Un ospite d’eccezione “si racconta” al nostro pubblico. Raimondo Todaro, un ragazzo semplice e “diretto” che il successo non ha cambiato. Comincia a ballare per svago a meno di 6 anni, assieme al fratellino, quando viveva a Peschiera del Garda. Allenamenti, rinunce e sacrifici; e fin da bambino, si scopre campione e prosegue.
Vince 18 campionati italiani, e partecipa a 5 campionati mondiali ottenendo un secondo, un terzo ed un quinto posto. Poi tante competizioni ed esibizioni; fino alla svolta decisiva col programma “Ballando con le stelle” di Milly Carlucci alla Rai, che cambia la sua vita e inorgoglisce Misterbianco. Selezionato ad appena 18 anni, e subito vincente, finora su sette edizioni ne vince tre; e nel 2012 porta al successo anche la misterbianchese Ester Condorelli in una speciale sezione del programma. Da dieci anni ha investito su Misterbianco anzichè al nord, aprendo con la famiglia un’Accademia di danza che gli riempie la vita e dove insegna con il bravissimo fratello Salvo (campione internazionale a sua volta, tra i migliori nei balli standard) e le rispettive compagne Francesca e Violeta; una “fabbrica di campioncini” per i quali Raimondo sogna di essere esempio e punto di riferimento.
Poi la seconda passione, per il calcio (con la Nazionale attori e qui a Misterbianco con amici) e da qualche anno una nuova opportunità con la recitazione, con alcune fiction televisive già all’attivo. E soprattutto una famiglia sempre unita, un porto sicuro. Un giovane che non si è montato la testa, ma è solo consapevole della proprie professionalità e delle opportunità da cogliere; e che ha imparato saggiamente a saper soffrire e perdere e ricominciare, a sapersi gestire nel delicato mondo dello spettacolo. Al microfono di Roberto Fatuzzo, Raimondo racconta per noi se stesso, il proprio cammino di giovane felice di ciò che la vita gli sta dando, compresi alcuni curiosi retroscena e le precisazioni sugli amori veri o presunti.... L’intervista è accompagnata da immagini, musiche e balli. Buona visione!
video a cura di Roberto Fatuzzo
