Sul Bilancio partecipato dirò ancora la mia!

Bilancio PartecipatoIn previsione dell’adozione del bilancio partecipativo fu la mia presunzione che mi aveva indotto lo scorso mese di Luglio a suggerire alla “governance” locale quelli che a me sembravano i criteri di trasparenza e di democrazia, e lo feci con un post(*) pubblicato su questo sito.

Ma evidentemente fu peccato d’immodestia voler credere che anche un semplice cittadino potesse rivolgere le proprie opinioni agli “esperti luminari” di grossa testa del benfatto amministrativo. Ad oggi il risultato è che nel nostro Comune la partecipazione non sta ancora di casa, per cui la mia testardaggine mi rende ragione di quelle che furono le mie sempliciotte e avventate convinzioni.

Sono riemerse, infatti, nella “nuovista” Amministrazione le ambigue metodologie che non hanno favorito il reale coinvolgimento democratico, sottovalutando i presupposti essenziali per allargare la partecipazione che, invece, è stata ora rielaborata con l’intricato criterio del solo “voto online”, il cui esito risulterebbe dispersivo e non attendibile a connotare la rappresentatività sociale nelle scelte, in quanto viene penalizzata la volontà di voto per coloro che non hanno un servizio di rete internet.

E non solo, ma soprattutto non può chiudersi in questa fase l’auspicata partecipazione che, privata degli elementi consultivi, è rimasta confinata alla semplice compilazione di una scheda d’adesione senza una seria preparazione nel “collettivo” dove meglio poteva emergere la priorità di un bisogno sociale e non di quel che può produrre il singolo cittadino.

Sarebbe stato opportuno e praticabile che la governance amministrativa, consegnando questo “pezzettino” del bilancio, avesse organizzato (ancor prima del voto) assemblee preparatorie per avere una visione reale dei bisogni emergenti, affinchè tutti i cittadini delle zone di residenza potessero sentirsi legittimati da quel minimo di autonomia decisionale per formulare le proprie proposte da sottoporre poi al suffragio popolare in adeguati “seggi o gazebi” disposti al Centro e Frazioni... e con la verifica d’identità del votante. Ma questo processo formativo di democrazia reale non è stato attuato ed è rimasto come sempre il niente del grande nulla.

Un procedimento, dunque, che non soddisfa la funzione di legittimazione democratica tanto enfatizzata in campagna elettorale dai candidati alla nuova governance, selezionati e poi nominati per i posti in Giunta e alla presidenza del Consiglio Comunale al solo fine di non disturbare le manovre del vecchio sibillino decisore. Da loro mi sarei aspettato, considerata la modesta cifra di bilancio partecipato, di imporre criteri più efficienti per “abituare” le nuove generazioni a diventare protagoniste nella gestione del proprio territorio, perché inventare esigui spazi di partecipazione senza un reale percorso di attuazione e affidarsi ai leziosi quanto illusivi comunicati celebrativi dell’ufficio stampa significa voler continuare a falsare gli obiettivi di imparzialità, di trasparenza e di reale democrazia. Ma il voto di giugno fu sovrano, non di coscienza. Ed ora le lagnanze servono a poco, se nel pollaio del massaro gli “utili scambisti” glieli ha consegnati la pigrizia intellettuale di chi li ha votati.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

(*)www.misterbianco.com%2Fbilancio-partecipativo-ma-lo-si-faccia-con-criteri-di-reale-trasparenza

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