Polo commerciale, occorre fare «rete»

Confcommercio MisterbiancoLa Confcommercio di Misterbianco ha incontrato imprenditori, professionisti e amministratori sul possibile rilancio e sviluppo della zona commerciale. Non è più tempo di lamentele e proteste, bensì di autoanalisi, coraggio, intraprendenza; capacità di stare e progettare insieme e fare «rete», di creare una «offerta» qualificata che non c'è, di essere capaci di marketing nazionale, di passare dallo spontaneismo all'imprenditorialità manageriale.

Per questo la Confcommercio ha interpellato il prof. Rosario Faraci, docente ordinario di Economia e gestione delle imprese all'Università di Catania, che ha risposto alla chiamata con un modello di sviluppo, di business innovativo che è frutto di studio e ricerca e non di mera inventiva.

Ascoltati gli imprenditori, il prof. Faraci, che già nel 2008 aveva condotto uno studio sulla competitività del territorio e delle imprese di Misterbianco nell'ambito del progetto Urban 2, ha illustrato i fattori della crisi, provando a fornire importanti chiavi interpretative di lettura (una esterna, l'altra interna al mondo delle imprese) e poi a individuare quattro possibili vie per uscire dalla crisi stessa: nuove idee e innovazione; valorizzazione dell'apporto dei giovani; politiche del fare insieme; mobilitazione di nuove risorse, anche con il ricorso alla progettazione regionale ed europea. In concreto, il prof. Faraci ha suggerito di promuovere uno studio preliminare sulle vocazioni del territorio al fine di pervenire a un nuovo modello di business del polo commerciale di Misterbianco; ha lanciato agli imprenditori presenti la sfida di mettere a disposizione spazi logistici per incubare, con la guida del Capitt (Centro per l'aggiornamento professionale, l'innovazione e il trasferimento tecnologico) dell'Università di Catania, start up innovative e giovanili, dando vita così a un'esperienza che sarebbe unica in Italia, sicuramente nel Sud, creando movimento, novità, interesse, con un potenziale di migliaia di giovani che l'Università forma e seleziona; ha sollecitato la classe imprenditoriale a fare uso dei contratti di rete per restituire competitività alle imprese esistenti; ha stimolato il sindaco Di Guardo a creare un team di giovani capace di intercettare le risorse comunitarie e regionali e indirizzarle a un moderno progetto di rilancio e riposizionamento del polo commerciale.

Con coraggio, entusiasmo, ambizione e le partnership giuste, è possibile e può anche essere bello fare impresa e uscire assieme dalla crisi: «Un problema di testa, di tasca, di cuore». E altre magnifiche idee, sull'unione e valorizzazione delle varie aree misterbianchesi e su possibili reti di un «Circuito delle masserie», sono venute da professionisti locali. Il sindaco Di Guardo ha ascoltato e apprezzato tutto. Adesso è l'ora di passare dalle rivendicazioni ai fatti, con la «rete» (anche tra pubblico e privato) che «dà identità, valore e forza ai singoli».

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
13/07/2014

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