Mafia, rifiuti, intercettazioni Misterbianco, carte e NOMI

Comune di MisterbiancoSoldi pubblici, consegnati a imprese vicine a Cosa Nostra, poi spartiti con un dirigente comunale e “assessori”. Non c'è solo la pista (LEGGI I VERBALI) che passa dal ruolo politico del vicesindaco Carmelo Santapaola (sostenitore del PD), accusato di associazione per delinquere aggravata dal favoreggiamento alla mafia, a pesare nella scelta di sciogliere il Comune di Misterbianco. Agli atti del ministero dell'Interno ci sono anche due piste, portate alla luce dalla Procura di Catania.

La prima è quella dei rifiuti, settore infiltrato dalla mafia, con ramificazioni nel Comune di Misterbianco, come ha dimostrato l'inchiesta “Gorgoni” condotta dalla Dia durante la reggenza di Renato Panvino, che ha provocato già lo scioglimento del Comune di Trecastagni e il coinvolgimento dell'ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano.

IL RE DEI RIFIUTI – Personaggio centrale è Vincenzo Guglielmino, detto “U Zu Ninu”, amministratore della EF Servizi Ecologici Srl, ritenuto “volto imprenditoriale del Clan Cappello, in grado di ottenere appalti lubrificati da fiumi di denaro. Guglelmino è uno degli uomini più vicini a Massimiliano Salvo detto “U carruzzeri”, boss del clan e “manager” al quale l'imprenditore Guglielmino si sarebbe rivolto attraberso Raffaele Scalia, uomo di fiducia, per spianare la strada da concorrenti, ripianare contrasti con altri esponenti della criminalità organizzata e per piegare la volontà degli amministratori.

IL SUMMIT – Durante una riunione in un garage di viale Mario Rapisardi, Guglielmino pianifica la strategia per mettere in ginocchio due imprese concorrenti, come la Dusty Srl, che doveva subentrare alla EF Servizi Ecologici Srl a Misterbianco. L'imprenditore suggerisce di mettere fuori uso alcuni mezzi della concorrenza.

Guglielmino: Sì ma a Pachino ... a Pachino (abbassa la voce ndr) gli devono dare fuoco ai camion...
Scalia: Gli devono dare? ...
Guglielmino: se lui (Massimo Salvo ndr) dice va bene .. .gli diamo fuoco ai mezzi... I camion sono della Dusty ... hai capito? ... invece di dargli a fuoco qua a Catania ... che poi che succede? se si dà a fuoco là (a Pachino ndr) ai camion ... loro (la Dusty ndr) i camion di qua (verosimilmente destinati all'imminente servizio di Misterbianco ndr) li devono portare a Pachino...
Scalia: Certo!
Guglielmino: Così loro qua non iniziano i lavori ("Mettunu manu").

L'AFFARE – Vincenzo Guglielmino avrebbe avuto un rapporto consolidato con Orazio Condorelli, responsabile settore Ecologia, che gli avrebbe consentito di ottenere l'affidamento del servizio per numerosi anni.

Anni d'oro, come ricorda l'imprenditore. “Certo – dice Guglielmino - invece ci mettevo sempre quei 65 li levavo da un progetto. La domenica avevamo lo svuotamento cassonetti e lui mi segnava tutte le persone, camion, ape, furgoni, per 65 persone, ne uscivano 8. Però il paese glielo pulivamo!. Poi io facevo la fattura, lui se la guardava, se la tratteneva due tre giorni se c'era qualcosa ...e pagava ed io gli davo ventimila euro al mese, io a lui gli davo ventimila euro al mese e poi lui se li divideva con gli assessori”.

A rimpinguare ulteriormente le casse erano gli interventi extra, sempre sovrastimati.

INTERCETTAZIONI - “Così! - continua Guglielmino - C'è stato un periodo di tempo ...inc... quando ci sono stato io ..., soprattutto quando ci sono stato io che ne abbiamo fatte porcherie a Misterbianco, ne ha guadagnati soldi con me”. Pennisi: “Però sempre la, nessuno si lamentava.... il paese era pulito, il sindaco era contento”. Guglielmino: “Fatti con criterio però Mario. Con criterio, per esempio veniva carnevale, il periodo di carnevale chiamavamo il sindaco, ci parlava lui ... «senti noi dobbiamo fare la pulizia straordinaria». «Guglielmino faccia un progetto» ed io gli facevo un progetto ... dobbiamo mettere almeno due persone qua, due persone ... dietro ai carri ... c'erano i cavalli che defecavano gli dovevo mettere le persone ... poi ci devo mettere le persone nel paese, la pulizia straordinaria … ci vogliono venti persone, venti persone per dieci giorni venivano”. In realtà poi, ne sarebbero venute soltanto “due”.

LA SECONDA PISTA – Il 20 marzo del 2019 Fabio La Spina è stato arrestato durante l'operazione Zeta della Procura di Catania. Si tratta del figlio del consigliere comunale Riccardo La Spina, che sarebbe stato organizzatore dei concerti di Andrea Zeta, cioè di Filippo Zuccaro, figlio minore del boss ergastolano Maurizio. Secondo quanto hanno ipotizzato gli inquirenti, il figlio del consigliere comunale sarebbe inserito nel gruppo di San Cocimo, interno alla cosca Santapaola.

LE VERIFICHE – La Prefettura, partendo dalle inchieste giudiziarie, ha eseguito verifiche approfondite sull'attività amministrativa del Comune, consegnando al ministero una relazione di circa 100 pagine, con 800 pagine di allegati. Non si tratterebbe, quindi, di un lavoro “superficiale”, come ha lasciato intendere l'ex sindaco Nino Di Guardo.

Antonio Condorelli
catania.livesicilia.it
04/10/2019

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