Andremo al voto di febbraio intrugliati di coriandoli, canzonette e kermesse

Voto MisterbiancoHo indugiato a stendere le mie convinzioni sulle prossime elezioni politiche, obnubilate a Misterbianco dall’assedio degli eventi del Carnevale che, purtroppo, in queste ultime settimane ha distolto le “intelligenze” cittadine da un serio confronto dibattimentale sul nuovo Governo che andremo ad eleggere.  Preoccupa, infatti, l’indifferenza degli elettori, ma ancor più la “latitanza intellettuale” delle forze politiche locali e dell’Ente Comunale, più interessati a finanziare e ad illuminare spensieratezze distraenti piuttosto che ad incentivare la presa di coscienza ed il coinvolgimento della partecipazione popolare alle scelte della nostra Nazione.

Dialettando il motto “panza china e ciriveddu vacanti”, Ignazio Buttitta (1899-1997), noto poeta dialettale palermitano, con chiarezza concepiva in versi come la privazione del nutrimento intellettuale fosse il male assoluto dell’umanità, perché impedisce l’analisi critica ed offusca l’esatta visione delle ragioni di un progetto sociale realizzabile.

Ma già, sin dal 1°secolo d.C. l’acutezza politica di Giovenale aveva anticipato la locuzione latina “panem et circenses” per indicare gli strumenti di cui gli imperatori romani facevano uso per catturare il consenso della plebe, distogliere la sua attenzione dai problemi socio-politici e sgonfiare le sommosse proletarie. Per le difficili condizioni di vita c’era bisogno di una valvola di sfogo, senza la quale le turbolenze popolari avrebbero rivolto la rabbia contro i veri responsabili della loro precaria esistenza.

Anche oggi - “mutatis mutandis” - avviene la stessa cosa nelle nostre città. Solo che ora “mala tempora currunt”, perché di “panem” ce n’é sempre meno ed i vip del nostro Comune diventano solerti ad automagnificarsi con i “circenses” che rappresentano l’immagine grottesca di quella politica trasformata in populismo, personalismo e demagogia.

Occorrerebbe GONFIARE IL CERVELLO DI SALVATAGGIO. Ed invece prevale l’offuscamento delle ragioni, la dittatura dell'ignoranza, l’egemonia dell’indifferenza.

La crisi economica bussa con violenza alla porta, aumenta il deficit statale, crolla la produzione,  ed il nostro già pesante debito pubblico sale sempre più, ma il dibattito di questi giorni viene monopolizzato e canalizzato sulle frottole del mago Berlusconi, sul festival di Sanremo, sui costumi del Carnevale..e su kermesses tra sacro e profano.

In questo scenario non può trovare spazio una filosofia politica con finalità pratiche, concrete e creative di progetti possibili che insegnino ad usare il cervello e a vedere le cose per quello che sono. E alla fine il risultato dell’auspicata mobilitazione popolare per un Parlamento pulito ed intellettualmente attrezzato sarà ancora non prodigo di buoni propositi.

“CON CHE FACCE”.  Dovrebbe essere questo il titolo delle elezioni di Febbraio 2013, un teatrino i cui attori sono ancora i colpiti da scandali, i protetti da immunità, i finti nuovi tra vip dello sport e dello spettacolo, i transfughi ed i resistenti a lasciare la poltrona.

E poi i figli, i cugini, i parenti, le segretarie, i portaborse e i faccendieri..fino ai “peones” piazzati nelle liste dai capibastone locali.  Ma primo di tutti il protagonista principale in scena è sempre il mago Berlusconi, con le sue storielle bugiarde e con l’ansia di poter continuare a gestire il suo ambiguo potere finanziario a colpi di leggi “ad personam” o quanto meno col tentativo di sopravvivere alle grane giudiziarie anche al prezzo di paralizzare la Nazione e di renderla ingovernabile da una sua eventuale supremazia in Senato.

ANDREMO, DUNQUE, A VOTARE QUESTE FACCE, nonostante tutte le forze politiche abbiano sostenuto da anni la necessità di riformare la legge elettorale, definita “una porcata” dagli stessi che l’hanno elaborata. Si voterà lo stesso per non cambiare nulla e con la prospettiva del grande inciucio.

Spero di sbagliarmi, ma ho la sensazione che non esistano più spazi di vera rappresentanza degli interessi popolari (superamento della crisi, lavoro, lotta al precariato, sanità, esigenze di sicurezza, equità e giustizia). 
Ci rimbombano di parole e fanno a gara a chi spara la promessa più grossa per gli illusi. Una specie di asta pubblica dove i mercanti di politica usano le tasse come offerta al ribasso..oppure la mostra del sensazionale come l’ingaggio (per 20 milioni di euro+bonus annuale di ulteriori 3 milioni) del calciatore Balotelli, un investimento da campagna elettorale usato con intollerabile cinismo dal cavaliere Berlusconi per adescare voti sulla stupidità dei fanatici del calcio, come se il tifo potesse compensare le ansie legate alla sopravvivenza ed al futuro degli italiani (guarda caso il derby Inter-Milan si disputerà Domenica 24 Febbraio-giorno delle elezioni).

Ed anche questa volta probabilmente potremmo vedere, costruito dai mass media e dai giornali del sistema ad esso asserviti, un risultato elettorale ancora più disastroso per l’Italia del popolo lavoratore.

Occorre impedire uno sciagurato ritorno di Berlusconi, il quale è stato il principale responsabile della devastazione dello Stato con effetti disastrosi anche sulla civiltà della convivenza sociale.

E’ vero, infatti, che la crisi è globale, ma è pur vero che Berlusconi negli anni dei suoi governi ha camuffato la realtà ignorando riforme e provvedimenti che avrebbero potuto attenuare la catastrofe finanziaria, perché è dall’inizio del 2° governo Berlusconi che l’Italia ha smesso di crescere.

Però è certamente illusorio credere che il governo tecnico di Monti possa fare “cose” di sinistra, perché egli non rappresenta un Governo del popolo né può abiurare la sua cultura finanziaria del capitale per sbrogliare la tragicommedia dell’aritmetica politica italiana. Non ha saputo risolvere il disastro del suo predecessore Silvio ed ora si candida alla guida del Paese con una ricetta che aggraverebbe ulteriormente la situazione.

Il Paese, invece, ha urgente bisogno di uscire dalla crisi, e le critiche mosse (al Governo Berlusconi prima e a quello di Monti poi) partono appunto da queste considerazioni di malgoverno e di iniquità nei sacrifici richiesti, concentrati soprattutto sulla pelle dei soliti contribuenti onesti, eludendo invece I REDDITI ALTI, LA PATRIMONIALE, L’IMU DEGLI IMMOBILI COMMERCIALI DELLA CHIESA E LE EVASIONI FISCALI che sottraggono allo Stato ogni anno oltre 120 miliardi di euro.

E non solo. Ma in un momento di grave recessione economica i politici continuano ancora a mantenere i loro grossi emolumenti, i vitalizi e i privilegi, mentre larghi strati sociali si riscoprono indifesi dall’incapacità della politica a governare i processi dell’economia reale del Paese di fronte all’attacco speculativo di un mercato governato da ambigui vertici finanziari. 

Siamo consapevoli della obbligatorietà di scelte urgenti che richiedono un inasprimento fiscale, ma sia compatibile con una visione che coniughi rigore di equità e consenso sociale tra chi in questi anni ha dato nulla e chi ha dato molto.

Il momento è delicato, e queste elezioni, dunque, stimolano naturalmente degli interrogativi inquietanti a chi -come me- non si sente rappresentato né socialmente né culturalmente dalle politiche dei governi che si sono succeduti.
SERVE, DUNQUE, VOTARE ?
E, SE SERVE, PER CHI VOTARE ?

Questi due interrogativi dovrebbero fondersi in un progetto politico che sappia indicare come uscire dalla crisi. Non semplicemente dissentire o denunciare le malefatte, ma avanzare proposte alternative per realizzare “cose “ di sinistra.  Ritengo, infatti, che a Sinistra ci sia la migliore realtà politica ed auspico, perciò, che l’esito di queste elezioni sia espressione del bisogno di “più Sinistra” per la rinascita del Paese.

Il PD di BERSANI dovrà convincersi, dunque, che nessun accordo può rendersi possibile con la coalizione di Monti, la cui agenda è la rovinosa continuità delle linee programmatiche del precedente governo Berlusconi e rappresenta l’anima della destra conservatrice alternativa alla sinistra. Continuare a vincolarsi all’Agenda Monti e restarne ostaggio significherebbe per il PD mettersi in posizione arretrata e perdere le elezioni.  Spetta, pertanto, alla Sinistra e a tutte le sue varianti elaborare un progetto unitario per la liberazione dal bisogno, principio fondamentale ed essenziale per la dignità umana, perché non è libera un'esistenza ridotta a lotta quotidiana per il soddisfacimento dei bisogni materiali più elementari.

Se, dunque, in Italia c’è ancora quella Sinistra, i cui meriti storici sono le grandi spinte di pensiero e di azione delle lotte dei lavoratori, questo è il momento di farsi sentire per progettare un mondo capace di soddisfare i bisogni di tutti e di consentire a ciascuno una vita dignitosa, semplicemente valorizzando le risorse umane, il patrimonio dei saperi, le fonti energetiche e le risorse materiali rinnovabili.

La Sinistra può riconquistare consensi se saprà gestire unitariamente questi obiettivi qualificanti per portare avanti l’impegno di una promessa fatta alla Storia.

Non c'è niente di utopistico in tutto questo, ma SE NON CI SONO LE CONDIZIONI E’ MEGLIO TRARNE LE CONSEGUENZE.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

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Commenti

Ho letto il suo articolo e ne

Ho letto il suo articolo e ne ho condiviso i concetti fondamentali. Tuttavia più leggevo più venivo distratto da una strana sensazione di déjà vu...

Ho vissuto direttamente le campagne elettorali del 2002, 2006, 2008 e dal punto di vista del centro-sinistra nulla è cambiato. Non parlo di facce e programmi perchè lì si è andati a peggiorare, mi riferisco alle analisi degli elettori, anche quelli più critici (o presunti tali).

La verità, caro Arena, è che bisognava trarre le conseguenze già qualche annetto fa. Adesso è troppo tardi, non si può più votare il meno peggio, non si possono accettare più compromessi, non si può più credere nella "sinistra" beatificando il ricordo sbiadito di un passato di resistenza e opposizione ai governi democristiani e mafiosi, dimenticando gli ultimi vent'anni. Anni che ricorderemo per incapacità e contiguità al Berlusconismo.

Pietro Santagati

Mi dispiace tantissimo

Mi dispiace tantissimo deluderla Sign. Enzo Arena, ma l'accordo con Monti e' gia' bell'e firmato 

http://www.ilfoglio.it/cerazade/2909#.URd8t0kUhHc.facebook

Salvatore Di Martino

All’ amico Pietro Santagati,

All’ amico Pietro Santagati, le cui gradite osservazioni mi consentono di definire meglio il mio concetto.

Prima della pubblicazione del mio articolo sulle prossime elezioni, rileggendolo presagivo in verità  un “déjà vu” del lettore, ma non ho voluto arrendermi, nè certamente propormi di convincere possibili interlocutori che siedono nei comitati o nelle segreterie politiche.

La mia disquisizione rivolge soltanto una riflessione ai concittadini elettori e, soprattutto, al popolo di sinistra.

Volermi atteggiare ora ad improvvisato moralista provo imbarazzo, ma se ci fermassimo un momento a chiederci come mai tanta gente onesta possa continuare a votare anche corrotti e collusi, capiremmo cosa ha consentito all'antipolitica di diventare politica immorale e alla democrazia di trasformarsi in regime plutocratico, col quale a molti sarebbe conveniente andare d'accordo.

Ed è qui che va rivolta la mia attenzione ed è da qui che dovrà partire la linea di discussione per rovesciare la nefasta casta politica e preparare la base culturale che forgerà i nuovi leader del ricambio generazionale.

Che fare allora.

-Preparare un dialogo della Sinistra con la Destra conservatrice di Monti ?..NO

-Oppure accettare un pranzo a tavola, opportunamente imbandita, nella villa di Berlusconi?..MAI.

E francamente non mi fido nemmeno di quel materiale umano che, etichettandosi “rottamatore”, bivacca nella mischia politica ai vertici del PD.

-Oppure marciare accanto al Movimento 5 Stelle, fatto di contenuti etici condivisibili ma anche di incauto liberismo e di analisi superficiali ?..NEMMENO.

Davanti al susseguirsi di notizie della corruzione di tutti i partiti, è stato facile incanalare la protesta di tantissimi giovani, appassionati e volenterosi, in un organigramma costruito tutto sul “ducismo” di Grillo e di Casaleggio, dalla cui influenza sembra già prendere distanza questa nuova classe politica in formazione, con conseguenze nel prossimo Parlamento di dispersive divisioni che sarebbero sicuramente nocive al Paese.

A far perdere la credibilità della Sinistra penso sia stata la strategia delle coalizioni, che l’hanno usata per addossarle tutte le colpe del centrosinistra.

Perciò nel mio articolo ho voluto esprimere soltanto l’auspicio di “più sinistra” in queste elezioni, finalizzata a smascherare “a sinistra” il revisionismo antistorico di quella parte che, definendosi “sinistra(?)di governo”, incautamente si propone ad inciuci o ad ambigui matrimoni di contrapposti interessi che scaturirebbero da un esito elettorale equivoco.

Sì, è vero. Doveva farsi molto tempo prima, ma ora tutto dipende dall’input che uscirà dal voto.

Ma, indipendentemente dai risultati conseguiti dalle formazioni di sinistra, sarebbe più consono ora alla Sinistra in generale -dall’eventuale collocazione in maggioranza di centrosinistra o all’opposizione- riprendere la sua vera identità, riconfermare il suo stile, portare i suoi valori autonomi, riscrivere il suo programma unitario e parlare il suo linguaggio per ricominciare a credere in quella promessa che la Sinistra non è riuscita a mantenere e che vorremmo ancora fosse realizzata.

Confesso che ho faticato a capirlo questo mondo che cambia, ma non mi è possibile adeguarmi alle linee contraddittorie di un opportunismo alquanto diffuso; e tante volte mi sono trovato come corpo intollerante in un mondo estraneo a quelle che sono le mie immutabili convinzioni di sinistra.

Spesso ripenso ai “veri grandi” della Storia e mi domando da che parte starebbero oggi.

Sono queste le mie perplessità e, per quanto mi sforzi di adeguarmi alle conseguenze ed alle risoluzioni che potrebbero emergere da queste elezioni, dico che trovo il miglior rifugio nelle mie idee irrinunciabili.

Ringraziandoti per l’attenzione, ti saluto fraternamente.

Enzo Arena

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