«Gettoni da abolire Il Pd non è un bus»

Consiglio ComunaleEsattamente a un mese di distanza, il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo, si è trovato a dover rispondere al proprio Consiglio comunale, in sede di interrogazioni e interpellanze, in merito all'intervista da lui rilasciata al nostro giornale sui costi della politica locale e dei Consigli comunali. Intervista che, nel contesto delle ormai diffuse denunce da parte del M5S sulla cosiddetta «gettonopoli», in cui è stata chiamata in causa anche Misterbianco, non aveva mancato di suscitare reazioni forti in seno ad alcuni consiglieri del Comune etneo, insorti a difesa della loro «dignità».

Il vulcanico primo cittadino non si è affatto sottratto a rilievi e contestazioni. E, in Consiglio, ha rilasciato dichiarazioni perentorie: «Oltre lo Stretto - ha affermato Di Guardo in aula - sono stati ridotti consiglieri, assessori e indennità, con una legge nazionale che invece la Sicilia non ha voluto recepire, confortata finora dalla Corte Costituzionale che ha escluso la nostra regione a statuto speciale dalle sanzioni previste in caso di inadempimento. Ma è una legge che condivido, si tratta di provvedimenti ragionevoli e necessari senza i quali la democrazia entra in agonia e la gente ci prende a colpi di pietra. Non può essere data sempre voce a Grillo che fa capire ai cittadini che ci mangiamo i loro soldi».

Poi il sindaco tiene a precisare che non intendeva attaccare i consiglieri comunali della propria città: «Ho posto solo dei problemi generali, che si riferiscono a tutti i Comuni. Non mi riferivo certamente alla sola mia città, né intendevo offendere l'onestà di alcuno. Sono convinto che, a esempio, con un'indennità fissa e contenuta uguale per tutti - anzichè con i gettoni per ciascuna presenza - non si incentiverebbero (come adesso) riunioni di commissioni consiliari a catena, la politica locale costerebbe molto meno e tutto sarebbe più credibile, si farebbe il consigliere o l'assessore per passione e servizio e non per mestiere. Si può condividere o meno, ma per me è questa una delle strade da percorrere, anche se certo non l'unica in tema di contenimento dei costi, per non far morire la democrazia e la politica vera».

L'altro argomento «scottante» e attuale su cui Di Guardo non poteva non essere chiamato in causa è la situazione del Pd, partito al quale anch'egli appartiene (anche se fu eletto con liste civiche), sull'annunciato e clamoroso ingresso dei deputati regionali Sudano e Sammartino da «Art. 4» (in merito al quale già nel frattempo i principali responsabili e militanti del Pd misterbianchese hanno comunicato «indignati» per iscritto la propria uscita dal partito). Facendo seguito a un post da lui pubblicato già alcuni giorni prima sulla propria pagina facebook, il primo cittadino non ha usato mezzi termini: «Ho scritto e ribadisco - ha detto Di Guardo - che per me non è una bella notizia. Si tratta infatti di esponenti politici di rilievo e influenza che a Motta S. A. hanno recentemente fatto eleggere sindaco una persona dichiaratasi finora anche in riunioni ufficiali a favore della discarica - verso la quale si trova tra l'altro in conflitto di interessi - e che quindi ho definito di conseguenza "partito della discarica". Il mio partito, fino a stasera, si è dichiarato e mosso contro la discarica; qualora a seguito di questi nuovi ingressi di peso, che stanno allontanando tanti militanti, il Pd dovesse cambiare linea su questo tema (e diventare anch'esso in qualche modo partito "per" la discarica) io non mancherò di denunciare i fatti e assumerò tutte le iniziative conseguenti. Gli alleati che io ho recentemente accolto in maggioranza tra tante critiche, già vicini anch'essi al fondatore di Art. 4 e poi diventati "Sicilia democratica", sostengono chiaramente invece il mio programma e la mia battaglia contro la discarica».

«Vedremo cosa decideranno - ha concluso in aula Di Guardo - gli organi competenti del partito su questa delicata questione. Ma il Pd non può essere utilizzato come un autobus dove chiunque sale e scende a piacimento. Vediamo cosa succede adesso, e che effetti avrà anche all'interno del nostro Consiglio comunale a Misterbianco. Ma una cosa è certa, che sulla discarica la mia linea non cambia di una virgola, e non vedo l'ora che l'impianto chiuda per sempre. Ho appena compiuto 72 anni, sono un uomo libero, nessuno si è mai permesso di tapparmi la bocca e di sicuro non mi nascondo nè scappo».

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
03/03/2015

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