Discarica Valanghe d'inverno il Sindaco Di Guardo risponde ai commissari

Nino Di Guardo - MisterbiancoGiovedì 10 marzo su “La Sicilia” è stata pubblicata un’intera pagina a firma dei Commissari che attualmente gestiscono, su incarico del Prefetto di Catania, la discarica “Valanghe d’inverno” di Motta S. Anastasia.
Essendo stato più volte chiamato in causa, mi vedo costretto a intervenire per chiarire alcuni aspetti della vicenda e far emergere la verità più volte mortificata dagli autori dello scritto.

Non è necessario richiamare le infinite battaglie che negli anni, insieme ai cittadini di Misterbianco, ho condotto per liberare il territorio dalla devastante discarica. Mi preme, invece, evidenziare i motivi che mi hanno reso involontario protagonista di un singolare contrasto con i signori commissari i quali, se è pur vero che “non prendono alcuna decisione sull’operatività o sulla chiusura della discarica” si sono, tuttavia, adoperati con ogni mezzo per prolungarne sine die la vita.

Ecco i fatti.
La relazione della Commissione ispettiva nominata dal dott. Nicolò Marino, all’epoca Assessore regionale, e le indagini svolte dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’operazione “Terra mia”, hanno fatto emergere un complesso sistema di corruttela nella procedura per il rilascio, nel 2009, dell’autorizzazione per la mega discarica Valanghe d’inverno che ha portato all’arresto di un funzionario della Regione e del rappresentante della Oikos, titolare dell’impianto.

In conseguenza, la Regione con il DDG n. 1143/2014 non ha concesso il rinnovo di quella illegittima autorizzazione, ormai scaduta, e ha disposto la chiusura della discarica obbligando la Oikos a presentare un progetto di chiusura e messa in sicurezza dell’impianto in argomento.

Successivamente, il Prefetto adotta un provvedimento interdittivo antimafia nei confronti di detta società e nomina, per l’amministrazione della stessa, una terna di Commissari straordinari: il prefetto dott. Stefano Scammacca con funzioni di Presidente, il dott. Maurizio Cassarino e l’ing. Riccardo Tenti, quali componenti.

Per completare il quadro ritengo utile aggiungere che questi ultimi, Cassarino e Tenti, in barba ad ogni principio di trasparenza e di osservanza dell’obbligo di rotazione nel conferimento di incarichi pubblici, avevano già ricevuto dal Prefetto altri due incarichi quali amministratori straordinari della Oikos e dell’IPI in relazione al contratto di appalto del servizio di N.U. del comune di Catania.

Ebbene, i Commissari appena nominati, con straordinaria solerzia e andando oltre il loro mandato, avanzano ricorso al Tar di Catania opponendosi al provvedimento di chiusura della discarica e, quindi, sostenendo apertamente le ragioni della Oikos contro la Regione siciliana che aveva emesso il provvedimento e richiesto la loro nomina.

Non solo.
Quando il Tar respinge il ricorso affermando la piena legittimità del provvedimento di chiusura, gli stessi Commissari, accanto all’Oikos, propongono tempestivamente appello al CGA.

Quali interessi perseguivano i Commissari nell’opporsi in tutte le sedi giudiziarie al decreto di chiusura? Cui prodest tale comportamento?
Ma non è finita.

Occupiamoci adesso della Conferenza di servizi del 28 maggio 2015, cui fanno riferimento i Commissari nella loro lettera, stravolgendo i fatti e calpestando ogni verità.
La Conferenza di servizi era stata convocata dalla Regione per l’approvazione del progetto di chiusura della discarica presentato dall’Oikos nel novembre del 2014, progetto redatto dal prof. ing. Vagliasindi dell’Università di Catania, che prevedeva la necessità di un abbancamento di 240.000 mc di rifiuti per giungere alla definitiva chiusura. E invece, i commissari, con sorpresa di tutti, si presentano all’incontro con un loro nuovo progetto - da nessuno mai richiesto - che prevedeva, udite … udite, un ulteriore abbancamento di 350.000 mc e, in conseguenza, un notevole slittamento dei tempi previsti per la chiusura dell’impianto. Detto progetto, contrariamente a quanto sostenuto dai Commissari nella lettera, non solo non fu approvato ma fu dichiarato irricevibile tant’è che, con provvedimento del 16 giugno, il Dirigente Generale del Dipartimento regionale dispose “che la Oikos s.p.a., gestione commissariale, provveda, raggiunti i quantitativi di 240.000 mc di rifiuti … alla chiusura dell’impianto e alla realizzazione di una copertura per isolare la massa di rifiuti in corso di assestamento”.

A seguito di questi strani e incomprensibili comportamenti mi sono chiesto come mai i Commissari, esulando dal proprio mandato, si adoperassero con tanta frenesia a voler tenere in vita il più possibile la discarica e mi è venuto spontaneo chiedere loro l’ammontare del compenso percepito per questo incarico. Domanda cui ancora oggi non hanno dato risposta neanche nel chilometrico articolo pubblicato.

Lo stesso quesito ho posto al Prefetto di Catania e, solo dopo che il caso era scoppiato con interrogazioni parlamentari, articoli di stampa, compreso quello di Gian Antonio Stella sul magazine del Corriere della Sera, ho ricevuto la risposta tanto agognata.

Da quanto ho appreso risulta più che comprensibile l’imbarazzo dei Commissari. Infatti a ciascuno di loro, per la gestione della discarica, sono corrisposti mensilmente € 25.000 oltre al rimborso spese (di cui  sarebbe utile conoscere l’importo).

A questa somma si aggiunge, per i due Commissari, Cassarino e Tenti, che amministrano anche le società che gestiscono il servizio di N.U. del comune di Catania altri € 20.000 mensili a testa, sempre al netto di rimborso spese (€10.000 per la Oikos S.p.a. e € 10.000 per l’IPI S.r.l.). Ben 540.000 euro l’anno, più del doppio dell’indennità del nostro Presidente della Repubblica e oltre una volta e mezzo quella del Presidente degli Stati Uniti!

Si tratta di malevoli insinuazioni o con questi numeri è legittimo chiedersi cui prodest prolungare il più possibile la vita della discarica?
E a nulla vale ricordare, come hanno fatto i Commissari, che i compensi percepiti sono a carico dell’Oikos, perché il loro è un incarico pubblico. Come del resto è indubbio che la tanto vantata “gestione virtuosa”, realizzata senza un piano finanziario e con tariffe provvisorie, ha arrecato vantaggi solamente all’Oikos e non certo ai Comuni che non hanno visto diminuire il costo del conferimento in discarica. Ed inoltre, non c’è da menare vanto per “i risultati economici conseguiti” che non derivano certo dalla “avveduta” gestione commissariale, ma dalle sciagurate ordinanze del Presidente Crocetta che, in nome di un’emergenza infinita e mai seriamente affrontata, ha autorizzato il conferimento in discarica di oltre 1.000 mc di rifiuti al giorno riducendo il territorio nella più grande pattumiera di Sicilia.

Come si vede, nessuna pregiudiziale ostilità nei confronti dei Commissari ma un naturale conflitto fra due opposti interessi: chi si batte per liberare le comunità di Misterbianco e Motta dalla maledetta cancrena della discarica e chi invece si ingegna per prolungarne la vita giungendo perfino a sostenere, senza vergogna, l’assenza di rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini.

E nessuna contraddizione si può cogliere fra la battaglia per la chiusura della discarica e la richiesta delle royalties, previste dalla Legge regionale 9/2010, sulla base della quale il mio comune ha esercitato il sacrosanto diritto dei cittadini ad essere risarciti per i gravissimi danni ambientali subiti dalla devastante presenza della discarica che, sebbene in territorio di Motta, si trova a poche centinaia di metri dal centro abitato di Misterbianco. Opporsi alla discarica e chiedere il risarcimento del danno causato dalla sua presenza sono attività pienamente compatibili sul piano logico e su quello normativo. Si tranquillizzino, comunque, i signori commissari. La mia ostilità non è rivolta a loro purchè si limitino a svolgere il compito loro assegnato e non siano d’intralcio al nostro obiettivo che è quello di ottenere al più presto la definitiva chiusura dell’illegittima discarica “Valanghe d’inverno” e la bonifica dell’attigua vecchia discarica “Tiritì”.

A maggio scade l’ultima ordinanza emergenziale. Nessuno pensi di poter ancora prolungare i tempi della chiusura della discarica. I cittadini di Misterbianco e Motta per decenni hanno sopportato questa gravissima aggressione alla loro esistenza e non sono più disposti ad accettare qualsiasi altro ritardo. Il Presidente Crocetta e l’Assessore Contraffatto ne tengano conto e si attivino per trovare altre soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti siciliani, cancellando dalla loro mente l’ipotesi di poter ancora utilizzare la discarica di Motta, da chiunque essa sia gestita.

Nino Di Guardo
Sindaco di Misterbianco

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