Futuro tra Libero consorzio e Città metropolitana

Città Metropolitana - MisterbiancoIl lungo ed ancora travagliato percorso delle autonomie locali; e le incognite e divisioni sul futuro alle porte. Circa tre ore di proficuo incontro-dibattito, allo Stabilimento Monaco di Misterbianco, sul tema: "Libero Consorzio o Area Metropolitana, quale futuro per Misterbianco?"  con il patrocinio della Presidenza del Consiglio comunale, "per lo sforzo congiunto di ragionare alla luce delle riforme recenti e delle scelte democratiche e partecipate che vedranno le città e i cittadini esprimersi entro il prossimo 30 settembre con probabili referendum". 

Dopo i saluti del sindaco dott. Nino Di Guardo e del presidente del Consiglio comunale Nino Marchese, si sono susseguiti gli interventi di alto profilo dell'amministrativista Andrea Scuderi, del costituzionalista Agatino Cariola, del sindaco Paolo Amenta vice presidente dell'Anci e di Sergio Campanella, Urbact e direttore del Gal Eloro, esperto in finanziamenti europei. Relatori che con libertà ed autorevolezza di giudizio hanno offerto informazioni e contributi davvero importanti. Erano presenti amministratori e consiglieri comunali ed altri esponenti politici locali di tutti i partiti. Moderatore Saro Nastasi.

Dopo l'approvazione della recente riforma di abolizione delle Province regionali e la successiva introduzione - con la legge regionale siciliana n. 8/2014 - dei Liberi Consorzi, in realtà prossimi conviventi con le Città metropolitane, sono tante le questioni politiche, amministrative, economiche che toccheranno la vita dei nostri territori. E si cercava di capire quali fossero le prospettive reali e le azioni più "convenienti" per un comune di quasi 50 mila abitanti come Misterbianco di fronte alla Città metropolitana di Catania (o all'alternativa del Libero Consorzio) cui aderire o meno. Ne sono uscite diagnosi durissime sulla legislazione nazionale (fino alla legge Del Rio n.56/2014) e quella regionale ("una cornice senza quadro"?), sulla mancata riflessione della politica, ed alla fine si è convenuto sulla necessità di chiedere a gran voce una proroga dei previsti termini di avvio della riforma, per una riflessione ed una riorganizzazione complessive del sistema, tali da consentire un'adeguata definizione delle competenze e governance e dei fondi necessari per un'effettiva funzionalità e sussidiarietà, nonché di trovare chiarezza e consapevole autonomia di scelta dei territori nei limiti della c.d. "continuità territoriale". Son già troppi in verità i problemi attuali di gestione dei Comuni, e troppe le incognite - al di là della mera "spending review" - sui reali benefici dei nuovi organismi sovracomunali in termini di efficaci servizi integrati ai territori. E' da prevedere che il dibattito si animerà ancora nelle prossime settimane. Sperando che si riaprano i tempi, i confronti e le opportunità per fare leggi e regolamenti attuativi giusti e partecipati, rispondenti ai veri interessi della gente. E non un salto nel buio.

Roberto Fatuzzo

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