L'Arte cerca spazio: il dibattito di "Cosmos Jonica"

Nell'ex Falegnameria di via Landolina, sede della kermesse "Cosmos Jonica", a cura di Artecontemporanea di Rosa Anna Musumeci e dell'Agenzia Giovani dell'Assessorato alle Politiche Giovanili, incontro-dibattito sullo stato dell'Arte nella città dell'elefante. Più ombre che luci...

Artisti,
professionisti ed operatori del settore, docenti. C’era (non) tutta l’arte
catanese sotto le volte a botte dell’ex Falegnameria di via Landolina per
discutere di espressione contemporanea: una sorta di suggello in forma di
atipico dibattito a “Cosmos Jonica”, la kermesse organizzata da Rosa Anna
Musumeci della “Galleria ArteContemporanea” con l’attivo sostegno
dell’Agenzia Giovani dell’Assessorato alle Politiche Giovanili, coordinata
da Mariagiovanna Chiavaro. Dal “mecenate” Antonio Presti (quello di Fiumara
d’Arte e di Librino, per intenderci) ai critici d’arte Lucilla Brancato e
Ambra Stazzone; da Gianluca Collica “storico” gallerista della città e
Carmelo Nicosia (che insegna fotografia presso l’Accademia di BB.AA. di
Catania) fino al regista Elio Gimbo che di “Jonica Cosmos ha pure curato la
sezione”spettacoli”. L’elemento più forte emerso è il successo del
circuito del GAI (Giovani Artisti Italiani) “che è – sottolinea Rosa Anna
Musumeci - uno dei pochi modelli di sinergia tra istituzioni, società e
territorio nel settore delle arti visive, in grado di coniugare competenze
locali ad iniziative di respiro nazionale ed internazionale” (Cosmos, per
esempio, ovvero l’XI Biennale dei Giovani artisti dell’Europa e del
Mediterraneo che si è appena svolta ad Atene n.d.r.). “E proprio questa
Biennale dei Giovani Artisti Europei e Mediterranei - interviene Mariagiovanna
Chiavaro – è l’organismo che continua a coinvolgere una trentina di città
della Francia della Spagna, del Portogallo, di S. Marino della ex Jugoslavia e
che comprende pure l’Algeria, la Tunisia, Malta, con gli inserimenti (non
sempre costanti) della Palestina: e non ultima pure la gradita rappresentanza
Rom”. Lei è fiera dei risultati: due mostre all’anno per una città che va
finalmente e decisamente imponendosi al di là dei confini strettamente
provinciali: Cosmos appunto e Gemini Muse. Certo, pare però mancare -
insinuiamo noi - il rapporto con l’istituzione per eccellenza,
quell’Accademia di Belle Arti che dovrebbe essere un interlocutore
privilegiato: “Si è vero – ribatte diplomatica – il nostro è un rapporto
a livello personale, d’altronde è quello che avviene in tutte le altre città
coinvolte. Piuttosto è giusto sottolineare il legame forte istituitosi con il
mondo del lavoro”. E’ il caso di Angelo Navarria, il fotografo catanese che
dopo aver pubblicato con la torinese Gribaudo la sua densa monografia
“Confini”, è ormai organico di quella stessa casa editrice. Ma Catania non
è Torino: ecco perché l’incontro ha indicato tre percorsi indispensabili:
l’attenzione delle istituzioni pubbliche; maggiore coraggio e meno
“campanilismo” da parte degli artisti; ricerca dell’integrazione con la
società civile. Punto assai dolente quest’ultimo considerata la penuria del
collezionismo privato e dei galleristi. Forse ci vorrebbero nuovi incentivi –
suggerisce Claudia Gambadoro tra le artiste di Cosmos Jonica – più opportunità
formative anche all’estero. Incerti pure gli altri colleghi: “Già è
difficile - sbotta qualcuno - trovare stimoli personali presso la stessa
Accademia di Belle Arti”, al di là di una formazione (se si esclude
Scenografia) che è stata bollata come “un po’ blanda”. Insomma – è il
succo della loro doleance  -
bisogna entrare in un meccanismo (produzione /fruizione artistica/committenza e
vendita) che qui in città pare avere sbocchi limitati” e dal quale spesso
vengono risucchiati. Eppure la cultura artistica non si può imporre, nonostante
gli esempi del Centro ZO o di Majazè (e di qualche altra realtà che
ingiustamente non è stata citata). Ah, e l’ormai proverbiale mancanza di
sedi? A proposito, aggiungiamo noi, che fine ha fatto il Museo-Galleria d’Arte
Contemporanea della Provincia?

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