S.Antonio Abate e i fuochi pirotecnici: Una festa in tempo di crisi

lettera al Sindaco

Mi permetto di scrivere queste righe per una costatazione personale sulle feste religiose esterne.
Apprezzo molto la tua qualità di grande Amministratore per quello che fai per la città di Misterbianco, per la fattiva collaborazione degli assessori che hai scelto, per i tuoi impegni in tutti i campi dell'attività amministrativa (dall'Urbanistica ai controlli del Territorio, dalle Scuole agli arredi urbani, dalla disciplina del Traffico ai problemi di Solidarietà dei cittadini, al verde pubblico  ecc.)
Hai veramente una visione del bello e su questo hai la mia approvazione.
Quest'anno l'impegno della Tua Amministrazione è rivolto a mantenere la tradizione della festa triennale del nostro Patrono S.Antonio Abate con il contributo ed il finanziamento, anche se non sostanzioso ma contenuto, per tutte le manifestazioni esterne che la festa richiede.
E qui, voglio farti un appunto (quale componente dall'età di 17 anni nella Commisione Centrale - oggi Deputazione); anche se siamo in tempo di forte crisi economica, non si può ridurre la festa Solenne di S.Antonio ad una festa di piccoli spari con cassette di cartone (tipo quelle delle feste di compleanno).
In questo campo, ti devi assumere la responsabilità di stabilire i luoghi degli spari con i calibri giusti in rapporto all'area ed alle distanze dagli edifici e dalle persone.
Per la festa del Patrocinio del 12 Dicembre scorso non ci hai autorizzato, dal Poggio Croce, a sparare soltanto dei colpi a cannone.
Nell'ultima festa di S.Antonio, l'ex Sindaco ed il Comandante della Polizia Municipale hanno chiamato la Questura di Catania a stilare un documento che disciplini gli spari nelle feste; tu devi rivedere quel documento e applicarlo in modo equo rispetto agli altri Comuni in cui nelle feste patronali si sparano bombe (e non cassette) anche vicino agli edifici o nelle adiacenze delle chiese.
Per noi non si può ridurre, ripeto, la festa di S.Antonio ad una festa di spari con cassette (perchè a Paternò per S.Barbara e a Belpasso per S.Lucia, i Sindaci hanno consentito spari di un certo calibro nelle piazze centrali  nelle vie attorno alle chiese e sicuramente anche a Catania in piazza Duomo per S.Agata il prossimo Febbraio).
Sono d'accordo per una festa più sobria, ma il minimo bisogna applicarlo in questo campo,  altrimenti non ha senso festeggiare solennemente il Patrono, oppure spostare la festa in tempi migliori o quando saranno regolamentati gli spari su terreni vicini e bonificati.
Negli ultimi decenni  nelle edizioni della festa solenne, noi della Deputazione, d'accordo con le commissioni dei Cerei e dei Partiti, abbiamo puntato sulla qualità dei fuochi pirotecnici riducendone anche la durata (prima l'ingresso dei Cerei ai Quattro Canti durava quattro ore di fuoco, oggi, ogni Cereo ha a disposizione 10 minuti). Quest'anno verrà applicata questa regola sicuramente in modo ancora più ridotto e l'uscita del Santo dalla Chiesa Madre da mezz'ora di spari a cinque minuti; ma il minimo bisogna garantirlo.
In rapporto al finanziamento che si potrà dare sulla festa, cercheremo di farla più sobria e dignitosa al tempo stesso (con riduzione della illuminazione artistica delle vie, con eliminazione della gara pirotecnica dei Partiti e riduzione delle manifestazioni dei Cerei che usciranno solo negli ultimi tre giorni della Festa).
Ancora, un doveroso suggerimento mi permetto di dare: con il giusto Finanziamento Comunale, data la crisi economica, occorre che le Commissioni non gravino sui cittadini, lasciando liberi i devoti per le offerte perchè le famiglie hanno da pagare o già pagato delle tasse al Comune.

Angelo Zuccarello
(componente la Deputazione Festa del Patrono)

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Commenti

caro Angelo,che pena ridurre

caro Angelo, che pena ridurre la festa di Sant'Antonio a un mero discorso di bombe, calibri e finanziamenti comunali. Credo invece che proprio approfittando del periodo di crisi che certamente non si esaurirà a breve, si può finalmente ''ONORARE IL SANTO'' per quello che EGLI con la sua vita ha testimoniato, ovvero vivendo in povertà, aiutando gli ''ultimi'' e rifuggendo ogni ''eccesso''. Ritengo, senza scadere nella demagogia, che sia arrivato il tempo di ''FESTEGGIARE LITURGICAMENTE'' questo splendido esempio di virtù caritatevole qual'è SANT'ANTONIO, rimodulando i festeggiamenti a SUA IMMAGINE, ovvero con il giro del suo fercolo per le strade del paese pronto a benedire la nostra comunità, e coinvolgendo maggiormente, come fatto negli ultimi anni, i quartieri riscoprendo la gioia dello stare assieme approfondendo i tantissimi messaggi che la vita del SANTO ANCORA ATTUALE, ci continua a tramandare. Il mio auspicio è che la chiesa di Misterbianco, non solo CHIESA MADRE, si faccia carico di questo evento per fare il proprio DOVERE VOCAZIONALE, ovvero avere cura dei più bisognosi e rifuggire ogni tentazione di tradizione a tutti i costi, proprio come farebbe il NOSTRO SANTO.

Vincenzo Caruso

Vorrei reinserirmi nel

Vorrei reinserirmi nel dibattito sulla Festa di S. Antonio perchè ritengo utile una precisazione sull'argomento, in risposta anche all'amico Vincenzo Caruso.
Nell'introduzione al mio discorso ho parlato di Festa Esterna e tutto ciò che comporta il suo svolgimento; non ho parlato di Culto Interno perchè su S. Antonio, la Festa Liturgica già c'è ed è il 17 Gennaio di ogni anno.
Questa ricorrenza è l'occasione per rivedere, con l'esempio di S. Antonio, i nostri atteggiamenti di vita fatta di preghiere al Dio Padre, di rinnovo della nostra fede con l'approfondimento dei veri valori della vita, che sono quelli della solidarietà umana, del saper vivere anche rinunciando al superfluo per dare aiuto ai veri poveri.
L'altra Festa che è quella del Patrocinio del 12 Dicembre di ogni anno, impostata come giornata della Carità, è l'occasione per dimostrare il nostro gesto di carità portando dei doni o alimenti per chi vive nel bisogno. Di tutto questo, la società odierna, costituita da persone quali noi siamo, è in cammino per la perfezione umana che S. Antonio Abate incarnò andando a vivere nel deserto per essere più a contatto con Dio e rinunciando a tutti i beni terreni.
Oggi constatiamo che non è così perchè nonostante la crisi economica non sappiamo rinunciare al superfluo (le pizzerie il Sabato sera tornano a riempirsi, i consumi e i divertimenti continuano a perpetuarsi e spesso ci distraggono da quelli che sono i problemi di serenità spirituale).
Tornando alla Festa Solenne Esterna, dall'ultimo dopoguerra (da cinquant'anni a questa parte) sono stati compiuti passi da gigante per mantenere la tradizione e per trasformarla al tempo stesso con la valorizzazione di certi momenti; si è passati dal fumo e dai forti boati delle bombe alla qualità, dal canto con gli inni di lode, da pochi al coinvolgimento di tutti i quartieri, e dove il giro del Santo ha portato festa nella gioia e nello stare insieme.
L'aver creato il gemellaggio con i paesi dove S. Antonio è l'espressione di comunanza con i fratelli, ci riempie di gioia.
L'avere impostato i festeggiamenti con l'inserimento di momenti culturali e di richiamo alla nostra storia, è stato positivo ed oggi il Museo d'Arte Sacra è una realtà.
Potrei ancora continuare... ma il mio intendimento, con queste righe, è rivolto alla collaborazione di tutti, a partire dalle Commissioni della Festa, al Sindaco in quanto la Festa coinvolge tutta la città e ai cittadini devoti. Un grazie a quanti vorranno suggerire problemi al miglioramento della nostra Festa Patronale.

Angelo Zuccarello

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