Pregi e difetti di quest'ultima settimana... PARLIAMONE!

Pista ciclabile MisterbiancoIncupisce leggere il querulo cicaleccio da bar contro l’opzione adottata dal Sindaco Di Guardo, finalizzata a proibire il parcheggio di veicoli nella Piazza Giovanni XXIII. Un cicaleccio privo dell’essenzialità critica contro un adempimento che in verità avrei sperato si fosse adottato già anzitempo per moralizzare atti di indisciplina ormai consolidati nel costume di nostri concittadini.

Il riferimento al pregio è il sagrato di Chiesa Madre, dove il parcheggio abusivo ed invasivo è ormai da tempo tollerato, per cui non è da sottovalutare stavolta la ritardata ma giusta deliberazione del Sindaco, contro cui sulla rete ora prendono le distanze alcuni consiglieri comunali e la sig.ra Giusy Percipalle, solerte presidente di un comitato civico di Misterbianco.

Tengo a precisare che la mia visione ideologica non simpatizza con gli indicatori di performance esplicati nell’amministrazione del Comune da Di Guardo, nei cui confronti sono solito assumere posizioni critiche, ma in questa circostanza non oso sottrarmi dalla condivisione della suddetta sua delibera, anche perchè sul caso in questione mi sento coinvolto per averlo affrontato più volte su questo sito. E la nota sull’argomento pubblicata ora da R.Fatuzzo e poi dal Sindaco mi danno occasione di riparlarne ancora. Pertanto voglio mettermi in discussione senza alcuna pretesa di convincere qualcuno ma soltanto per farmene un diritto di replica all’articolo della sig.ra Giusy. Ritengo, intanto, inopportuno considerare obbrobriosa la posa di una barriera resa obbligatoria al fine di non più consentire ai veicoli la possibilità d’accesso alla Piazza. Viene spontaneo chiedere all’inserzionista Giusy:
Fanno forse armonia col patrimonio architettonico le auto parcheggiate sul sagrato dedicato al misticismo di Chiesa Madre, affollate e allineate fin sotto le porte d’accesso?

Forse sono conciliabili col pregio architettonico le scenografie d’intrattenimenti esposte in palcoscenico oppure le libagioni in “dehors” illimitati per consumazioni a tavolo a fini di lucro, sconfinanti entro ed oltre l’intera area del sagrato..e con la santa benedizione del “silenzio” parrocchiale?

Sarebbe stato confacente se lo zelo della solerte Giusy, anziché appigliarsi al banale, avesse soprattutto manifestato la propria indignazione non solo alla latitanza del Comune a disciplinare gli abusi di parcheggio ma anche alla corresponsabilità della parrocchia per non aver sollecitato il parroco affinché, prendendo esempio dal Vangelo secondo Giovanni, inveisse con «..portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato..». E francamente appare a me stesso assai curioso che proprio io, miscredente qual sono, debba sostenere queste convinzioni, ma mi disgusta quando sono costretto ad imbattermi nelle altrui incoerenze.

Che poi il consigliere Marchese pensi che la messa in posa della barriera antiaccesso alla Piazza fosse costata eccessivamente (22mila €uro è stato scritto in un suo post su facebook) può nel suo ruolo di consigliere comunale accertarne la congruità di spesa per restare o in ordine con l’onestà di chi ne ha deliberato l’installazione o per fargliene pubblica ammenda.
Il riferimento al difetto lo esprimo invece sulla pista ciclabile.
Non sarò esperto di strategie di viabilità ma nutro timori che questo artifizio della pista ciclabile possa causare non soltanto problemi alla viabilità nelle strade sulle quali è stato progettato il percorso, ma soprattutto all’incolumità dei cultori del pedale e degli utilizzatori di tale pista. Passeggiare in bicicletta deve coincidere, infatti, con l’andare tranquilli e senza fretta, come intona Riccardo Cocciante, e senza dover affaticare l’organismo, per cui si presume che per una pista ciclabile fossero indispensabili siti pianeggianti e a bassissimo flusso veicolare con indici di sicurezza per la viabilità ciclistica. Invece i percorsi tracciati mancano di queste prerogative, presentano uno spazio molto esiguo e non delimitato da una protezione spartitraffico direzionale, molti passi carrabili privati insistono sulla pista ed inoltre è limitato o annullato in molti tratti lo spazio per i pedoni sui due sensi marcia.

Mi chiedo se i responsabili del progetto abbiano mai provveduto ad ispezionare il tratto di percorso selezionato per la pista? o se abbiano mai collaudato ad impianto fatto il fattore di sicurezza e di rischio della percorribilità? Oppure tutto è stato fatto in modo virtuale o modellato topograficamente in plastico?.

C’è da dubitare che invece di pensare al giovamento ed alla sicurezza del movimento in bici (che è medicina salutare), abbiano pensato solo al finanziamento, trascurandone (per distrazione) il rischio degli incidenti che potrebbero verificarsi o addirittura di lasciarci le penne a causa di questo scriteriato progetto. Ecco, adesso posso uscire dalla discussione convinto che tra i cittadini almeno stia crescendo la voglia di confrontarsi e dichiarare le proprie divergenze d’opinione affinchè la partecipazione democratica possa “elevarsi” a risorsa incisiva e proficua per scelte di ben più alta rilevanza sociale piuttosto che essere trascinata a navigare ora sulle divagazioni distraenti dello sterile fatturato municipale.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

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Commenti

Caro Enzo, qui non si sta

Caro Enzo, qui non si sta discutendo la realizzazione dell'opera,ritenuta indispensabile. Ritengo che fosse stato possibile realizzare la barriera con impatto architettonico decente a fronte di spese più contenute. Stiamo attraversando un periodo di crisi economica, e il primo cittadino non perde mai occasione per ricordare ai suoi concittadini che bisogna stringere la cinghia, bisogna risparmiare, perchè soldi non ce ne stanno, sono pochi e vanno amministrati con oculatezza per far fronte a diverse necessità. Si poteva fare di meglio? Il caso in esame rientra a tuo avviso nell'ottica del risparmio e del buon padre di famiglia?

Pasqualino Longo

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