Presentazione Le Case dei Gelsi - "Misterbianco, una storia di donne e di uomini lungo un millennio"

La Casa dei Gelsi - MisterbiancoGrazie a tutti per la presentazione del libro "Le case dei Gelsi" - Misterbianco, una storia di donne e di uomini, lungo un millennio", libro che ho progettato e che contiene i miei percorsi di ricerca storica, coordinati a tantissime testimonianze e a tantissime immagini inedite.

Grazie al Maestro Nino Anfuso, per le sue meravigliose musiche.

Grazie ai tanti e alle tante che hanno riempito la grande sala dell'Auditorium Mandela, in una sera gelida e nevosa.

Grazie ad Angela Nastasi, per avere avviato la serata con la sua raffinata presentazione. Grazie ai saluti non rituali del Sindaco, Nino Di Guardo, dell'editore Giuseppe Maimone, dell'Assessore alla Cultura, Federico Lupo.

Grazie ad Anna Bonforte per l'incisiva presentazione di Enrico Iachello, Docente Università di Catania, e della mia persona.

Grazie per la ricca presentazione storica del prof. Enrico Iachello.

Grazie ai moltissimi impegnati nel progetto, che hanno popolato un palco che vibrava di buona musica.

Grazie dell'interesse e della partecipazione di tutti.

Un poderoso progetto è così giunto a compimento, prova di una società viva culturalmente e socialmente.

Le case dei gelsi racconta quasi mille anni della storia di Misterbianco.

Sono cinque le parti in cui il libro è scandito e ogni parte si compone di due sezioni: il Filo della Storia, sempre scritto da ma e gli Approfondimenti, le testimonianze, circa sessanta brani a diversa firma.

La prima parte “L’Antico Misterbianco ci viene incontro” inizia dal mistero di un monastero tra i boschi e si chiude con la spaventosa eruzione del 1669, che distrusse il paese. La scoperta di documenti d’archivio consente, qui, ai nostri avi di irrompere nel libro e dire tutto di sé. C’è poi la ricostruzione della storia del monastero, finora rimasta oscura; c’è l’avvio delle case dei gelsi, con le donne che allevavano i bachi in seno, per produrre la seta; c’è la storia del lino, alla “linera”, a Lineri, lungo l’Amenano, poi sommerso dalla lava. C’è l’acquisto di Trigona e la lotta antifeudale contro Trigona. Ci sono approfondimenti sulla cappella gotica liberata dalla lava; approfondimenti sul “nutricato” e sugli aspetti economici dell’antico Misterbianco. C’è un immenso materiale che avrebbe voluto un libro tutto per sé.

La seconda parte “L’epica misterbianchese e ancora gelsi nella Nuova Terra” va dall’eruzione del 1669 al 1789. Qui è l’acme dell’epica misterbianchese, la fuga, la scelta del nuovo sito. Tra affreschi misteriosi e strani rosari propiziatori troviamo il Nome di Gesù a legare il Nuovo all’Antico Misterbianco. I documenti raccontano poi del nuovo paese che cresce e si popola anch’esso di gelsi, dappertutto, mentre si racconta di sacerdoti, della Confraternita del SS Sacramento e ci si interroga su S. Antonio Abate. Poi, le fiabe di magia che parlano di principesse, ma chiudono con finali irriverenti: Iddi arristaru filici e cuntenti / E nuautri cca senza nenti. Arristaru filici e cuntenti / E nui cca nni stricamu li denti. E, infine, c’è Anna, della famiglia di un Commissario dell’Inquisizione e madre degli uomini della svolta illuministica; un componimento musicale sul suo palazzo, chiude le pagine.

La terza parte “Verso la modernità a vapore. Marietta e l’epica dei Fasci Siciliani” segue lo schema di E. Hobsbawm, nel Secolo Lungo: dal 1789 al 1914. Un tempo dove cresce e deflagra la parola libertà e giganteggia, pronta a frantumarsi, nella I guerra mondiale, l’Europa egemone. Misterbianco vive ancora di agricoltura e di seta, ma presto innalzerà una ciminiera ed esprime un protagonismo riformistico e rivoluzionario, da Salvatore Marchese a Carlo Condorelli. Il libro racconta delle donne nel Collegio di Maria e scioglie una stranezza: se guardiamo la carta del paese, lo vediamo come una piccola Italia, con la sua isola, di cui è spiegata la nascita. Le pagine profumano dell’antica cucina locale, mentre si risolve il giallo dell’incendio al Comune del 1991. Chiude la straordinaria mobilitazione di donne e di uomini nei Fasci siciliani; una giovanissima, che teneva comizi in tutta la Sicilia, Marietta, figlia di Giuseppe De Felice, sposa un Misterbianchese e traccia un’identità politica, che non fu facile cancellare. E, mentre sta per finire la storia delle case dei gelsi, abbiamo i nomi delle donne impiegate allo Stabilimento Monaco.

La quarta parte “Le donne e il popolo delle sciare nella complessa modernizzazione”, va dal 1915 al 1991. Hobsbawm chiama il Novecento Il secolo breve perché il suo sogno di uguaglianza naufragherà presto. Misterbianco è sede di conflitti sociali: se nell’Ottocento è in fiamme il Comune, ora lo è lo Stabilimento Monaco. Finite le guerre e attraversato il fascismo, nel paese cresce un’esperienza femminile sorprendente: donne consigliere comunali già negli anni Cinquanta, associazionismo femminile di vario segno. E il comune è anche il primo nella Sicilia orientale ad avere una donna Sindaco, a cui seguirà un’altra donna, Sindaco per dieci anni. C’è, poi, la vicenda del popolo delle sciare e ancora un prisma di testimonianze immette in una giungla di storie nella storia. Ma il 1991, anno in cui Hobsbawm fa finire Il secolo breve, vede tracce di sangue per le vie del paese e la mafia rivela uno dei volti della modernità.

L’ultima parte “Misterbianco rinata più volte”, non ha la distanza per fare ricerche, e allora, come Cosimo ne Il Barone rampante, si fa scendere, con un filo, un quadernetto a raccogliere “Doglianze e contentezze”, ancora alla ricerca dell’anima di questo luogo, e io racconto l’attuale vicenda epica della comunità: il No ad una discarica, che il paese ha sul collo, con il suo fiato puzzolente e letale, da quasi cinquanta anni.

Nel “quaderno”, un prisma di sogni, denunce, progetti, che non cercano coerenza, anzi giocano con i paradossi: sono i diversi sguardi, in attesa di diventare una integrazione tra diversi, capaci di leggere la complessità.

Josè Calabrò

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