Il grande Gianrico Tedeschi si ''rigenera'' con Svevo

StabileIl Teatro Stabile di Catania ospita ancora una volta un grande maestro della scena italiana, Gianrico Tedeschi, protagonista de La rigenerazione, bella commedia sveviana, novità allestita nel 2008 dalla compagnia goriziana A.ArtistiAssociati assieme al Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, due realtà produttive che affondano le loro radici nel mondo dello scrittore. Lo spettacolo sarà in scena all’Ambasciatori dal 16 al 21 dicembre.
L’adattamento è di Nicola Fano, la regia di Antonio Calenda, le scene di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Stefano Nicolao, le musiche di Germano Mazzocchetti, le luci di Nino Napoletano. Accanto a Tedeschi, agiscono sulla scena Valeria Ciangottini e Fulvio Falzarano insieme a Francesco Benedetto, Gianfranco Candia, Carlo Ferreri, Zita Fusco, Ivan Lucarelli, Sveva Tedeschi.

Foto di Scena:
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L’importante progetto è stato affidato all’esperta mano registica di Antonio Calenda, che ha sentito fortemente il fascino delle potenzialità anticipatrici del pensiero di Svevo, della sua scrittura complessa, profondamente poetica, densa di senso e percorsa da ricche e mai scontate vene d’umorismo. La rigenerazione rappresenta una summa straordinaria di tutto questo: una commedia brillante, lievemente surreale, eppure legata fortemente - nelle ispirazioni - alla realtà della Trieste di primo Novecento, e contemporaneamente illuminata da intuizioni di respiro talmente ampio e anticipatore da porre Svevo in una posizione affine ad autori europei coevi.

La linea dell’appartenenza culturale, della “territorialità”, dell’identità - che chiaramente si delinea nell’opera sveviana - si intreccia dunque a quella che ci fa ravvedere nell’autore triestino il creatore del più grande romanzo psicanalitico dell’ultimo secolo, il critico e sarcastico analista dell’“uomo in crisi” colto in tutta la sua fragilità, nell’inettitudine davanti alle cose della vita, e osservato, magari con minor drammaticità rispetto al coevo Pirandello, ma con uguale, implacabile coerenza filosofica. Appassionato di teatro, Italo Svevo ha dedicato al palcoscenico ben tredici lavori. Purtroppo non ha avuto la gioia di vedere le sue commedie rappresentate: infatti tutte - eccetto Terzetto spezzato messo in scena da Anton Giulio Bragaglia - furono allestite dopo la morte dell’autore.

La rigenerazione è l’ultimo e certamente il più riuscito dei suoi lavori drammaturgici: ricco come gli altri - di implicazioni psicologiche e culturali, si incentra sull’intenzione del protagonista, l’ultrasettantenne Giovanni, di sottoporsi a un’operazione che gli consenta di ringiovanire. Una scelta che non è banalmente sinonimo di rifiuto della vecchiaia, ma attraverso il quale Giovanni vorrebbe recuperare la libertà dal rigore soffocante del suo matrimonio, dal conformismo della sua vita borghese. Una volta recuperata l’energia vitale però, Giovanni non può non tener conto della propria consapevolezza, della moralità e della responsabilità e decide di restare al suo posto di pater familias. Un personaggio che - rispetto agli altri sveviani rappresenta un’innovazione, possiede una pars construens importante e conserva, anzi amplia la capacità di guardarsi dentro, con limpidezza e senza ipocrisie.

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