Piacere per alcuni, vizio per molti: le stragi dell’alcol. Perché?

alcolici Ogni giorno si sentono notizie di avvenimenti spiacevoli dovuti all’uso e all’abuso di alcol.
Sentiamo spesso parlare degli effetti correlati all’alcol: incidenti stradali mortali, gente che viene investita mentre attraversa la strada, falciata da guidatori ubriachi. L’alcolismo è una condizione di dipendenza dovuta alla massiccia assunzione di bevande contenenti alcol. Le cause dell’alcolismo sono numerose e legate a diversi fattori socio-culturali, psicologici e, per alcuni, perfino biologici.

Giuseppe Scaravilli

C’è chi passa "dall'allegria" e dalla "innocente sbornia” del fine settimana, ad uno stato di vera e propria dipendenza psico-fisica che lo spinge a bere continuamente per evitare i sintomi dell’astinenza. C’è chi beve per l’effetto euforizzante, per sentirsi un "campione" o per alleviare e superare le proprie angosce. L’alcol allenta i freni inibitori ed è per questo che spesso bere diventa anche un modo di essere, utile per superare le diversità e realizzare un’illusoria integrazione sociale. Ma gli effetti dell’abuso di alcol sono talmente devastanti che si finisce per esserne condizionati negativamente, in tutti gli aspetti della vita quotidiana: relazioni interpersonali, lavoro, salute, etc.

L’uso dell’alcol è anche responsabile di problemi di ordine pubblico come furti, crimini, violenze (domestiche e non) e risse. Spesso l’alcolista ha seri problemi, oltre che in famiglia, anche sul posto di lavoro, poiché le sue prestazioni lavorative sono scarse. Né di minore importanza sono i disturbi psico-fisici indotti dall’abuso di alcol: malattie dell’apparato digerente e degli organi legati ad esso, come il fegato ed il pancreas; disturbi dell’apparato circolatorio (tachicardia, ipertensione, miocardia alcolica) e sessuale (impotenza); disturbi psicotici spesso accompagnati da deliri ed allucinazioni; disturbi dell’umore, ansia e aggressività; alterazione dei cicli del sonno e dell’alimentazione.

“L'alcolista è come un albero di nave che si trova in piena tempesta: egli, s’indugia a lungo presso il vino, lo sorseggia e manda giù il calice facilmente. E quando è pieno i suoi occhi vedono cose strane; il suo cuore fa discorsi pazzi. Egli é come chi giace in mezzo al mare, in cima ad un albero di nave. Viene sbattuto dalle onde; viene sbattuto ed anche percosso, ma lui non se ne rende conto e quando si sveglierà... tornerà a cercarne ancora. Ogni sorso che beve è come un morso di serpente che inietta il suo veleno nel corpo e quando avrà ingurgitato bicchieri è preso da un desiderio ardente”. Così come espresso in questi versi della Bibbia (Libro dei Proverbi di Salomone, cap. 23, versetti 30-35): l’alcol è una brutta bestia, una schiavitù. Una schiavitù che però può essere sconfitta. In Italia e in tutto il mondo esistono migliaia di comunità terapeutiche che si prodigano per fare uscire dalla dipendenza dall’alcol le persone schiavizzate da questo vizio.

Senza nulla togliere al lavoro svolto in queste comunità e alla serietà professionale degli addetti ai lavori, c'è una strada maestra per uscire da qualsiasi forma di schiavitù. Non è una strada da inventare, non è una strada impercorribile, ma è indicata in modo chiaro ed efficace da Dio nelle Sacre Scritture: Gesù Cristo, la via, la verità e la vita.

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