Caruso e gli
altri candidati a Sindaco dovranno venire a spiegare:


- PERCHE’sia libertà mendicare il lavoro alle porta del politico
notabile;


- PERCHE’ sia ordine imporre al Consiglio Comunale ed ai cittadini
scelte senza partecipazione e senza trasparenza;


- PERCHE’ sia moralità lo sperpero del denaro pubblico senza un
utilizzo “prioritario” programmato.


Ed infine mi dovranno spiegare PERCHE’ sia libertà, ordine e moralità
il ricatto occupazionale esercitato non solo dalle imprese della nostra
zona commerciale a scopo intimidatorio, ma persino dai nostri
personaggi politici come voto di scambio. Un ricatto strumentale reso
possibile da un osceno rapporto clientelare che, oltre a negare ai
giovani la pari opportunità del lavoro, ruba l’anima del lavoratore ed
umilia la dignità del lavoro stesso, perchè considerato quasi una
questua, come una beneficenza al giovane disoccupato, mentre la sua
forza/lavoro rappresenta la fonte primaria del profitto-capitale
dell’azienda.


Effetto deprimente concatenato all’ambiguità delle intese tra Ente
Comunale e Polo Commerciale.



. La verità è che in questa campagna
elettorale si ricicla la stessa spazzatura, si recita lo stesso copione
di sempre, si ha la stessa impostazione mentale, ma nessuno parla più
di chi lavora, dei suoi bisogni; nessuno si accorge che per i
lavoratori del nostro polo commerciale non esistono più le domeniche ed
i giorni festivi, uno stress inopportuno a cui ci siamo orribilmente
conformati e che sottrae ai nostri bambini i genitori della domenica,
un sacrificio obbligatorio al consumismo ed al profitto santificato del
mercato.


Un malessere che per inerzia mentale ci ostiniamo ancora a chiamare
benessere.


Perchè è da questa logica antiumana che poi viene quella disgregazione
che investe la famiglia, il costume, la morale, la cultura e gli
orientamenti ideali della gente.



. Eccoli, allora, i nostri “bravi ed
onesti” candidati a Sindaco. Nella campagna elettorale essi ci
propinano le loro proposte populiste tra festini e kermesses, e ci
condizionano con i loro teatrini elettorali, ci recapitano colorate
letterine di vanagloria, ci bombardano con santini e gigantografie in
una specie di festival della bellezza o, ancor peggio, della stupidità
improvvisata.


Vince chi la dice più lunga, chi grida più forte, con un indegno
spettacolo di burattini e di voltagabbana, che scambiano la politica
per una professione capace di lievitare soltanto i loro redditi.


E i partiti a loro volta tacciono, anzi sono stati trasformati in
pacchetti azionari di investimento, perchè senza il controllo delle
forze politiche il Sindaco, gli Assessori ed anche i candidati a
Consigliere possono diventare la casta degli eletti, uno strumento di
lucro di questa casta dedita soltanto al culto del vitello d’oro in un
paese senza più società.


Altro che onestà, moralità, democrazia e partecipazione. Questa è la
devastazione delle coscienze, è lo stato d’assedio della nuova razza
del politicantismo.



. Bisogna frenare, dunque, il vento del
qualunquismo e bloccare chi alimenta questo qualunquismo.


Bisogna cambiare, cominciando in primo luogo col ridimensionare
indennità di funzione e spese non essenziali delle cariche elettive, ed
investendo maggiormente le nostre risorse nelle politiche
socio-culturali. E lo si può fare attraverso efficaci iniziative di
comunicazione e di partecipazione per rianimare i nostri giovani,
attrezzandoli di idee e di quella necessaria preparazione politica, per
cointeressarli da reali protagonisti all’autogoverno locale e per
costituire l’organismo politico di ricambio generazionale nella società
misterbianchese.


E’ questa la rivoluzione culturale di cui ha urgente bisogno il nostro
paese. Costa poco e ricostruisce i sani principi alla democrazia per
governare nel modo serio la nostra istituzione Comunale.


Soltanto partendo da questa prospettiva si potrà cominciare a
sviluppare un programma politicamente ed intellettualmente praticabile
e qualificante.



. Ed è da queste sincere riflessioni
che, tra le candidature annunciate, ho considerato la candidatura a
Sindaco di SEBY FINOCCHIARO come la più rappresentativa e la più
impegnata per riportare la politica a questione morale e ad impegno di
volontariato.


Essa non nasce da autoproclamazione o da gruppi di potere, ma è la
giovane risorsa di un progetto popolare senza compromessi o
consorterie, sostenuta dalle liste di “Frazioni in Movimento” e di
“Rifondazione Comunista”, coalizzate sul tema aperto di queste elezioni
comunali per far sentire la voce che costruisce l’opposizione agli
steccati del verticismo decisionale del Palazzo Municipale.


Con queste idee e con questi metodi SEBY FINOCCHIARO si presenta ai
cittadini di Misterbianco.


Egli non aspetta inviti da nessuno, la sua propaganda non ha
finanziatori, la sua forza la chiede a quanti sono disposti a
collaborare su questo progetto; la chiede agli elettori e, soprattutto,
ai giovani che sono e dovranno essere i protagonisti meritevoli del
futuro di Misterbianco.


Se il progetto non passerà, avremo perso la grande occasione.


Significherà, allora, che i complici dei vari “Barabba” avranno saputo
gridare più forte.

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Enzo Arena
Addì, 04 Maggio 2007.

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