La lotta di Habacuc (ovvero come vincere la depressione)

La lotta di Habacuc
Cadere sotto il gioco della prostrazione, diventare depressi e giacere in uno stato di abbattimento fisico e morale. Sentirsi sbaragliati, distrutti, senza avere la forza per uscirne fuori perché ci si sente deboli e fiaccati. Avere la sensazione che dentro di noi abbiamo perso la speranza, percepire che non vi è nessuna certezza attorno a noi. Sentirsi impotenti di fronte alle incertezze economico – sociali, alle instabilità politiche ed agli eventi catastrofici naturali, in quanto tutte le soluzioni possibili, politico – amministrative e tecnico – scientifiche, ci appaiono insufficienti o, addirittura, inadeguate.
Questo è lo “sbocco” naturale che porta l’uomo, in maniera inesorabile, alla prostrazione, all’abbattimento ed alla depressione.

Giuseppe Scaravilli

Il “giogo”, cioè l’oppressione, l’abbattimento, la prostrazione, è il primo passo per cadere nel tunnel della depressione. Ancora la persona, sotto lo stato di prostrazione, cerca mentalmente di uscirne fuori con le proprie forze, vorrebbe reagire ma non ci riesce, si sente assillata, tormentata, rosa dal “tarlo della depressione” e sente che la sua mente viene offuscata ed invasa dalle tenebre del dubbio, della paura, dell’ansietà, sente aprirsi il “baratro” dove cadrà per non uscirne più e quindi, come ho accennato sopra, dallo stato di prostrazione si viene catapultati negli “antri tenebrosi” della depressione, dove si ha bisogno del supporto tecnico delle strutture sanitarie, di medici, psicologi, psicanalisti, psicoterapeuti.

Vi è una piccola distanza che separa lo stato di prostrazione dal baratro della depressione, una distanza piccolissima ma pur sempre importante, se si riesce ad avere, pur nel pieno tormento, sprazzi di lucidità interiore, senso di amor proprio e desiderio di uscirne fuori.
Sprazzi di lucidità interiore dove ci si chiede il perché si è “infilati” in tale situazione.
Senso di amor proprio, cioè, alzare il capo (la prostrazione induce ad un senso di abbattimento) ed avere la certezza che solo affrontando le “problematiche” che ci circondano è l’unico metodo positivo per avere padronanza di se stessi.
Desiderio di uscirne fuori e, quindi, avere la necessità di reagire.
Tutto questo per non cadere nella strada del non ritorno, dove è quasi impossibile uscirne fuori, cioè, nel “baratro” della depressione.

Penso, con tristezza, all’usignolo triste della canzone mondiale, alla regina della musica pop, Whitney Houston, morta a soli 48 anni, il 12 febbraio di quest’anno, preda della depressione, dell’alcol e della droga. Chissà quante volte avrà tentato di uscirne fuori ma, purtroppo, non ne è stata capace.
Facendo tesoro della mia esperienza di ex operatore di Psichiatria, coniugando il mio essere cristiano ed avendo la certezza che, soprattutto, in questi “travagli interiori”, un “pizzico” di fede in Dio non guasta, voglio esporre come un Profeta ebbe la voglia e la capacità di riuscire a vincere lo stato di prostrazione che lo attanagliava. Il Profeta Habacuc ha combattuto con determinazione il “male oscuro” e ne ebbe la vittoria.

Habacuc fu Profeta del Regno di Giuda, poco prima del 605 a. C., prima della caduta di Gerusalemme, avvenuta nel 587 – 586 a. C., dove i Caldei subentrarono agli Assiri. Il Profeta vedeva attorno a sé, violenze, iniquità, perversità, rapine, liti, discordie, non veniva garantito nessun diritto. E come se non bastasse, con i Caldei piovve sul bagnato, in quanto sul Regno di Giuda si scatenò una violenza ancora più impetuosa ed aspra. Ed al Profeta non restava che rivolgersi a Dio, ma anche le preghiere di Habacuc sembravano vane, tanto che lui si appartò in silenzio e dovette assistere al dilagare della violenza e della perversità dei Caldei. Habacuc ha udito la voce di Dio, ha visto la visione delle calamità che si abbattevano nel Paese di Giuda ed egli venne pervaso da uno stato di prostrazione, perché spaventevoli erano le “visioni” delle violenze che dovevano accadere e troppo grande, per lui, era il giudizio di Dio.

Egli non ebbe la forza di sopportare tutto questo ed il suo essere si abbatté in uno stato di profonda angoscia. Egli fremette, tremò, ed un “tarlo” gli entrò nelle ossa (Habacuc, Cap. 3: 16); troppo grande e spaventevole era la calamità che stava per abbattersi sul suo popolo. Habacuc stava per venir meno ed il suo sistema nervoso era sul punto di crollare, egli si trovava in una posizione deplorevole di prostrazione, di abbattimento totale, era pieno di angoscia. Tuttavia, benché fisicamente e psicologicamente stremato, il suo spirito ebbe la forza di analizzare le conseguenze di quelle calamità, fece una panoramica della situazione e, pur essendo in quelle condizioni, prese una “posizione di combattimento” (Habacuc, 3: 18 – 9) e “risalì la china”, nonostante le avversità.

Anche oggi si può uscire dallo stato di prostrazione ed affrontare le calamità, le avversità della vita, prendendo “posizione” contro tutto quello che si oppone al nostro cammino. Quando il sistema nervoso sta per crollare, bisogna rimanere lucidi e non cadere in uno stato confusionale, si può lottare per “uscire” dallo stato di prostrazione, si può essere vittoriosi sulle avversità, si può prendere esempio dal Profeta Habacuc che ebbe la forza di reagire rifugiandosi nella sua forza interiore e nella fede in Dio (Habacuc, 2: 4). Habacuc sconfisse la negatività che lo circondava, non si lasciò sconfiggere dal “tarlo” della prostrazione, diventò propositivo e vinse la sua battaglia interiore, avendo la certezza che il Signore gli avrebbe reso “i suoi piedi forti come quelli di un cervo e lo avrebbe fatto camminare sulle alture”. La sua anima festeggiò il suo Dio, perché lo aveva rivestito delle vesti della salvezza ed avvolto nel manto della giustizia. Anche noi, dunque, possiamo combattere per vincere, correndo con perseveranza il percorso che ci sta davanti, volgendo lo sguardo verso Gesù.
“Se dentro, tu hai perso la speranza e senti che certezza più non hai. Non temere, abbi fede in Dio, perché Lui è vicino a te. Ti rialzerà se non avrai più forze, sarà con te nel buio della notte. Ti rialzerà ed in alto volerai”.

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