Sui commenti alle Terme romane

Terme RomaneDico la mia sulle antichità di Misterbianco presentate nel video-articolo apparso di recente a firma di Angelo Zuccarello, Roberto Fatuzzo e Vito Arena. Gli autori hanno voluto illustrare la realtà e l’importanza delle Terme romane, dell’Acquedotto romano e del sito lavico di Erbe Bianche, ponendosi come unico fine la loro illustrazione e valorizzazione storico-archeologica, con la prospettiva e la speranza che possano contribuire allo sviluppo culturale e turistico della nostra Città.

Fatta questa premessa, aggiungo che è anche giusto e apprezzabile che vengano apportate da chiunque, specie se persona appassionata e competente, precisazioni, spunti di ricerche, aggiunte di carattere scientifico, ecc.; tutte cose che denotano fra l’altro interesse e attaccamento sincero per i monumenti di Misterbianco.

 

Per quanto riguarda, invece, “…Un’informazione turistica essenziale: le Colline di Erbe Bianche… attualmente sono ancora di esclusiva proprietà privata e pertanto non disponibili alla libera  fruizione turistica.”, contenuta nel secondo commento all’articolo-video, ho delle forti perplessità, non propriamente piacevoli, anche perché risvegliano in me delle memorie della mia infanzia, quando avevo circa 7-8 anni (primi anni ’50). Un personaggio, molto noto ancora oggi a Misterbianco, è stato Vito Longo, mio nonno in realtà, anche se io lo chiamai per tutta la vita zio Vito, e di lui porto il nome. Non starò qui a raccontare la sua vita, ben nota a tutti; ne accenno un particolare soltanto perché collegato al territorio delle Erbe Bianche. Lui aveva una proprietà, un agrumeto, a Piano Tavola, creato con sacrifici strappando pezzi di lava con le ruspe; spesso sotto di essi appariva inaspettatamente della terra antica, per secoli coperta dal magma solidificato di antiche eruzioni e perciò altamente fertile e con la presenza di resti archeologici. Ho trascorso tutta la mia gioventù in quel piccolo paradiso che era diventato il nostro giardino di aranci, fichidindia, viti, alberi di frutta, animali da allevamento e da caccia, e, a volte, oggetti antichi che suscitarono in me l’amore per la storia, l’arte e l’archeologia. E fu proprio l’archeologia l’oggetto della mia tesi universitaria. Gli oggetti più significativi, tutti ritrovati in superficie, sono sparsi ancora oggi nelle vetrine del Seminario dell’Università Centrale di Catania (c’erano allora il prof. Rizza e la dott.ssa Lagona) e presso il Museo P. Orsi di Siracusa; oggetti che andavano dalla civiltà di Stentinello a quella bizantina, passando per quella greca e romana. Piano Tavola, lo stesso nome lo dice, è stata sempre una via di transito nei millenni dal mare verso il centro e l’occidente della Sicilia, per le popolazioni, gli eserciti, i commerci. Quante volte la mia famiglia ed io abbiamo fatto Misterbianco-Piano Tavola e ritorno a piedi! Altri tempi, felici e non! Ma spesso lo zio Vito mi portava, nel periodo della caccia soprattutto, sulla sua bicicletta alle cinque di mattina, ed io ero in pantaloncini corti, perché allora si usava così. Un particolare mi è rimasto impresso: con le gambette scoperte sentivo freddo sulla parte posteriore della bici, così, quando si trovava a superarci un camion o il piccolo autobus della Circumetnea (ricordate ancora com’erano piccoli e caratteristici?), lanciavano verso di noi una fumata calda dallo scarico del motore che mi dava tanto conforto a sentirla arrivare su di me!...E quasi ogni volta, mentre passavamo davanti le colline di Erbe Bianche, lo zio mi diceva sempre, perché non lo dimenticassi: “Sai, Vituzzo, lì sopra un giorno i fascisti mi stavano fucilando…per miracolo mi salvai.” …Ma non mi portò mai a vederle di presenza, anche se a volte andavamo a cacciare conigli e uccelli proprio lì vicino! Aggiungo un altro particolare su di esse: da giovane ho visto le foto con didascalie di queste rare manifestazioni eruttive dell’Etna a così basse altitudini su libri di Geografia Generale in uso negli Istituti Superiori o testi universitari, proprio per la loro unicità scientifica!

E torniamo ai nostri giorni, alle nostre considerazioni sul commento sopracitato al video-articolo. Queste colline, l’Acquedotto, le Terme e tutti gli altri monumenti di Misterbianco sono il vanto, la gloria del nostro Paese, ma…le colline non ho potuto vederle io sessanta anni addietro e ancora nessun Misterbianchese sembra che lo possa fare oggi, leggendo l’informazione turistica essenziale bene evidenziata nel secondo commento con un tono decisamente sereno e gentile, ma altrettanto, direi, quasi minaccioso. Di fronte alle tante moderne iniziative che i Misterbianchesi stanno cercando di portare avanti per migliorare sotto vari aspetti la vita sociale e culturale della loro Città, mi viene da chiedermi qual è il vero significato di questo deciso e preciso monito sullo stato legale del sito: “…ancora di esclusiva proprietà privata”. Lo si deve, forse, considerare un oggetto da collezionismo appartenente ad un privato? Che, dopo quasi tre generazioni, continua a volere che nessuno possa ammirarlo? Che, dunque, si dichiara non disponibile ad inserirlo in un contesto di monumenti misterbianchesi da essere visitato da turisti o appassionati di antichità? Si potrebbe avere pubblicamente qualche risposta a questi misteri così longevi? Altrimenti, a mio parere, solo un fatto potrebbe dare una spiegazione logica e comprensibile a tutto: probabilmente il suo proprietario non è un Misterbianchese! E qui mi fermo.

Ciao a tutti i miei concittadini

Vito Arena

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Solo una precisazione al

Solo una precisazione al concittadino Vito Arena: Non so a chi si riferisca scrivendo il pezzo, ma le collinette basaltiche in contrada Erbe Binache, sono state sempre di proprietà privata. Aggiungo però, conoscendo il proprietari da tanto tempo, che mai ha negato l'acceso a qualcuno, anzi nel tempo si è sempre dichiarato disponibile a far accedere anche i boy scout, come è accaduto in passato. Non è affato vero che il proprietario si sia dichiarato non disponibile, anzi per la verità, sono stato sul luogo con lui proprio ieri mattina, per ragionare su un progetto di fruizione culturale che se andrà in porto permetterà a tutti di potere fruire di un luogo che di per se è già un parco naturale al cui interno insistono testimonianze greche e romane. Mi auguro di aver fugato ogni dubbio.

Carmelo Santonocito

All’amico Carmelo Santonocito

All’amico Carmelo Santonocito

Preferisco rispondere al commento dell’amico Carmelo Santonocito, da me da poco tempo conosciuto e che ho imparato a stimare, attraverso un piccolo articolo piuttosto che con una breve risposta al suo commento, per chiarire definitivamente alcuni punti di dubbio sorti casualmente e che non sono stati fugati affatto. Nel mio precedente articolo “Sui commenti alle Terme romane” mi sono riferito ai due commenti sull’articolo-video “Le terme romane” a firma di Angelo Zuccarello, Roberto Fatuzzo e le musiche di Vito Arena: il primo di Carmelo Santonocito sull’Acquedotto romano, il tuo appunto, (ritengo sciocco darci del lei, non credi…) e il secondo della sig.ra/ina Aiello Angela Maria sulle colline delle Erbe Bianche. Io ho detto, nella breve premessa, che è giusto e apprezzabile che chiunque, specie se una persona appassionata e competente, faccia delle precisazioni, correzioni, ricerche di natura storico-scientifica sulle didascalie delle immagini, quindi io apprezzo le vostre dettagliate precisazioni sui monumenti in questione. Pertanto, non mi sono riferito per niente a Carmelo Santonocito perché ha precisato una esattezza, né alla sig.ra Aiello per ciò che ha precisato sul periodo di formazione delle colline delle Erbe Bianche, Olocene e non Pleistocene, anche questo elemento da accettare. Spero di essere stato finora chiaro.

Io mi riferivo, invece, alla seconda parte del commento della sig.ra Aiello, che ho già citato testualmente e che qui ripeto testualmente: Un’informazione turistica essenziale:  le Colline di Erbe Bianche in località Misterbianco seppure inserite in zona “a vincolo urbanistico” attualmente sono ancora di esclusiva proprietà privata e pertanto non disponibili alla libera fruizione turistica. Ho sottolineato quest’ultima frase perché è proprio questa precisazione che ha suscitato una forma di perplessità in me; detta in questo modo perentorio può solo significare legalmente: è una zona privata tuttora e nessuno può visitarla! O forse qualcuno potrebbe interpretarla in modo diverso? Quando ho detto che mi piacerebbe avere pubblicamente una risposta, non mi riferivo certo a te , caro Carmelo, che non eri affatto nel merito del secondo commento…Forse, non mi riferivo neppure alla sig.ra Aiello, pure così precisa e gentile nel suo intervento, ma certo ai diretti interessati, che soli, secondo me, avrebbero potuto dare una corretta precisazione, sempre non certo pretesa e imposta, ma solo se l’avessero ritenuto opportuna e comunque volontaria…

Perché ho preso a cuore questa iniziativa? Solo perché so quanti miei concittadini si stanno sforzando di apportare il loro contributo per migliorare la vita sociale e culturale di Misterbianco, con progetti di ogni genere in ogni sua contrada, con passione e sacrifici immensi e anche personali. Un monumento che io conosco bene sin dalla mia infanzia, con dei particolari che ho descritto che mi legano a questo luogo. Non ho voluto mancare di rispetto a nessuno, né invadere i diritti di alcuno, ma sono stato mosso dal desiderio di invitare un mio concittadino, che ancora non ho il piacere di conoscere, a mettere qualcosa di suo, che sempre tale resterà!, qualcosa di bello e di unico al servizio del bene di Misterbianco. Come appunto fare entrare questo monumento in un circuito di visite regolari per appassionati turisti e specialisti, gestito da un Organo legale competente a questo rivolto (il Comune, la Fondazione Monasterium album…). Forse, riflettendoci un po’, sarebbe bastato ad evitare questa sciocca e inutile polemica dire in quella informazione turistica essenziale qualcosa del genere: …attualmente sono ancora di esclusiva proprietà privata, ma è possibile visitarle con una precisa richiesta di permesso di visita, anche guidata… Sto proprio sbagliando?

Saluto sempre con il cuore, da lontano, tutti i miei concittadini

Vito Arena

Benvenute le precisazioni ed

Benvenute le precisazioni ed ulteriori informazioni! Auguriamoci che davvero questi luoghi importanti e ben poco conosciuti possano essere fruibili ed accessibili, magari inseriti in percorsi turistici e culturali di Scuole, Enti e comunità e privati, e grazie a quanti - tra cui la Fondazione Monasterium Album ed altri cultori - si adoperano in vario modo in questa direzione. Ma occorre anche una crescita di civiltà per far questo, visto che proprio davanti al cancello di ingresso della "proprietà privata" di Erbe Bianche, in barba ad un ben visibile cartello di divieto di deposito di rifiuti da parte del Comune di Misterbianco, esiste costantemente una vera e propria mini-discarica abusiva di chi considera "terra di nessuno" quella strada di passaggio e quel posto.... Nel'ottimo video di Angelo Zuccarello ovviamente ciò non è stato inserito, ma i rifiuti sparsi davanti al cancello quel giorno sono stati anche ripresi con la videocamera.... e non credo possano e debbano far parte integrante dell'itinerario culturale....

Roberto Fatuzzo

All'amico Vito Arena

All'amico Vito Arena

certamente che puoi darmi del tu, ci mancherebbe, ma posso rassicurarti, se le cose vanno come ho scritto, che quel posto diventerà accessibile ai più. Lo ribadisco, lo è anche oggi, anche se in pessime condizioni (leggasi rifiuti all'ingresso), ma lo sarà, mi auguro senza alcun degrado visibile, al più presto. E' un desiderio questo rincorso negli anni che probabilmente si avvererà con il concorso di tanti e delle istituzioni, intese nel senso più ampio del termine. Permettimi questa riservatezza, ma non è mia abitudine vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso.  Cordialmente 

Carmelo Santonocito

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