La democrazia (vera) o il "tramonto dell’Occidente"

DubbioE se fosse tutto sbagliato!? Se fosse tutto da rifare!? Se dovessimo ricominciare daccapo!? Se tutto fosse l’opposto di ciò che si racconta!? Se tutto fosse un grande imbroglio!? Abbi dubbi. Anzi, solo i dubbi ci aiutano a comprendere questo nostro difficile mondo. Il dubbio è vita. Forse ci dicono solo ciò che conviene a loro, ciò che è giusto per loro.

Viviamo in un mondo globalizzato dominato dalla legge del profitto e del consumo, dall’edonismo e dalla cieca mondanità; in una società controllata dal mercato, dalla ricerca del “comodo” e della comodità, dove l’uomo è alla continua ricerca del guadagno, del vantaggio personale, della monetizzazione della felicità, dove anche i valori di un tempo diventano merce di scambio, ed i rapporti umani valgono in base a quanto riescono a “produrre” in termini economici e di tornaconto. In tutti i campi, in tutti i settori: culturali, artistici, sociali, produttivi, politici, religiosi. Questa è la vera emergenza sociale ed educativa. Questo è il vero tramonto della nostra civiltà. Abbiamo un assoluto e urgente bisogno di riscoprire, di reinventare, tutti’interi, i nostri valori: la tolleranza, l’uguaglianza, il rispetto, la solidarietà, la meritocrazia, la democrazia, la libertà, la pace. Ma la libertà deve essere coniugata con la partecipazione, con la responsabilizzazione, con la condivisione, con la ragione, con la conoscenza, con l’informazione, con la formazione.

Ma anche con la memoria, la storia, l’identità, la tradizione (intesa come basamento, come radici, come ali). Senza questi cardini la libertà non vale nulla, diventa ossessione, diventa giustificazione, diventa pretesto, e si infrange su terreni scivolosi, e su campi di battaglia della cultura dominante che mira persino ad “esportarla”, monca di linfa vitale e denudata di sostanza. E non esistono più “luoghi dell’anima”. “Anche la Chiesa – profetizzava Pasolini, già negli anni Settanta – ha fatto un patto col diavolo, cioè con lo Stato borghese. Non c’è contraddizione più scandalosa infatti che quella tra religione e borghesia, essendo quest’ultima contraria alla religione. L’accettazione del fascismo è stato un atroce episodio, ma l’accettazione della civiltà borghese capitalistica è un fatto definitivo, il cui cinismo non è solo una macchia, l’ennesima macchia nella storia della Chiesa, ma un errore storico che la Chiesa pagherà, probabilmente con il suo declino”. E Pasolini diceva di più: “La Chiesa non ha infatti intuito - nella sua cieca ansia di stabilizzazione e di fissazione eterna della propria funzione istituzionale - che la borghesia rappresentava un nuovo spirito, che non è certo quello fascista: uno spirito che si sarebbe mostrato dapprima competitivo con quello religioso, e avrebbe finito poi col prendere il suo posto nel fornire agli uomini una visione totale e unica della vita”.

Cosa ne abbiamo fatto dei vostri valori!? Dove sono andate a finire le nostre virtù!? La cultura dominante occidentale si è “giocato” tutto al tavolo della ricchezza, del denaro, del potere. Tutto per inseguire il sogno della felicità, del “si vive solo una volta”, del “domani non v’è certezza”. Ma se la felicità non va a braccetto con l’etica individuale e collettiva, non si confronta con la “legge morale dentro di noi”, diventa solamente una “sonagliera” fatta apposta per il “paese dei balocchi”. Perché non tutto ciò che piace a noi, è giusto per noi. Ecco che occorre ridefinire, reinventare un nuovo modo di vivere e di relazionarsi gli uni con gli altri, e tra gli Stati (facile a dirsi!), non basato sull’egoismo, sul narcisismo, sulle armi e sui conflitti armati, non poggiato sulla forza del Pil e del mercato libero, ma sui veri valori della civiltà umana. Bisogna superare la logica di Yalta, e mandare in soffitta la Nato (facile a dirsi!), perché ormai è un vecchio arnese del passato, obsoleto e inefficace, anzi a volte pericoloso. Bisogna rifondare la civiltà dell’Occidente, che non ha “parenti” ad Ovest, come ad Est, e che non ha nessuna somiglianza con la civiltà d’oltreoceano. Anzi, anzi...

Angelo Battiato

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