''Schegge'' dallo Stabile. Per un teatro più aperto.

"Schegge" è la nuova formula che lo Stabile catanese inaugura a partire da stasera sui velluti del Teatro Verga e negli ampi spazi del Palacatania. Da Lina Sastri a Nicola Piovani, da Paolo Rossi a Franco Battiato fino al tango della compagnia argentina di Anibal Pannunzio.





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Un omaggio alla
contaminazione, dosato tra i severi velluti del Teatro Verga e gli spazi moderni
del Palacatania e racchiuso in due tranche, da questo novembre e al
prossimo maggio. Sono le “Schegge”, cinque proposte alternative al teatro
tout-court
che stasera si inaugurano con “Cuore mio”, il viaggio
partenopeo tra musica e pittura ideato da Lina Sastri e Alessandro Kokocinski,
in bilico tra drammaturgia e scenografia pittorica, musica e costumi. Uno
Stabile che si lascia affascinare anche da esperienze artistiche “altre”,
segnala - nel legittimo tentativo di apparire più allettante - una malcelata
decadenza o piuttosto un pronto risveglio? Orazio Torrisi, giovane Direttore
Artistico dell’ente catanese non pare avere dubbi: “Con questa stagione -
dichiara entusiasta – stiamo vivendo una sorta di nuovo rinascimento. E’
giusto che lo Stabile, in quanto teatro pubblico, si sforzi di andare al di là
del cartellone classico e di sollecitare spettacoli che non siano
meramente digestivi”. I cinque appuntamenti di “Schegge” offrono infatti
prodotti di grande qualità: dalla sensuale mediterraneità di Lina Sastri al
delirio organizzato di Paolo Rossi, dal concerto fotogramma di Nicola Piovani ai
colti esperimenti tra musica e poesia di Franco Battiato fino al fascino del
tango porteno della compagnia di Anìbal Pannunzio. “Vogliamo
solleticare gli interessi - ribadisce Torrisi - di coloro che non frequentano
solitamente e di conquistarli al teatro: non è un caso che a partire da questa
stagione i nostri sono programmi di attività”. Ciò significa che negli anni
a venire le “Schegge” potrebbero costituire spazio permanente per gli
artisti catanesi, un percorso alternativo in grado di valorizzare quello
straordinario vivaio della città (non solo attoriale) che non sempre riesce ad
emergere sui legni dei palcoscenici maggiori. “Spazi pensati - precisa Orazio
Torrisi - già con “Gesti Contemporanei” la rassegna di teatro e danza che
coinvolge nei luoghi-simbolo degli arrivi e delle partenze - porto, stazione e
aeroporto - artisti internazionali e siciliani in una sorta di melting pot spettacolare”.
Infine la riproposta del “teatro cronaca” sui legni del Musco con due
produzioni targate Stabile: “L’estorsione” di Salvatore Scalia e “Questa
terrà diventerà bellissima” di Felice Cavallaro, “a dimostrazione -
aggiunge Torrisi - di una tensione e di un rapporto sempre vivi con le questioni
aperte del nostro territorio”.

GiCo

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