Sono trascorsi, oramai, 19 giorni dallo spiacevole episodio che ha coinvolto una bimba diversamente abile alla quale è stato vietato l'ingresso in una struttura privata resa pubblica!!!!????
Credo che in questo vivace e interessante dibattito scaturito da alcune mie riflessioni sulla festa di Sant’Antonio Abate, stiamo cercando, o almeno tentando, di parlare di antropologia culturale, di sociologia, di storia, di tradizione e, soprattutto, di religione, fede e devozione popolare, e chi rivanga vecchi e logori schemi mentali, legati alla simpatia/antipatia, che oramai neppure mio nipote di dodici anni utilizza più, francamente mi lascia esterrefatto.
Confesso di non avere ben capito il/i ragionamento/i del signor Musumeci, al quale per questo chiedo di perdonarmi. Il fatto è che questa “povera” Festa di Sant’Antonio la si sta caricando, e non da ora, di un ammasso di confusione, inesattezze e di giudizi negativi che io, dal mio modesto punto di vista, non posso tollerare, prima come credente, poi come cittadino.
Esagerata l’irruenza della tifoseria del Santo protettore, ma tenetevelo ben caro e stretto nei salotti delle vostre case, fercoli, “varette”, e totem vari del buon eremita Antonio. E chi ve lo tocca miei cari signori devoti!!!
Anzi vi dirò di più, fate tutte le feste dei santi che volete, due volte l’anno o anche tre volte l’anno o tutte le settimane visto l’amore e l’attaccamento per i vostri santi in paradiso.
Ho letto con interesse le diverse lettere che si alimentano sul vostro sito dalle recenti festività patronali. Vorrei ricordare, nessuno lo sottolinea abbastanza, che al di là delle personali prospettive religiose, la festività del Santo Patrono è e rimane la festa della stessa nostra città, che in essa si rappresenta.
Giuseppe Gullotta
nipote di don Peppino “funnacheddu”
misterbianchese, mastro e devoto
Non è mia abitudine scatenare sterili o inutili polemiche, ma le cose che purtroppo non rispondono alla verità dei fatti mi viene francamente difficile digerirle, soprattutto quando queste nascondono quasi certamente antipatie incancrenitesi nel tempo e che la difficoltà unilaterale di comunicazione personale e sociale le ha trasformate in qualcosa in più della semplice antipatia che, quest’ultima, come tutte le cose può essere tollerata.
La condizione di criticità riguardo diserbo e decespugliamento in cui versa la zona di Via Euripide, Via Eschilo, Via Sofocle, Via Empedocle,Via Stesicoro è cosa evidente, ed è al di sotto di qualsiasi grado accettabile di decoro, sicurezza e igiene.
Dagli interventi sulle affermazioni del sig. Musarra, non è ancora chiaro se si sta suggerendo di riformare l’organizzazione della Festa, attraverso una maggiore trasparenza sulla gestione da parte della Deputazione (basterebbe chiederlo), oppure se si vuole attribuire tutte le colpe dei problemi di Misterbianco alle esigenze e caratteristiche della Festa, oppure ancora, ed è ciò che avverto di più, se si sta proponendo di abolire la Festa o abbassarne il livello ad una festicciola di semplice commemorazione.
L’altro giorno ho ritrovato, tra le tante carte di casa mia, un interessante articolo pubblicato su “Il Seminatore”, glorioso periodico degli anni 60-70, edito dal circolo misterbianchese delle Acli, dal titolo, “Bilancio di una festa”, firmato dall’allora giovane Pippo Maricchiolo che, tra l’altro, affermava, «… le feste-frastuono dei Santi non rendono alcun servigio alla cristianizzazione del popolo, né, tanto meno, alla costruzione e alla crescita della comunità cristiana.
Apprendo con soddisfazione dell'ordinanza sindacale nella quale si invitano i cittadini, proprietari di passo carrabile, a richiedere l'autorizzazione all'uso dello stesso con il relativo pagamento della concessione annua.