Ventotto anni e un minuto

Omicidio Paolo ArenaC’è voluto poco per tornare indietro nel tempo. Un minuto. E’ bastata una notizia, un’immagine, un sussulto, una storia che non abbiamo mai dimenticato. Sono passati 28 lunghi anni. Tanti ricordi affollano la mente! Siamo nell’estate del 1991, mi rivedo fresco di laurea e con tanta voglia di esserci e di cambiare il mondo. Poi quella mattina di settembre, dopo tanti rinvii, decido di riportare quel libro in biblioteca, che allora si trovava in piazza Indipendenza, proprio dietro la chiesa di San Nicolò. Poi quei terribili colpi, lo sgomento, l’annuncio concitato d’una dipendente comunale, mi lancio subito in strada: sarò stato tra i primi misterbianchesi a vedere il corpo senza vita di Paolo Arena. Sabato 28 settembre 1991. Non ho mai dimenticato quei terribili momenti. Quel giorno ho capito che la vita può essere terribile. Quel giorno cambiò la storia di Misterbianco e la mia vita. Da quel giorno tutto ebbe inizio.

Ma adesso non mi è facile ripercorrere questi 28 lunghi anni, riprendere il filo della memoria, ricomporre tutte le vicende vissute voracemente e intensamente. Una domanda c’ha accompagnato per tutto questo tempo. E una risposta, che Misterbianco ha atteso per 28 lunghi anni. Una domanda a cui, per la verità, molti di noi, nella solitudine e nell’indignazione, abbiamo già ampiamente risposto, e gridato pure, sin dal giorno successivo a quei tragici fatti. Una domanda e una risposta che forse c’hanno salvato dall’indifferenza e dell’oblio. E che hanno dato un senso alla sofferenza della nostra città, e alla nostra necessità di “esserci e di cambiare il mondo”. Anche se poi, come sempre succede, fu “il mondo a cambiare noi”. Quella risposta però, lungamente attesa, è arrivata puntuale martedì 30 aprile 2019. Dopo 28 lunghi anni.

E adesso che sappiamo, adesso che conosciamo la “verità giudiziaria” possiamo gridare forte che veramente la “mafia è una gran montagna di merda”. Possiamo dire che il male cresce nell’egoismo, nella misera ricerca del potere, nelle fenditure della voluttà e delle debolezze dei piccoli uomini. Che il male si alligna nel regno dell’indifferenza e dell’irresponsabilità, nella cloaca dell’ignoranza e del disordine, nel girone degli ignavi e dei vili. Che il male seduce gli uomini che si lasciano sedurre. E che non basta essere “giovani” per essere immuni dal male, come non basta essere “saggi e maturi”. E’ difficile “separare il grano dal loglio”, difficile ma non impossibile, “esige attenzione e apprendimenti continui”, studio e perseveranza, impegno e fatica, solitudine e tribolazione. Ma alla fine il male non trionferà. Dovessero passare ventotto anni e un minuto. Alla fine la verità arriverà. Per i nostri figli, per i nostri nipoti, e per le future generazioni.

Angelo Battiato

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