La Scuola nelle mani di un Uomo solo

SEL MisterbiancoFacciamo un po’ di chiarezza su un tema così importante per il futuro della nostra stessa democrazia: da una formazione libera e indipendente dipende la costruzione della coscienza di ogni individuo e la strumentalizzazione di essa tende a minare le scelte critiche e libere delle generazioni future.

Il filo conduttore del ddl Renzi sulla c.d. Buona scuola è evidente sin dal titolo e dai primi articoli:per potenziare l’autonomia scolastica “è rafforzata la funzione del Dirigente scolastico” che diventa responsabile delle scelte didattiche, formative, della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti.

Questo è uno dei punti fondamentali della nascente legge: ennesima nella direzione del depotenziamento dell’ “Industria della Cultura”  italiana.

Il decreto Bassanini (59/1997 –  Autonomia scolastica) prevedeva che solo nel rispetto degli organi collegiali (Collegio Docenti e Consiglio d’Istituto) il DS avesse poteri di direzione, coordinamento e indirizzo. Ora si vuole sancire la supremazia giuridica del vecchio (sigh!) “Preside”  anche in campo didattico e formativo perché egli avrà il compito di elaborare il Piano triennale dell’offerta formativa su cui gli organi collegiali saranno solo “sentiti”. Per permettere questa delegittimazione il disegno contiene una delega al governo sulla riforma di questi organi. Le lotte fatte dai nostri genitori, a cavallo della fine degli anni sessanta, per giungere alla emanazione dei cosiddetti Decreti delegati del 1974 sono definitivamente cancellate e demandate ai libri di storia.

Sulla base di questo Piano la scuola avrà assegnate le risorse economiche e i DS sceglieranno i docenti dell’organico dell’autonomia  nell’ambito di albi territoriali.  

In questi albi o “gironi infernali” confluiscono tutti i neo assunti, ma anche i docenti già di ruolo in mobilità, quindi tutti quelli che fanno domanda di trasferimento o che sono dichiarati soprannumerari. I “dannati” prelevati da questi contenitori avranno un incarico triennale ed il DS al termine dei tre anni deciderà se rinnovare l’incarico o meno: addio alla  stabilità del posto di lavoro e alla continuità didattica.

Si potranno scegliere anche docenti da destinare all’insegnamento di materie non comprese nel piano di studio della scuola ma rientranti in quello dell’arricchimento dell’offerta formativa.

Una provocazione: all’indomani dell’entrata in vigore della legge un Ds potrebbe pensare di inserire nel piano di studi della scuola che dirige un arricchimento dell’offerta formativa inserendo un corso di “taglio e cucito” ed incaricare per ciò un docente in grado di portare avanti tale attività ossia la persona che gli interessa inserire nella sua scuola (prevedibili ed italianissimi scenari da “inciucio”).

Da docente vedo quelli dall’albo tutti a scodinzolare, come cagnolini fedeli, per essere reclutati dalla “squadra” migliore; magari messi su cattedra, invece che obbligati a svolgere compiti da tuttofare tappabuchi.

Tutto questo mette il docente in una condizione di subordinazione con una drastica riduzione della libertà di insegnamento e del pluralismo che dovrebbe caratterizzare la scuola pubblica prevista dalla Costituzione.

Rischiano, come al solito più di tutti, gli studenti, che dovrebbero incarnare la centralità della scuola: i cosiddetti soggetti in apprendimento, cui viene negato il diritto alla continuità didattica. Il diritto al sapere disinteressato, perché la scuola – nell’odioso mondo di Renzi – è finalizzata al lavoro. A partire dalle terze classi 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 per quello dei licei devono essere destinate alla formazione aziendale: l’alternanza scuola-lavoro può essere sia sostitutiva che complementare. Gli scolari già dal secondo anno dei superiori potranno svolgere formazione aziendale e verranno avviati precocemente ad un lavoro gestito dalle aziende e non dalle scuole. Gli obiettivi didattici e culturali vengono subordinati a quelli imprenditoriali. È chiaro che gli studenti devono essere in grado di inserirsi nel mondo del lavoro, ma forniti di strumenti cognitivi che li mettano in grado di capire  in quale contesto si collocano, per chi si produce, per quali scopi, in quale modo. A mio parere, fino a 18 anni bisogna fare tutto il possibile per formare tutti a scuola e solo dopo deve partire la formazione in azienda.

In questo contesto desolante non per ultima si inserisce la valutazione del merito dei docenti, non si sa con quali strumenti, che è di esclusiva competenza del DS. Parliamoci chiaro in questo momento storico in cui non ci sono soldi si cerca di far contendere lo “scarno osso” scatenando la competizione e la concorrenza individuale tra i docenti come nelle aziende private perché questo migliorerebbe la qualità della scuola. La domanda è: differenziare la retribuzione, mettere in competizione i docenti tra di loro, gerarchizzarli, selezionarli … migliora la qualità della scuola o la peggiora?

La scuola ha bisogno di collegialità effettiva non di competitività. Insomma, servilismo, clientelismo, approccio esecutivo saranno premiati mentre coloro che osano criticare o semplicemente hanno maggiore autonomia di giudizio saranno marginalizzati o addirittura non avranno il rinnovo dell’incarico triennale.

Siamo davanti ad un dramma (culturale, civile, politico, democratico, costituzionale) che richiede una  reazione forte da parte del mondo della scuola e della società tutta. Questa “riforma” è il più violento tentativo avvenuto in età repubblicana di privatizzare la scuola e distruggerne il modello costituzionale. I lavoratori della scuola rischiano di essere i più massicci precarizzati alla Jobs Act. Valutazione e reclutamento potenzialmente subordinati alla capacità di asservimento alle logiche dominanti. Gli studenti: numeri su cui far arricchire aziende. Consumatori acritici, invalsizzati e possibilmente neutralizzati in funzione dell’affermazione del pensiero pedagogico unico.

SEL Misterbianco

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Commenti

Premesso che mi trovo d

Premesso che mi trovo d’accordo al 100% con le argomentazioni riportate nel post firmato “SEL Misterbianco”, mi farebbe piacere conoscerne l’estensore visto che alcuni passaggi del testo ( “Da docente” e “A mio parere” ) rivelano la mano di un singolo autore che magari poi ha sottoposto al vaglio della sezione di SEL lo scritto per la pubblicazione su Misterbianco.com. Con cordialità

Natale Scuderi

Mi scuso con il ritardo con

Mi scuso con il ritardo con cui rispondo al suo commento ma mi accorgo solo oggi della presenza dello stesso. Ha ragione nell'affermare che la "mano dell'autore" è quella di un docente infatti è stato scritto dal prof. Giuseppe D'Angelo in qualità di attivista di SEL Misterbianco ed essendo in linea con le indicazioni nazionali del partito la pubblicazione è avvenuta a firma SEL.

Giuseppe D'Angelo

Non c'è problema, era solo un

Non c'è problema, era solo un' annotazione frutto più che altro di deformazione professionale (sono, anzi sono stato, insegnante) visto che, nella sostanza, condividevo quanto veniva detto.

Comunque grazie per la risposta.

Natale Scuderi

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