Misterbianco rinascerà

CulturaRitornerà la poesia, l’arte, la cultura a Misterbianco. Ritorneranno i poeti, gli artisti, gli intellettuali. Ritornerà la gentilezza, l’educazione, la sobrietà.

Poiché rappresentano l’identità profonda e complessa, la ragion d’essere, la coscienza critica, il cuore pulsante, la linfa vitale, le radici, ‘a ràdica su cui poggia, tutt’intera, la comunità misterbianchese. Rappresentano i luoghi dell’anima, i sedimenti della coscienza, il viaggio sentimentale del paese. Perché una città non è solamente un luogo fisico, fatto di palazzi, di piazze, di strade, di monumenti, ma è anche, e soprattutto, fatta di uomini e di donne, e delle loro storie, perché, come diceva il poeta greco Alceo, “sono gli uomini le mura possenti della città”.

E mi sovvengono “uomini d’altri tempi”, misterbianchesi che con la testimonianza della loro vita, sono stati, e sono, “maestri di vita”, “istituzioni” per la nostra città: il poeta contadino Turi Scordo (amico anche di Ignazio Buttitta), Pippino Marchese (poeta), Nino Giuffrida Condorelli (poeta, storico, pittore, fotografo), Titta Abbadessa (poeta, saggista e animatore dell’antico carnevale di Misterbianco), Neddu Calcagno (poeta contadino), Neddu Bruca (poeta e memoria storia dell’antico carnevale di Misterbianco), Angelo Santonocito (poeta e declamatore, tra i migliori della Sicilia), Gaetano Petralia (poeta), Mimmo Santonocito (poeta, storico, drammaturgo, attore e regista, animatore culturale, fondatore del Partito Sant’Angela Merici), Padre Vincenzo Cannone (parroco di San Nicolò), Alfio Longo (storico e autore di libri fondamentali per lo studio di Misterbianco), Arturo Mannino (preside e scrittore), Pippo Giuffrida (pittore e insegnante), Giovanni Fragalà (pittore). E altri: il prof. Santo Mancuso (preside ed educatore), il prof. Nunzio Caudullo (chirurgo, docente universitario, benefattore), il prof. Salvatore Marchese (economista, patriota, docente universitario, Rettore dell’Università di Catania, Senatore del Regno), il dott. Orazio Giuffrida (Prefetto del Regno), e tantissimi altri, lumi della nostra città. Questi sono i veri valori, gli “scrigni preziosi”, le “mappe” d’un tesoro da riscoprire e da consegnare alle future generazioni. Per rinascere. E poi ci sono altri “luoghi” immateriali, le tradizioni, le credenze, i riti civili, che diventano memoria e insegnamento, che danno il senso dell’essere e dell’esserci, dell’appartenenza ad una comunità che resiste e persiste nei secoli.

E mi sembra quasi di risentire le allegre note dell’Inno alla Madonna degli Ammalati, cantato a voce piena, a braccetto, dal popolo misterbianchese, prima sabato e poi domenica, al Piano, dopo l’asta devozionale, che riecheggia per l’intera contrada, in un tripudio di gioia e commozione. E rivedo pure, ‘a ‘cchianata di Santa Nicola del fercolo di Sant’Antonio Abate, la prima domenica d’agosto per la Festa ‘Ranni, con la Vara preceduta dai quattro cerei, con un popolo in visibilio che incita i devoti “Panzeroti”, sutt’a vara, quasi a “farla volare”, in spalla, sorretti dalla fede e dal fervore. Poi, nel pomeriggio, i devoti del quartiere Manganeddi continueranno la processione, così come poi la sera, faranno i residenti del quartiere di Sant’Angela Merici. E poi rivedo i travolgenti giorni del Carnevale, l’antica “Mascara”, le serate danzanti in dominò in piazza della Repubblica, le notti ai veglioni (al “Cup” e al “Punto Interrogativo”), ‘a cuppiata di l’ova il pomeriggio del martedì grasso, i “maccarruni ccu cincu puttusa”, le maschere ridicole e, infine, il Carnevale “dei costumi più belli di Sicilia”, conosciuto ormai in tutto il mondo, ideato da Turi Giuffrida “Campanazzedda” e da Nino Marchese.

Questo, e non altro, è Misterbianco. La devozione e la tradizione. L’allegria e l’armonia. Il lavoro e la passione. Da qui dobbiamo ripartire per rinascere, per tracciare una direzione, una visione, che ha il sapore d’antico e di giovane. Il passato e il futuro. La memoria e la speranza. Le radici e le ali. E qui dobbiamo esserci per affermare la nostra identità, soprattutto, per dare identità all’intera area metropolitana catanese, la seconda del Meridione, quando tra qualche anno, avremo la Metropolitana a portata di mano. Veramente cieli nuovi si apriranno sulla nostra città. E uomini migliori ci saranno. Coraggio Misterbianco!

Angelo Battiato

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