La cellula mafiosa dei Nicotra Minnitta, 'capo' dei Tuppi di Motta

arrestoLe carte del processo abbreviato Gisella, nato dall'inchiesta che ha azzerato il clan alleato ai Mazzei.
Quando è scoppiato il blitz Gisella a Motta Sant’Anastasia si erano chiuse da meno di 48 ore le urne per le amministrative. Quasi un fulmine a ciel sereno per la cittadina etnea che sembrava immune alle operazioni antimafia. Ed infatti, c’è chi - dopo la retata che ha azzerato la cellula mottese del clan Nicotra - ha chiesto di aspettare il processo ‘prima di parlare di mafia’. Memoria corta. Perché di Motta Sant’Anastasia se ne parla nelle carte giudiziarie da diversi decenni.

Giuseppe Pulvirenti, u Malpassotu per Cosa nostra, aveva creato un gruppo proprio nella cittadina medievale fin dagli anni 80 affidandolo a Orazio Pino prima (l’ex pentito ucciso l’anno scorso in Liguria) e Filippo Malvagna dopo (anche lui, come molti ex malpassoti, tra le file dei collaboratori di giustizia). E così il clan Nicotra, alleati dei Mazzei, è andato alla conquista di una delle roccaforti criminali che fu dei nemici storici. Una sorta di smacco per i Tuppi (nome mafioso dei Nicotra) costretti negli anni 90 a migrare al nord per evitare di essere sterminati.

Chi chiedeva di aspettare il processo all’indomani del blitz, sarà presto accontentato. I componenti (quasi tutti) della cellula mafiosa mottese del clan Nicotra, così come è fotografata nelle carte dell’inchiesta condotta dal pm Marco Bisogni, hanno scelto il rito abbreviato che è già avviato. “Alle strette dipendenze di Antonino Rivilli e di Tony Nicotra (rinviati a giudizio) - si legge nelle carte - opera, il qruppo di Motta Sant'Anastasia, capitanato da Daniele Distefano, inteso "Minnitta", il quale, a sua volta, si avvale dell'opera del fratello, Filippo Distefano, e dei "soldati", Filippo Buzza, Domenico Agosta, Gaetano Indelicato, Francesco Spampinato e Giuseppe Piro”.

E quindi il leader degli affari mafiosi in quel di Motta Sant’Anastasia sarebbe stato 'Minnitta', un nomigliolo che compare sulle pareti che ‘incorniciano’ piazza Umberto I a Motta Sant'Anastasia. Una scritta che campeggia da parecchio tempo, la si trova infatti anche facendo una ricerca con lo strumento ‘street’ di google maps. Ma, nonostante il blitz e gli articoli stampa, quel “timbro" che non solo deturpa ma evoca il nome di chi avrebbe ‘capitanato’ un gruppo mafioso è ancora lì. Alcune volte dei piccoli gesti, come quello di ripulire una scritta, assumono un alto valore simbolico.

Anche perchè a leggere i verbali del pentito Luciano Cavallaro, pare che Daniele Distefano, alias Minnitta, farebbe parte del gruppo Nicotra dal 2010. “Nel dicembre del 2010, quando sono uscito dal carcere, è venuto insieme a Nino Privitera - ha raccontato il collaboratore - per portarmi una bottiglia di champagne e il panettone per festeggiare la concessione degli arresti domiciliari. Si occupa di stupefacenti del tipo cocaina ma si presta anche ad attività estorsive”. Nelle rivelazioni che portano la data del 2016 ci sono dei particolari alquanto singolari. Daniele Distefano si sarebbe confidato con una signora conosciuta da Cavallaro. “A seguito della mia collaborazione si stanno tutti aspettando un imminente arresto e, inoltre, lo stesso Distefano è molto spaventato poiché teme che Rivilli abbia scoperto il suo ruolo di confidente per i carabinieri. In effetti, prima che venissi arrestato, ero andato a trovare Rivilli che si trovava agli arresti domiciliari e lo stesso mi aveva detto di non fidarmi del Distefano poiché puzzava, lasciandomi intendere che faceva la spia alle forze dell’ordine”. Il seguito è coperto da omissis. 

E leggendo le intercettazioni, ci sono diversi passaggi in cui Rivilli e altri affiliati del Tuppi si sono lamentati dei comportamenti del gruppo di “Motta” che hanno attirato, in diverse occasioni, gli investigatori. “Hanno camminato con i telefoni e (gli inquirenti) li stanno guardando a tutti quanti......omissis... Fanno il blitz dopo, no?!”. E, infatti, blitz fu.

Laura Distefano
catania.livesicilia.it
01/03/2020

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