Deragliando con le Muse inquiete del Novecento tedesco.

L'Anno Europeo delle Lingue chiude a Catania le manifestazioni con un convegno internazionale dedicato al Novecento tedesco. Un approccio multidisciplinare ed intrecciato. Gli sforzi della Facoltà di Lingue e Lettrature Straniere, diretta da Antonio Pioletti.

Un patrimonio di
conoscenze a più voci, un omaggio trasversale e “contaminato” al Novecento
tedesco, attraverso tutte le inquiete e intrecciate manifestazioni della sua
lunga temperie intellettuale. E’ questa l’idea che ha sostanziato il
Convegno internazionale di studi “Le Muse inquiete. Sinergie artistiche nel
Novecento tedesco”, pensato e voluto dalla Facoltà di Lingue e Letterature
Straniere dell’ateneo catanese in collaborazione col Dipartimento
Interdisciplinare di Studi Europei e con l’Istituto Musicale “Vincenzo
Bellini”. Le tre giornate di fitti incontri (che si chiudono questo pomeriggio
nell’Aula atrio di Palazzo Sangiuliano con la proiezione di “Vineta. La città
sommersa” di Riccardo Massai) concludono le manifestazioni, organizzate nel
corso del 2001, nella più vasta cornice delle celebrazioni dell’Anno
Internazionale delle Lingue, con un appuntamento di altissimo spessore
scientifico. Non è certo un caso che a trattare sulle intersecazioni fra rami
diversi dell’attività artistica siano giunti accademici e studiosi di àmbiti
e settori disparati e apparentemente lontani. Un onda lunga di ricerca e
confronto che ha investito letteratura e arti figurative, politica e fotografia,
teatro e fumetti, iconografia ed ermeneutica. “E la musica soprattutto, visto
che l’idea delle “Muse inquiete” - ci dice la professoressa Graziella
Pulvirenti, attivissima coordinatrice del convegno – ha preso l’avvio dalle
suggestioni di Francesco Pennisi, compositore, pittore, scrittore siciliano, le
cui diciannove tavole di “Deragliamento”, composizione che evidenzia
mescolanze musicali e pittoriche, sono diventate il segno distintivo delle
giornate di studi: non certo un “uscire fuori” né uno sviamento, piuttosto
l’itinerario consapevole verso linguaggi capaci di intrecciarsi e di proporre
riflessioni e visuali non comuni. “Diciamo
- scriveva proprio Pennisi - che Deragliamento può anche essere visto come un
elogio della scrittura, della scrittura con la penna e con l'inchiostro".

Un convegno perciò a carattere
interdisciplinare e di cui l’opera di Pennisi è singolare esempio di arte
indagata: in sostanza, parafrasando il musicista acese, una “nova
consonanza” tra i saperi.

Se lo stesso Magnifico rettore Ferdinando Latteri, nel corso del suo
formale saluto, sottolineava l’opportunità del convegno e dunque la necessità
del rapporto che lega ormai la ricerca alla formazione, è invece stato Antonio
Pioletti, preside della facoltà, a sottolineare a fronte
dell’incessante impegno dell’ateneo, le “gravissime carenze
finanziarie e strutturali del nostro paese nell’insegnamento delle lingue
straniere, alle quali va ad aggiungersi la crisi complessiva del settore
umanistico”. Eppure - ha aggiunto - la lingua e le letterature “continuano a
costituire un deposito di memorie irrinunciabile e un luogo privilegiato di
confronto tra le civiltà”. Tra i velluti severi dell’Aula magna del
Rettorato e di Palazzo di Sangiuliano, in mezzo ai volumi delle Biblioteche
riunite Civica e Ursino Recupero fino all’Auditorium dell’Istituto Musicale
Bellini, “Le Muse inquiete” si sono volentieri smarrite nei labirinti della
scrittura, dell’èkprhasis, del cabaret, del cinema dell’arte
del Novecento tedesco, grazie al contributo di prestigiosi studiosi isolani
(Michele Cometa, Fernando Gioviale, Marina Paino, Graziella Pulvirenti, Renata
Gambino, Salvatore Marano e Riccardo Insolia), della penisola (Franz Haas,
Roberto Rizzo, Italo Battafarano, Nicoletta Dacrema, Alessandro Fambrini) e
stranieri (Hans Holler, Mark Anderson, Achim Holter). Raffinato e prezioso
l’apporto in musica de L’Offerta Musicale Ensemble: Carmelo Dell’Acqua,
(clarinetto), Maurizio Salemi (violoncello), Graziella Concas e Riccardo Insolia
(pianoforte) che hanno eseguito musiche di Pennisi, Schomberg, Webern e
Zemlinsky.


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