Quel garage diventato chiesa domestica

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Quando, nel febbraio del 1984, la parrocchia
fu ufficialmente eretta, la funzione
si celebrò in un garage. Prestato.
Oggi, a distanza di 25 anni, la comunità
di S. Massimiliano Kolbe, nella popolosa
frazione Belsito di Misterbianco, strada
ne ha fatta. E non solo in termini di
strutture.
«La parrocchia è stata una presenza
pastorale e sociale fondamentale
- don
Salvatore Digeronimo, parroco sin dalla
fondazione - e ha cercato di venire incontro
ai bisogni della gente con opere
di carità, attività sociali, iniziative di
educazione. Così è diventata un riferimento,
dando alle famiglie l’occasione
di conoscersi e frequentarsi».

«Le amicizie più forti sono nate qui»,
conferma la signora Enza, che per nove
anni ha seguito il Centro Anziani. Impegno
ora affidato al viceparroco, don Fausto
Grimaldi, a Belsito da pochi mesi:
«Tra le iniziative più belle c’è quella della
chiesa domestica, dove ogni settimana,
in tre posti diversi, le famiglie si incontrano
per momenti di formazione».
L’elenco delle attività della parrocchia
è lungo: dal doposcuola per bambini
all’alfabetizzazione per adulti, dal
corso di taglio e cucito per le donne alle
manifestazioni sportive, dalle gite fino
all’assistenza a persone e famiglie in
difficoltà. La signora June, volontaria
della Caritas, conosce le povertà del territorio:
«Assistiamo settimanalmente
60 famiglie - dice - che sono aumentate
negli ultimi tempi, a causa dei problemi
di lavoro, sempre più drammatici. I
casi di disoccupazione crescono: l’altro
giorno sono venuti in due a chiedere il
nostro aiuto, presentando una lettera di
licenziamento».
Ma la povertà non è solo materiale. Lo
sa bene il signor Giacomo, uno degli
animatori dell’oratorio, aperto di recente:
«Anche grazie all’aiuto del Comune,
siamo riusciti a mettere su una struttura
che ora accoglie ragazzi del quartiere
e di fuori. Organizziamo diversi tornei
con l’obiettivo di togliere i ragazzi dalla
strada e notiamo con soddisfazione che
riescono a trascinare in parrocchia anche
i genitori. Noi facciamo il possibile,
ma i problemi più gravi sono dentro le
famiglie».
Perché se è vero che «rispetto a 25 anni
fa ora c’è una realtà di popolo - conclude
don Digeronimo - è altrettanto
vero che c’è ancora tanto da fare».

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