La Oikos di Proto querela Le Iene e Dino Giarrusso

Oikos - MottaIl pezzo andato in onda su Italia 1 per la firma del giornalista catanese Dino Giarrusso, ha suscitato notevole clamore e la dura reazione della società attualmente commissariata per disposizione del prefetto di Catania. Al di là degli esiti giudiziari, resta sullo sfondo la gestione commissariale di una società privata, peraltro in regime di proroga per quanto riguarda il mega appalto dei rifiuti del comune di Catania. Perplessità su indennità, assunzioni, acquisti e forniture. Ma questa sarà un’altra puntata. Nostra.

A reagire è l’amministratore delegato della società della famiglia Proto, l’avvocato Luciano Taurino, che ha dato incarico all’avvocato del foro di Catania Dario Riccioli di presentare querela nei confronti di Mediaset, dei curatori del programma di Italia 1 “Le Iene”, del giornalista Dino Giarrusso ed di alcuni degli intervistati che, secondo il querelante, avrebbero diffuso notizie false ledendo la reputazione della Oikos.

Ad illustrare alla nostra redazione questa iniziativa sono proprio gli avvocati Dario Riccioli, che ne cura gli aspetti penali, e l’avvocato Rocco M. Todero, che assiste la Oikos per la parte amministrativa-civile.

E, detto per inciso, dalla discussione affrontata con i legali, emerge la complessità di una vicenda che vede la proprietà (privata) della Oikos trovarsi a dover difendere gli interessi di un’azienda che gli è stata sottratta ormai da tempo, essendo la gestione affidata a tre commissari scelti dal prefetto di Catania Maria Guia Federico. E su questo abbiamo già scritto ed ancora dovrà scriversi.

“Nel corso – affermano i querelanti – del servizio, condotto da Dino Giarrusso, si è adombrato il sospetto che la discarica Valanghe d’Inverno sia una “bomba ecologica” nociva per la salute dei paesi limitrofi, che essa insista su terreni in dissesto idrogeologico e che sia stata aperta in assenza di autorizzazioni.”

Ora, pur prendendo atto degli “studi epidemiologici” citati in querela, risulta complicato far passare l’idea che i cittadini residenti dovrebbero accettare sommessamente di vivere a poche centinaia di metri da una roba simile. Ma tant’è, se in punta di diritto avranno ragione, probabilmente, pensiamo noi, è proprio nel “diritto” che qualcosa non va.

Intanto si entra nel dettaglio delle affermazioni che sarebbero false: “Nel corso della sua intervista il sig. Fresta ha affermato che “nel 2014 si è scoperto che la maggior parte delle autorizzazioni ambientali non esistevano o comunque erano false prodotte sotto rapporto di corruzione”.”

“Tali affermazioni – è quindi scritto in querela -sono assolutamente false, fuorvianti e gravemente lesive della reputazione della OIKOS S.p.A.. perché creano un impatto negativo sulla utilità e sulla operatività della discarica Valanghe d’Inverno e lasciano erroneamente intendere al telespettatore che l’esercizio dell’attività di smaltimento dei rifiuti non avviene in modo corretto ma in spregio a tutte le regole vigenti in materia, nonché in violazione dei principi del buon andamento e della imparzialità della Pubblica amministrazione.”

La contestazione più forte: “Nessuno degli amministratori della OIKOS s.p.a. è stato mai condannato per corruzione.” Ed in effetti, dobbiamo confermare che, nonostante il clamore suscitato dalla vicenda che ha portato all’arresto del patron di Oikos, Mimmo Proto, con l’accusa, appunto, di corruzione, non si è ancora giunti ad una sentenza.

A sostegno del proprio ragionamento, l’amministratore delegato ripercorre in querela la complessa vicenda delle varie autorizzazioni e relative vicende giudiziarie che hanno interessato la Oikos, in particolare per la gestione della discarica di Valanghe d’Inverno, oggetto principale delle contestazioni dei residenti.

L’amministratore della Oikos sostiene che la discarica sarebbe in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie e se così è, occorre prenderne atto.

Il punto probabilmente più delicato, e sul quale è probabile si sia fatta un po’ di confusione: “Non è vero che la OIKOS S.p.A. è indagata per mafia; l’informativa antimafia ha coinvolto un’altra impresa che opera nel settore dei rifiuti (la IPI), con la quale la OIKOS S.p.A. opera in ATI.”

E ancora: “Non è, altrettanto, vero che gli amministratori di OIKOS s.p.a. siano stati condannati per corruzione o che l’amministrazione straordinaria della società sia legata al processo per presunte corruzioni cui è imputato l’ex presidente del CDA della società.”

Va bene, ne diamo notizia: allo stato è così.

Poi se la prendono anche con il prof. Aurelio Angelini, autorevole esponente del comitato UNESCO, il quale nel servizio di Giarrusso ha dichiarato che “quella discarica non andava fatta, stiamo parlando di un terreno in dissesto idrogeologico, stiamo parlando di un’area che è ricca di bacini idrici (…) Ci può essere una frana, gli effetti nel sottosuolo non sono controllabili, le acque piovane trascinano verso il fondo della discarica vari inquinanti soprattutto i metalli se si infrattano nella falda acquifera questo può determinare danni ambientali ingentissimi ma anche danni sanitari (…)”.

In querela viene invece affermato che “Quanto riferito dal prof. Angelini non è assolutamente vero tanto che, con ordinanza n. 1 del 14 gennaio 2016, il Presidente della Regione Siciliana ha disposto la prosecuzione dell’attività straordinaria dell’impianto gestito dalla OIKOS S.p.a.”

E questa della regione che autorizza cose assurde, è tutta un’altra storia.

“Nel prosieguo della trasmissione, – rilevano dalla Oikos -è stato adombrato anche il sospetto che i rifiuti smaltiti nella discarica “Valanghe d’Inverno” contaminino l’acqua che scorre nel sottosuolo, inquinando le coltivazioni dei campi e rendendo nocivi alla salute i cibi.”

In particolare, i querelanti contestano che il consigliere comunale di Motta S. Anastasia, Danilo Festa, ha dichiarato “Le falde acquifere irrigano i campi e le coltivazioni che ci sono qui in zona i pascoli con le pecore vanno ad abbeverarsi proprio da queste falde acquifere e quindi siamo fortemente preoccupati cioè cosa arriva nelle nostre tavole cosa mangiamo cosa beviamo stanno inquinando anche la nostra vita anche la nostra salute”.

E ancora: “Sul medesimo punto è intervenuto anche il Prof. Angelini, il quale ha sostenuto che “non a caso negli anni scorsi abbiamo avuto anche casi di avvelenamenti con capi di bestiame che sono morti nelle vicinanze dei torrenti vicino alla discarica”.

Anche Massimo La Piana, ex Consigliere comunale di Misterbianco, è intervenuto nel servizio affermando che “Qualche anno fa la Guardia di Finanza con una delle foto aeree ha scoperto che il gestore della discarica versava il percolato liquido cioè che viene fuori dai rifiuti direttamente nei torrenti di questa valle”.

In particolare, il Prof. Angelini, ha sostenuto che “la legge prevede che la discarica non può essere localizzata ad una distanza inferiore di 5 km dal centro abitato”.

Ma la posizione della Oikos è decisa: “Tutte queste affermazioni sono false e gravemente lesive dell’onore e della reputazione della società OIKOS S.p.A. in quanto trasmettono al telespettatore un messaggio assolutamente falso e distorto, secondo il quale i gestori della discarica agiscono in totale spregio alla salute di un intero comprensorio.”

Alla Oikos sostengono che “non esiste una legge che prevede il rispetto di distanze minime tra discarica e centro abitato (ma se vi fosse stata il T.A.R. prima e il C.G.A. poi, ne avrebbero preteso il rispetto), non corrisponde al vero che dei capi di bestiame siano morti perché bevevano le acque del torrente vicino alla discarica.”

E citano il caso specifico: “In data 06.05.2013, poco dopo il ritrovamento delle pecore morte nelle vicinanze della discarica, è stato pubblicato un articolo su quotidiano La Sicilia intitolato “Pecore uccise da un pesticida”; nell’articolo è stato chiarito che “è stato un pesticida e non acqua inquinata del torrente Rosa o scoli di percolato della discarica di Tiritì a Motta a causare la moria di pecore, nei mesi scorsi, in contrada Sieti a Misterbianco” .

E si approfitta della circostanza per lanciare un nuovo allarme: “Non viene detto, né dal giornalista che ha montato il reportage né dagli intervistati, che a pochi passi dalla discariche cd. “Valanghe di Inverno” esiste una discarica comunale, gestita dal Comune di Misterbianco, mai bonificata.”

“Infatti, sostengono i rappresentanti della Oikos – in contrada Sieli, già ben 12 anni fa da parte dei mezzi di smaltimenti dei rifiuti incaricati dal Comune di Misterbianco è iniziata un’attività di discarica presso la zona cd. Area Pineta. In detta area vengono riversati quintali di rifiuti (si notino i pneumatici che fuoriescono dal terreno) e il percolato che deriva dallo smaltimento di detta immondizia, sversa direttamente nella falda acquifera che alimenta il torrente denominata “Rosa”, con grave rischio per l’ambiente e per l’incolumità dei residenti dei paesi limitrofi.”

A quanto pare, in effetti, di questo eventuale ennesimo scempio nessuno parla.

E si apre un’altra storia, pronti per un nuovo servizio de Le Iene.

O magari, come spesso accade, facciamo prima noi di Sudpress.

Pierluigi Di Rosa
sudpress.it
26/04/2016

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