"Poveri... ma belli" tra sacro e profano in tempo di crisi

Avevo esitato a intervenire sui “botti” di S.Antonio Abate, postati da Angelo Zuccarello su questo sito, perchè già a riscontro un commento di Vincenzo Caruso centrava perfettamente l’argomento sull’inopportunità delle “cannonate pirotecniche” e dello scialo populista di finanziamenti comunali che non possono più ripetersi nè essere pensati.

Ma poi l’intervento in replica di Angelo e l’alto numero di lettori interessati all’argomento mi hanno spinto ad esprimere anche il mio pensiero.  Infatti certe argomentazioni, sparate specialmente in un momento di crisi economica profonda che colpisce le famiglie (soprattutto di lavoratori, di precari e di disoccupati), feriscono quella solidarietà sociale alla quale nessuno dovrebbe sottrarsi. 

Esprimo, pertanto, il mio convincimento che il culto della festa patronale non può essere contraddistinto, come afferma Angelo, in culto “interno” ed “esterno”.  Entrambi non sono differenziabili da quel complesso di atti cerimoniali pubblici destinati al culto dei credenti, ma devono ricondursi convenientemente alla sobrietà della celebrazione liturgica della festa del patrono.

Io non sono praticante di Chiese nè di Santi, tuttavia rispetto le sensibilità religiose perchè ritengo che quasi tutte le religioni siano nate “inizialmente” come protesta rivoluzionaria contro le condizioni sociali di miseria reale, in quanto nella religione trovavano rifugio le aspirazioni dell’uomo ad un mondo migliore e ad una maggiore uguaglianza, anche se talvolta l’istituzione della Chiesa, quando si è identificata strettamente col potere politico, ha potuto trasformare questo fenomeno religioso in strumento controrivoluzionario al servizio della classe dominante...Ma questa è un’altra storia sulla quale non è il caso di soffermarmi.

Sì, è vero che, nonostante la crisi, purtroppo non sappiamo resistere alle tentazioni del superfluo e dei banali consumi, però limitare il problema -come afferma Angelo- al pienone di fine settimana nelle pizzerie è molto assai riduttivo, perchè la causa non è la modesta cena della pizza, piuttosto il dramma della crisi è da ricercare nella malapolitica finanziaria del sistema, nella mancanza di equità nella distribuzione del reddito e nell’essere privati del lavoro, cose che conducono il già magro bilancio delle famiglie sino all’indigenza.

In questo contesto, dunque, sostenere spari di cannonate e sovvenzioni da parte del Comune rappresentano l’insana vocazione di populismo e di sprechi di quel denaro pubblico che, col gravoso balzello dell’aliquota IMU (aumentata dal nostro Sindaco), viene sottratto ai nostri concittadini per bruciarlo a Febbraio in mascherate di Carnevale o per spararlo ad Agosto in bombe santificate.

E QUESTO E’ GIA’ UN RIFLESSO DISTORTO, OLTRE CHE DISEDUCATIVO, DEL MODO D’INTENDERE I CONTRIBUTI DI PENSIERO E DI ATTEGGIAMENTI PUBBLICI NELLE RELAZIONI CON LA SOCIETA’.

Esaurito, dunque, l’argomento di sacralità, approfitto per introdurre nel dibattito anche qualche proposta sul profano che, per la prossimità dell’evento, sembra impegnare l’istituzione pubblica ad una consistente spesa di bilancio in programmazioni carnascialesche nelle tre giornate dedicate a “Re Burlone”. Sarebbe auspicabile che i talenti misterbianchesi sappiano pensare in queste circostanze di austerità economica alla sobrietà di manifestazioni che, rimodulate sul modello dell’antica memoria tradita, coinvolgano nel sorriso tutti i quartieri periferici invece di rinchiudere le folle con transenne(...e paletti) nel circuito del centro storico, ferme ai margini delle sfarzose sfilate riservate ai pochi.

Sarebbe anche un modo di restituire ai vecchi ed ai giovani misterbianchesi la spontaneità delle allegre allegorie d’un tempo e la nostra tradizione del passato, fatta di elementi fantasiosi “POVERI..MA BELLI” di mascheramento in esibizioni, parate e balli.

Null’altro, concludo il mio breve inserimento critico sulle prossime manifestazioni del  sacro e del profano, non prima aver dichiarato il mio apprezzamento al fatto che Angelo, in replica al suo precedente intervento, abbia ridimensionato, ricostruito e riscritto il proprio reale pensiero, restituendo se stesso agli onesti intendimenti della deputazione che egli sicuramente assolve da sempre con passione e devozione.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

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