Riapre l'Antica Chiesa madre a Camparazzu, tra progetti e "sogni nel cassetto"

CampanarazzuDopo l’amara sospensione forzata del lockdown, riapre a Misterbianco uno spazio importante alla storia, alla cultura e all’arte. Da sabato 27, ritornano le visite guidate all’antica Chiesa Madre di “Monasterio Albo”, il secondo e l'ultimo sabato di ogni mese, in 3 turni (9,30-10,30-11,30).

Un’occasione preziosa per conoscere, con la sua storia, la chiesa sepolta dall’eruzione lavica del 1669 e riemersa dopo scavi sul basalto forse unici al mondo, ed oggi anche tra le rarissime testimonianze dell’arte rinascimentale rimaste nella Sicilia orientale. Per organizzare al meglio la visita, occorre prenotarsi al numero 331/7854079 o con messaggio privato per uno dei 3 turni, indicando il numero di partecipanti, e presentarsi 10 minuti prima muniti di mascherina.

Un anno dopo le celebrazioni del 350° anniversario della “grande ruina”, che distrusse anche l’antico Casale misterbianchese, sull’area storica di Campanarazzu la locale Fondazione culturale “Monasterium Album” continua a porsi obiettivi importanti e condivisi - oggetto anche di un incontro a gennaio scorso con i commissari straordinari - con vari progetti di valorizzazione del sito, per renderlo una meta modernamente fruibile e un luogo permanente di storia, di fede e di cultura. Dalla realizzazione di idonei servizi e della strada di accesso, ai nuovi scavi da eseguire ad opera del Comune, inseriti nel Piano triennale con relativo finanziamento da parte della precedente amministrazione, per far riemergere per intero le scalinate d’ingresso all’antica Chiesa Madre; e poi, un’idonea passerella di protezione all’interno della chiesa per le visite, al fine di preservare l’antica pavimentazione; la fruizione del locale nel parco per l’allestimento di una “Mostra permanente sull’Etna”, da inserire all’interno del percorso archeologico; l’inclusione nel Piano triennale della strada di via Campanarazzu con innesto nella futura “strada dell’Etna” e un collegamento con le adiacenti frazioni, nel rispetto dei luoghi; ed ora, anche i possibili scavi ulteriori per l’emersione delle vestigia dell’antica chiesa di S. Nicolò, nella stessa zona dell’abitato sommerso dalla lava del 1669, previe le necessarie indagini tecniche, per recuperare e alimentare le “radici” e i simboli comunitari di Misterbianco.

Per i lavori sulla Chiesa Madre e sull’area di Campanarazzu, “cuore” di quell’antico e importante “Casale” di 3-4 mila anime andato drammaticamente distrutto dalla devastante eruzione dell’Etna di tre secoli e mezzo fa e poi tenacemente ricostruito dagli avi qualche chilometro più a sud, la Giunta deposta aveva stanziato oltre 300 mila euro, decidendo di concerto con la parrocchia il rinvio della sentitissima (ma costosa) “festa grande” triennale al Patrono S. Antonio Abate. Sul prestigioso sito sono proseguiti studi, pubblicazioni, progetti e iniziative, “ricostruendo” tra l’altro anche in digitale l’intera comunità dell’epoca con appassionati lavori d’equipe che hanno fatto rivivere in modo emozionante la “memoria storica” e l’identità dei misterbianchesi. Uno straordinario patrimonio umano, storico e culturale che la comunità non intende disperdere. A tutt’oggi i lavori inseriti nel progetto finanziato, e gli altri previsti, attendono il proprio avvio tra le tante opere pubbliche da attuare. Ma la volontà è ferrea e diffusa, con la fiducia di chi aspetta che passo dopo passo i comuni “sogni nel cassetto” - tra i tanti problemi burocratici, tecnici e finanziari - possano realizzarsi.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
25/06/2020

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