Sulla "revisione" dell'autorizzazione a Valanghe d'inverno, Comitati No discarica e Associazioni diffidano la Regione: Cambiate il "verificatore" incompatibile, non può controllare se stesso

No discaricaAl tempo del coronavirus, anche i Comitati No discarica di Misterbianco e Motta S. Anastasia, con i propri legali, sono costretti alla loro prima videoconferenza stampa in streaming serale dalle singole abitazioni. Confermando che impegno e vigilanza non possono fermarsi di fronte al dramma e al distanziamento forzato in atto. Anna Bonforte e Massimo La Piana, con Maria Caruso, e gli avvocati Corrado Giuliano, Nicola Giudice e Goffredo D’Antona - anche a nome delle associazioni “Zero Waste Sicilia” e “Legambiente” - ci tengono a fare il punto della situazione e a informare sulle iniziative adottate e quelle successive, in merito alla perenne “questione rifiuti” e alla megadiscarica di Valanghe d’Inverno; una “battaglia civile” senza fine intrapresa ormai da un decennio.

Al centro anzitutto la «improvvida autorizzazione “Aia” a sorpresa alla discarica Oikos alle soglie del ferragosto 2019», contestata con ricorsi del Comune di Misterbianco, dei Comitati e delle associazioni ambientaliste; «un provvedimento stranamente adottato nelle more della pubblicazione delle motivazioni di sentenze di condanna per corruzione del Tribunale di Palermo». E ora l’annunciato procedimento di “revisione” regionale del provvedimento contestato (sollecitato dal Tar con ordinanza, e notificato il 19 marzo scorso), affidandone però le “verifiche” allo stesso funzionario che aveva gestito i provvedimenti e concesso l’autorizzazione Aia, «e nominato quindi a verificare se stesso». Da qui la diffida formale avanzata via pec - in qualità di “stakeholders” - il 18 aprile scorso alla Regione (nelle persone del presidente Nello Musumeci, dell’assessore all’Energia e Servizi di Pubblica Utilità, Alberto Pierobon, e del dirigente del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, Salvatore Cocina), «da cui si attende una risposta chiara e coerente che dovrà arrivare entro un mese». Invocate pure «ragioni di opportunità e di buon gusto» dai legali, che chiedono di «sostituire nell’incarico di “verificatore” il dirigente Antonino Rotella, incompatibile» e profilano anche «varie ipotesi di elementi di reati amministrativi e penali».

«E la recente relazione conclusiva della Commissione regionale Antimafia - viene aggiunto nella conferenza stampa - sembra confermare in pieno un quadro prospettato dai Comitati ormai da un decennio, quantomeno con una scandalosa negligenza e incompetenza di funzionari susseguitisi nel tempo (sempre affidatisi all’unico “competente”), in vari passaggi burocratici sia per l’autorizzazione concessa nel 2009 che in quella del 2019. Con molti riferimenti a passaggi “dubbi”, «come per l’esposto alla Procura sulla famigerata “particella 131”, profilandosi insanabili abusi edilizi».

Poi l’impegno preannunciato su altri fronti: verso l’Agenzia Arpa, «per chiarimenti necessari sull’uso calibrato dell’applicazione sperimentale “Nose” per la segnalazione localizzata delle molestie olfattive anche da Misterbianco e Motta, finora senza avvisi e di cui si sono perse le tracce»; e verso i commissari prefettizi al Comune di Misterbianco - che i Comitati ringraziano - con la richiesta «sull'impiego delle dovute “royalties” per la mitigazione ambientale, nel necessario controllo delle emissioni odorigene, con l’acquisto di uno spettrometro di massa che monitorizzi l'acido solfidrico».

«Anche alla luce della relazione della Commissione regionale Antimafia all'Ars sul ciclo dei rifiuti affermano i Comitati - riteniamo che nulla debba essere lasciato di intentato amministrativamente e penalmente circa le illegittimità, la corruzione e la negligenza che da anni denunciamo in ogni sede pubblica; e contiamo sempre e ancora sul supporto del Comune di Misterbianco, ora in gestione commissariale, quale parte lesa in rappresentanza dell'intera comunità».

E visto l’attuale impegno diretto anche dei Commissari straordinari al Comune di Misterbianco sullo stesso versante, nel nome della legalità e a tutela della comunità locale, per una battaglia comunemente ritenuta “giusta”, sembra ora onestamente inammissibile che la “vertenza” sociale e legale in atto sulla discarica di Valanghe d’inverno possa ulteriormente essere sminuita, “personalizzata” e definita da chicchessia come una «speculazione politica di parte».

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
23/04/2020

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