I verbali del pentito Di Gregorio "Vi dico tutto sui Placenti"

ScommessePensavano in grande i fratelli Carmelo e Vincenzo Placenti. Da Misterbianco avrebbero voluto esportare il metodo illecito delle scommesse on line anche nel nord Italia. E il ponte di collegamento sarebbe stato Vito Di Gregorio, il 41enne di origini milanesi, che dopo il suo arresto da parte delle autorità romane ha deciso di vuotare il sacco.

E le sue rivelazioni stanno portando venti di burrasca tra le file del clan Santapaola-Ercolano. Vito Di Gregorio - a suo dire - sarebbe stato un affiliato a tutti gli effetti. E i suoi referenti sarebbero stati proprio i fratelli Enzo e Melo Placenti, nomi che hanno provocato - vista la loro parentela con Carmelo Santapaola, ex vicesindaco di Misterbianco - ombre nell’amministrazione comunale misterbianchese. Nubi che hanno portato al decreto di scioglimento del consiglio comunale da parte del Viminale, poi promulgato il primo ottobre dal Capo dello Stato.

Il pentito racconta ai pm di Catania ruoli e potere dei Placenti, signori del gioco d’azzardo. “Melo ha la gestione economica del gruppo ed Enzo è il soggetto maggiormente creativo. Nel senso che è stato lui ad ideare ad esempio il coinvolgimento del gruppo all’attività di scommesse on line nelle quali da ultimo sono stato coinvolto anche io nel nord Italia”.

Il collaboratore si ferma un attimo. E spiega anche il peso criminale all’interno della famiglia catanese di Cosa nostra dei fratelli di Lineri, finiti nei guai lo scorso novembre nell’ambito della maxi operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri RevolutionBet. “I Placenti - spiega il pentito- sono un gruppo autonomo che fa riferimento direttamente alla famiglia Ercolano e nello specifico a Mario Ercolano. Posso dirlo con certezza perché mi è stato riferito dagli stessi Placenti che mi hanno presentato Mario Ercolano direttamente a casa loro nel 2011”. Una riunione in cui sarebbe stato presente Natale, cognato di Giuseppe Rizzotto vittima di lupara bianca, Cesare Marletta, Enzo e Melo Placenti ed un amico di Melo di cui non ricordo il nome. Facevano comunque tutti riferimento a Mario Ercolano”.

Vito Di Gregorio sarebbe diventato un uomo di fiducia dei Placenti, tanto da ricevere anche confidenze in ordine anche ad equilibri di potere all’interno della famiglia mafiosa più potente di Catania. “Subito dopo l’arresto di Giuseppe Scollo (nel 2012, ndr) i miei rapporti con Melo ed Enzo Placenti si sono molto intensificati e sono stati per me i referenti della famiglia Santapaola”.

Ed ecco che arrivano i confessioni pericolose. “Enzo - nel corso del 2013 - mi disse che dopo l’arresto di Magrì (Orazio, arrestata da latitante in Romania dalla polizia, ndr) era il quartiere della Civita che aveva ripreso il controllo del clan Santapaola anche se non so dire chi fosse il reggente perché non mi è stato mai presentato”.

Non sono molti, di questi tempi, ad avere i piccioli nella mafia. I Placenti ne avrebbero avuti parecchi. Di Gregorio rivela che avrebbero finanziato anche attività criminali, ma i pm hanno coperto con un omissis il nome del ‘fortunato beneficiario’ dei soldi della mafia. “I Placenti dopo il 2017 erano molto potenti economicamente e supportavano varie attività illecite criminali di Omissis che si occupava di attività nel settore della cocaina, so anche di attività di estorsione. Per quanto ne so poi una quota dei proventi illeciti dei Placenti andava direttamente alla famiglia Santapaola e, nello specifico, a Mario Ercolano e alle persone a lui vicine. Anche in questa fase (anni 2017 - 2018, ndr) avevo rapporti con Enzo e Melo e per quanto riguarda Giuseppe - continua il pentito - veniva utilizzato per le operazioni economiche. I Placenti proprio per questo cercavano di non coinvolgerlo nei summit mafiosi per non esporlo direttamente”. Classica strategia mafiosa: tenerlo lontano da incontri e intercettazioni, per limitare la possibilità di acquisire prove a suo carico. Ma è arrivato l’amico milanese Vito Di Gregorio a rompere le uova nel paniere.

Dicevamo che i Placenti avrebbero progettato di aprire punti scommesse anche al nord Italia. Il progetto economico però sarebbe stato fermato proprio dal blitz dell’anno scorso. Di Gregorio spiega quali sarebbero stati le ambizioni dei fratelli di Lineri. “Con riferimento al settore del gioco on line il sistema funzionava sempre allo stesso modo: veniva diffuso sul territorio un determinato sito .it astrattamente lecito ma nelle agenzie veniva poi diffuso il .com. In questo settore i Placenti mi chiesero di aprire agenzie per diffondere il loro .com anche nelle zone del nord Italia. Io avevo iniziato a Verona dove avevo una mia attività, poi avrei dovuto estendere questa attività anche in Emilia Romagna (tra l’altro nel comune di Brescello) dove ero in contatto con alcune famiglie appartenenti alla ‘ndrngheta calabrese. Ho effettivamente lavorato in questo senso e stavamo per aprire il primo punto scommesse a Brescello, ma poi sono stati arrestati i Placenti nel novembre 2018 e poi io stesso nel dicembre 2018”. La mano della giustizia avrebbe dunque rovinato i piani finanziari di Cosa nostra.

Laura Distefano
catania.livesicilia.it
12/10/2019

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