La minoranza chiama in causa l’esecutivo sul “caso” dei maggiori oneri. Raccolta rifiuti: la maggioranza … si dilegua

Consiglio ComunaleSpunta la mozione di risarcimento e la maggioranza si dilegua. Si doveva parlare delle maggiori spese della raccolta dei rifiuti, al consiglio straordinario di lunedì sera.

Dei 323 mila euro che la ditta Oikos ha chiesto alla Simeto Ambiente, la società d’ambito dell’Ato rifiuti Catania 3 in liquidazione. Oneri derivanti da un maggior impiego di operai da febbraio a luglio. Dibattito acceso e banchi stracolmi. Almeno fino a quando i rappresentanti dell’opposizione Marco Corsaro (Udc), Franco Galasso (Il Girasole) e Serafino Caruso (Pdl) che avevano chiesto la convocazione, non hanno tirato fuori la mozione finale: sono da addebitare all’esecutivo eventuali e futuri debiti fuori bilancio scaturiti dalla richiesta dell’impresa.

A quel punto, quasi tutti i consiglieri di maggioranza hanno raccolto carte, borse e soprabiti e lasciato l’aula. Rimanevano solo Giovanni Giaccone (La Sveglia), che aveva sollevato la questione e d’accordo con la mozione, e Cristian Vitrano (Partito democratico). Al presidente Nino Marchese non è restato che chiudere l’assise. «Inseriremo la mozione come ordine del giorno al prossimo consiglio utile – dice Corsaro – ma è scorretto politicamente da parte della maggioranza non rimanere in aula e votare la mozione. Abbiamo perso l’occasione per sancire con deliberazione di consiglio, la totale assenza di un ulteriore aggravio per i cittadini».

Il sindaco aveva ribadito quanto da sempre affermato: «La decisione della raccolta notturna è stata presa dall’azienda a causa dell’estensione della raccolta differenziata su tutto il territorio comunale. Il Comune non c’entra e nessuno dovrà pagare». Ma resta la richiesta fatta dall’azienda e il parere contrario della Simeto Ambiente. Anzi, proprio la società d’ambito aveva precisato in una lettera che gli eventuali oneri aggiuntivi dovevano essere coperti dall’amministrazione comunale mediante proprie risorse finanziarie, da mettere in bilancio e da imputare all’utenza. «Non ci basta la parola – aggiunge Corsaro – non si gestisce un comune sulla parola, si procede con gli atti».

Rosario Nastasi
Gazzetta del Sud ed. Catania
09/10/2013

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