Il 2018 dei rifiuti siciliani: I Comitati No discarica intendono incontrare il presidente Musumeci

No DiscaricaChe 2018 sarà sul fronte finora disastrato e mortificante dei rifiuti siciliani? Il nuovo presidente della Regione Nello Musumeci promette una decisa "svolta", parla di “emergenza strutturata” e chiede intanto al Governo nazionale, come il suo predecessore Crocetta, un commissariamento con poteri straordinari per avviare a soluzione la pesantissima situazione ereditata. Che è continuata significativamente durante le feste con la crisi di Bellolampo per una cinquantina di comuni.

Con le discariche perennemente al collasso, una differenziata media ancora al 15% in Sicilia (e ancora minimale purtroppo nelle città metropolitane di Catania, Palermo e Messina), si cercherà intanto con un bando di portare (costosamente) i rifiuti all’estero per almeno 8-10 mesi; programmando nel frattempo almeno una decina di impianti di compostaggio e recupero. Dopo le dimissioni dalla Giunta regionale dell’on. Vincenzo Figuccia, si attende che il presidente Musumeci nomini presto il nuovo assessore a rifiuti, acqua ed energia, ed intanto è atteso con fiducia all’opera alla direzione dello strategico Dipartimento acque e rifiuti Salvo Cocina, che già preannuncia ispezioni e provvedimenti a fronte del “nulla” prodotto in vent’anni dalle amministrazioni e dei 2 miliardi di debiti degli Aro-Ato.

Discutendo di inceneritori, valore economico delle materie riciclate ed “economia circolare”, gli esperti fanno rilevare che, da responsabile dell’ufficio speciale per la differenziata, Cocina ha dimostrato una conoscenza approfondita del settore, delle sue regole e strutture, e si confida anche nella sua capacità di “fare squadra”. Chi da anni conduce battaglie sul territorio ribadisce che l’emergenza rifiuti è superabile adottando intelligenza, volontà politica, lungimiranza e gioco di squadra. E superando - aggiungiamo - i forti interessi privati e vincendo ogni malaffare nel delicato settore. Al nuovo assessore regionale ai rifiuti gli esperti chiedono di «far realizzare in tempi brevissimi gli impianti necessari a valorizzare le materie prime ottenute dalla raccolta differenziata: dai bio-digestori agli impianti di compostaggio, da quelli per il riciclo della carta a quelli del vetro e della plastica; trasformando i tantissimi operatori ecologici delle società di igiene ambientale pubbliche e private in operatori della raccolta differenziata e quindi dell’economia circolare». Una partita che la Sicilia può vincere, ma che – come ribadito dagli esperti in un recente convegno - «si vince insieme: con il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni ambientaliste, degli amministratori e delle imprese».

Esperti e associazioni ambientaliste che il nuovo presidente Musumeci subito dopo la propria elezione ha dichiarato di voler coinvolgere direttamente e in concreto. Ci si aspetta che lo faccia davvero, instaurando una vera collaborazione vincente. E’ forte l’attesa di tanti su questo versante: «L’economia circolare - viene sottolineato - sarebbe una ricchezza autentica e durevole con benefici per tutti. Occorre partire, per non tornare mai più indietro». Per il governo Musumeci e la Sicilia, una difficile scommessa da vincere, una sfida di civiltà.

Per i Comitati No discarica e le popolazioni di Misterbianco e Motta S.A., in prima fila nel nostro contesto – mentre pare in arrivo una troupe della trasmissione “Report” della Rai - il “sogno” di un funzionale Piano rifiuti e discariche presto professionalmente riconvertite in strutture di recupero e riciclo. Ma proprio i Comitati ora chiedono allarmati un incontro al presidente Musumeci per conoscerne i programmi e “incalzarlo” sul futuro della discarica di Valanghe d'inverno (citata in Regione come «l’unica che non è al collasso», e di cui qui si paventa perciò un’eventuale forte ripresa operativa motivata dalle emergenze), magistratura amministrativa a parte.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
07/01/2018

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