Come capita sempre più spesso i nostri migliori cervelli lasciano l’Italia per trovare all’estero quello che a casa propria non gli è permesso fare e per il quale hanno studiato.
Si era reso irreperibile dopo la rapina ‘mascherata’ messa a segno con altri due complici in un negozio alla Zona Commerciale di Misterbianco. Ma la polizia di Catania, da subito sulle sue tracce, lo ha rintracciato e arrestato.
"Le vittime sono il pilota Paolo Caruso, 65 anni, di Misterbianco e il co-pilota del velivolo Gino Fischione, di 63 anni di Tornimparte (L'Aquila). L'elicottero ultraleggero sarebbe precipitato in una piantagione di kiwi, al confine tra i territori di Aprilia e Lanuvio, non lasciando scampo ai due uomini".
Uno dei centri di approvvigionamento più importati della provincia di Catania con articoli contraffatti e non sicuri. Sequestrati oltre 1,5milioni di prodotti e denunciato il titolare.
CATANIA - I vecchi gestori del Bingo di Misterbianco "pagavano il pizzo alla famiglia". E per famiglia si intende "cosa nostra catanese". L'inchiesta che sabato scorso ha portato l'ordinanza nella cella dello Ziu Ninu, fratello del capomafia Nitto Santapaola, parte da alcune rivelazioni di collaboratori di giustizia, i fratelli Giuseppe e Paolo Mirabile e Carmelo Di Stefano.
Otto ordinanze di custodia cautelare sono state notificate dai carabinieri di Catania ad altrettante persone, già detenute per altra causa, ritenute affiliate alla clan Santapaola-Ercolano. L’accusa, a vario titolo, è di estorsione in concorso.
Dieci anni di estorsioni alla sala bingo: 8 ordinanze nei confronti di affiliati alla famiglia Santapaola-Ercolano. Tra di loro il fratello del boss Benedetto. I nomi.
Per molti, soprattutto per i non nativi di Misterbianco, “Sieli” è divenuto un termine indicativo di siti delle cosiddette aziende sfasciacarrozze, dove le parti ancora integre dei veicoli si rivendono per il riuso e quelle non riutilizzabili avviate al settore della siderurgia. I nostri vecchi, però, ci raccontavano che le terre di “Sieli” prima erano state una risorsa per coltivazioni agricole (ortaggi, uve e grano), ed in tanti della mia generazione eravamo soliti spaziare lo sguardo dal “Poggio Croce” per scorgere la sinuosità di quelle colline solitarie e misteriose, rimaste impresse nella nostra memoria ma abbandonate alla nostra indifferenza.