Michelangelo, al suono del tuo nome

Se torni ancora, oggi come ieri,
con lenti passi, a camminarci accanto,
è perché conosci l'amaro sale
di nostalgia e rimpianto.
Se torni ancora, oggi come ieri,
con folate gioiose, a parlarci piano,
è perché sai che troppo pesa
l'azzurro silenzio a chi rimane.
Qui si cammina ancora a testa bassa
- perché è toccato a Lui e non a me? -
Qui è difficile accettare che tu sia lì
- possibile solo una foto e niente più? -
Alla fine uno dei tanti che ha vissuto
appartato e discreto come sapevi essere
chiassoso e travolgente come volevi essere.
E tutto il cumulo di sospeso:
- il giornale ancora da sfogliare
il prossimo viaggio da organizzare
il paziente che dovevi visitare
la solitudine che non sapevi spezzare
lo specchio nuovo da sistemare -
ce lo portiamo sulle spalle
come uno zaino che si fa generoso
di pietre, polvere e terra nera.
Se ancora domani, come oggi,
saprai estorcere un sorriso ai nostri giorni,
impareremo ad essertene grati.
Se ancora domani, come oggi e come ieri,
avvertiamo il vuoto della perenne assenza
impareremo la pazienza dell'attesa,
conosceremo la dolcezza del dolore.
Succederà un giorno di gioire soltanto,
e nulla più, al suono del tuo nome.
Sii leggero come la carezza di un bambino.
Agata Motta

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