A Misterbianco la variante Humanitas giunge in consiglio comunale... che fare?

HumanitasA proposito della realizzazione di una mega struttura “Humanitas”, di cui si prevede l’insediamento sul territorio di Misterbianco e per la quale sarà discussa il 18 Luglio in Consiglio Comunale l’approvazione di una variante al PRG, sarebbe opportuno in sede consiliare aprire un dibattito per chiarire eventuali perplessità derivanti dal fatto che, invece di incentivare la sanità pubblica, a suo danno si favorisca ancora una volta l’Ospedalità privata.

Nella recente campagna elettorale fu già tema di dibattito pubblico delle forze politiche in campo ed il sindaco Di Guardo ne aveva preannunciato il proprio consenso, adducendo l’illusione di  una realizzazione che produrrebbe molti posti di lavoro per i nostri concittadini, per cui il nuovo Consiglio comunale dovrà ora assumersi la responsabilità di una scelta “politica” sull’opportunità o meno di inseguire questa illusione di crescita occupazionale o in alternativa -a mio avviso- di proporsi in unisono con gli altri Comuni dell’interland della Sicilia orientale per una progettazione che favorisca invece la nascita di un Polo di Sanità pubblica d’eccellenza e di effettiva efficienza nel nostro Sud.

L’effetto di quest’ultima proposta genererebbe sicuramente il caos delle idee tra opposte posizioni dei gruppi consiliari, ma è proprio dal caos di idee che sorge l’utopia o l’illusione di un mondo migliore.

In tal caso, però, occorrerebbe anche la consulenza di personalità esperte del settore sanitario e soprattutto oneste, perchè spesso volersi chiudere ad oltranza nelle facili illusioni significa sottovalutare possibili speculazioni e corruzioni della nostra casta politica regionale e nazionale, screditata e complice di mafie finanziarie, i cui scandali cominciano ad evidenziarsi in strutture sanitarie private al nord Italia e persino nella nostra Sicilia.

In Consiglio Comunale, dunque, si dovrà affrontare non solo l’aspetto tecnico-sanitario della struttura Humanitas, ma anche l’aspetto politico della realizzazione, la quale investe la necessaria variante del PRG su cui insistono appetiti reconditi di speculazione, perchè alla fine in entrambe le questioni  il problema reale resta la visione del sistema, in cui tutto punta sul profitto smodato e si aggredisce il sociale per lucrare anche sulla salute.

Sì, è vero che nella sanità pubblica sono cominciate a notarsi delle escrescenze maligne, ma causa ed effetto provengono da una perversa cultura del nostro tempo a concepire la salute, la malattia e la morte in maniera distorta, assimilando la sanità ad azienda privata che deve produrre profitto ad ogni costo.

Ma la salute è un diritto fondamentale del cittadino, di cui la nostra società spesso si dimentica, e non può essere concepito come un bene privato, un lusso che finirà di questo passo per essere governato dai privati e dalle assicurazioni.

Lo stesso convenzionamento della sanità privata non è il rimedio garantista, anzi sta diventando sempre più una trappola per distruggere e fagocitare pian piano il nostro sistema di sanità pubblica, come del resto si sta verificando per altre strutture statali.

Io non sono esperto di sanità e, pertanto, non ho la presunzione di dare una indicazione percorribile, ma la soluzione in Consiglio comunale dovrà essere una risposta “politica”.

In questo senso l’Ente Comunale non deve limitare il suo potere locale alla semplice ordinaria amministrazione o alla erogazione di servizi, ma diventa strumento di iniziative, di partecipazione e di più vasta visione dialettica che, partendo dalla propria concezione politica territoriale, investa progressivamente la Regione e lo Stato su scelte essenziali che scaturiscono dalle carenze e dai bisogni locali per realizzarle.  Ed è proprio questo ruolo “politico” fondamentale che viene sempre trascurato dai nostri amministratori, interessati più ad inseguire traguardi di clientelismo elettorale e spesso di reddito.

Sono convinto assertore della Sanità pubblica e credo, comunque, che le eccellenze si formano nell’Ospedalità pubblica.  Basterebbe soltanto una seria riforma “moralizzatrice” del sistema, capace di mettere fuori politicanti, lestofanti e privilegiati dai posti di potere che mortificano e distruggono la sanità pubblica con perversi meccanismi di fraudolenta gestione.

Limiterò, dunque, il mio intervento invitando il Consiglio Comunale di Misterbianco a confrontarsi con i fatti sconcertanti del funzionamento della sanità “privata” negli Stati Uniti, a cui Obama sta cercando di porre rimedio con grandissime difficoltà per l’ostruzionismo delle potenti e ricche lobby americane.

Negli Usa, infatti, sono circa 50 milioni i cittadini che non possono contare sull'assistenza sanitaria perché, essendo la sanità essenzialmente “privata” e quindi a pagamento, non possono permettersela. Cinquanta milioni di persone che non hanno accesso agli ospedali “privati” dato che per qualsiasi tipo di intervento devono pagare di tasca propria.

Per ogni intervento o si anticipa il costo oppure non si viene nemmeno inseriti nella lista d'attesa, a meno che hai “una buona  buonissima” polizza assicurativa.  Così diventa normale che 18 mila persone muoiano ogni anno negli Stati Uniti perché a un certo punto non riescono più a sostenere le spese per le medicine, le visite, gli esami.

Qui, in Italia manca poco a ritrovarci una mattina nelle stesse condizioni per le politiche maldestre di un governo antipopolare che sta mettendo lo Stato dei lavoratori contro gli stessi lavoratori.
A questa verità sconcertante dei Paesi del cosiddetto benessere, però, se ne contrappone in positivo un’altra: quella dell’ isola di Cuba, nel mar dei Carabi, dove, nonostante 50 anni di boicottaggio statunitense, il governo rivoluzionario impiega le modestissime risorse a sostenere la gratuità di un efficientissimo servizio sanitario a tutta la sua popolazione e, persino, ad estenderlo ai popoli dell’America Latina per il principio della solidarietà internazionalista.

Come si vede, quel mal d’America che in America si vuol debellare, invece le correnti “americaniste” di casa nostra irresponsabilmente si avviano ad introdurlo pian piano anche nella nostra legislazione sanitaria.

Enzo Arena
(www.webalice.it/arenavincenzo)

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Commenti

come è suo costume, è stato

come è suo costume, è stato capace di una lunga e attenta analisi... tuttavia mi permetto di evidenziare alcuni aspetti che rendono la sua analisi assai debole in concreto.

1) sarebbe meglio investire sulla sanità pubblica
concordo anche se di pubblico ci sono solo i soldi (e basta). la sanità cosiddetta pubblica è governata da "dirigenti" di nomina partitica, e poichè, nonostante quello che si pensa, i partiti sono associazioni private, la sanità cosiddetta pubblica ha esattamente gli stessi vizi e le stesse virtù di quella cosiddetta privata, che è finanziata dal pubblico (attraverso le convenzioni) ed è governata da soggetti privati, spesso legati a doppio filo con i partiti o direttamente con le istituzioni.

2) decisioni politiche di sindaci e consigli comunali
attribuire al nostro "povero" consiglio comunale la capacità (e soprattutto la responsabilità) di discutere di sanità pubblica e privata con riferimento alla sanità privata americana, mi perdoni ma è esilarante. i comuni per costituzione e per come sono ridotti non possono assolutamente "decidere" in materia di sanità. lei immagina un consiglio (o un insieme di consigli vicini) che dicano: "la sanità privata non ci piace! questo progetto fantastico e mondiale deve essere pubblico!". anche io sono idealista, ma questo è troppo!

3) aspetto economico
l'economia governa la politica, ahinoi! non ci sono più decisione politiche, ma solo decisioni economiche o meglio finanziarie. questa cosa è bella? decisamente no!
ma per combattere l'immoralità non serve la rivoluzione basta la serietà. se l'Humanitas propone un progetto serio e onesto, e dall'altro canto accetta contratti e concessioni con forti limitazioni alla speculazione, io non vedo più grossi problemi.

Pietro Santagati

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