LA 1° Farmacia comunale a Misterbianco... Parliamone!

farmaciaIn verità avevo accolto con soddisfazione l’esito negativo del bando di gara pubblicato ad Ottobre 2013 per la concessione a privati della 1^farmacia comunale e conclusosi con la mancanza di offerte, ma intuivo che Sindaco e Giunta, pur di far cassa, si ostinassero ancora a riaprire i termini ad un prezzo d’asta assai sotto alle stime medie delle farmacie, la cui aggiudicazione sarà definita dalla Giunta nei prossimi giorni col criterio dell’offerta più vantaggiosa.

Dell’opportunità o meno di tale scelta, avallata anche dall’insipienza critica del Consiglio Comunale, non è stata sufficientemente data una spiegazione che potesse almeno mediare un “partecipato convincimento” della pubblica opinione. La mia personale opinione mi fa ritenere particolarmente sbagliato dare al privato la gestione della farmacia comunale,  perché il Comune viene a privarsi di una attività per la quale gli abitanti possano sentirsi azionisti di un servizio sociale e di un elemento di prevenzione che, in collaborazione ai medici di base e alla guardia medica, può assicurare ai cittadini un miglior sistema di sicurezza sanitario e garantire i farmaci alle fasce più deboli della popolazione. Inoltre, con l’avvento dei decreti ministeriali attuativi della denominata “FARMACIA DEI SERVIZI”, ora la sua funzione non sarà quella di trarne il maggior profitto dalla dispensazione di farmaci ma di erogare esami diagnostici, prestazioni socio-sanitarie, servizi infermieristici, molti dei quali assolutamente gratuiti, oltre che attivare prenotazioni con i centri accreditati della sanità pubblica, della salute mentale, e con i servizi sociali e le associazioni di volontariato, costituendo nel territorio un monitoraggio sistematico e permanente della salute del cittadino, anche per quel che riguarda il disagio ambientale della vicina discarica e i fenomeni di disseminazione tumorale da questa probabilmente prodotti.

Considerata poi la redditività delle farmacie private che conosciamo, credo che l’apertura di una farmacia comunale non sia affatto penalizzante, anzi è fonte di utili consistenti e costituisce una risorsa culturale finalizzata, col suo fatturato non indifferente, ad ottimizzare i servizi sociali del territorio mediante prestazioni accessorie di iniziative che ne qualifichino l’immagine facendo crescere negli utenti la consapevolezza del ritorno sociale della propria spesa farmaceutica fatta in questo presidio comunale, se ciò può servire a risvegliare l'interesse politico dei cittadini per tutto quello che è bene pubblico, anzichè affidarlo al privato.

La gestione diretta della Farmacia Comunale può essere, pertanto, la buona occasione per dispensare “salute” e per costituire un elenco di laureati in Farmacia o discipline equivalenti da cui attingere per conferimenti di incarichi libero-professionali a chiamata. Ma Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale di Misterbianco sembrano non intenzionati a coglierla.

Sarò forse disinformato sul bilancio degli utili economici di una farmacia, nè tra il parentado e nemmeno nella cerchia di amicizie tengo imprenditori di settore a cui chiederne ragguagli, ma il mio unico metro di giudizio è la valutazione delle funzioni sociali che può avere una farmacia gestita dal Comune, perchè sono quest’ultime quelle che giustificano la mia opinione contraria a cederla al privato.

Non condivido, perciò, il ragionamento di questa Amministrazione, le cui intenzioni sono il modo perverso di “fare cassa” nell’ottica strategica disarmante di un progressivo affidamento al privato degli interventi di natura sociale (l’anno prima le ambiguità regionali del progetto Humanitas ed ora la cessione della 1^Farmacia Comunale). Questo processo strategico, ASSAI SPESSO IN MANO AD INTERMEDIARI DI EFFETTI NEGATIVI, viene assunto a paradigma anche dai nostri incauti Amministratori comunali, indebolendo il sistema pubblico e abbassando i livelli di funzione sociale dei servizi della pubblica utilità a spese delle fasce più deboli, che già per la crisi stentano a trovare risorse per curarsi adeguatamente o addirittura sono costretti a rinunciarvi.

Non ho apprezzato, dunque, il metodo unilaterale con cui l'amministrazione comunale di Misterbianco vuole gestire questa scelta, nè la latitanza delle rappresentanze politiche che siedono in Consiglio Comunale. Dall’istituzione pubblica del Comune e da coloro che ci rappresentano ci si aspetterebbe la capacità di dibattere anche gli aspetti sociali di una farmacia comunale e non solo quelli di far cassa; da loro ci si aspetterebbe la volontà di confrontarsi con la collettività intesa come partecipazione attiva e non come una somma di numeri utili ai fini della “conta” elettorale. Ma il “fare politica” cos’altro è se non la verifica della compatibilità con gli interessi dei cittadini, per cui sarebbe opportuno sospendere il bando d’asta di “CONCESSIONARIO CERCASI APPASSIONATAMENTE” e, se necessario, promuovere un referendum consultivo, perchè non c’è democrazia nè partecipazione se nel chiuso di una stanza solo alcune persone osano decidere il pronunciamento di COSA CEDERE e A CHE PREZZO, facendo intendere che la cessione della farmacia comunale sia una scelta obbligata dal patto di stabilità...per poi ricavarne invece risorse da utilizzare in interventi o amenità di facciata di questa Amministrazione, dalla coloritura politica non ben definita, ma sicuramente non propensa a deliberare “cose di sinistra”.

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

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