I locali Asp dismessi di via Galilei in stato di abbandono e vandalizzati

ASP - MisterbiancoCatene spezzate ai cancelli, porte e infissi divelti, vetri infranti, tubi e masserizie, sterpaglie. Uno “spettacolo” triste. A due anni di distanza, rimangono in stato di abbandono e in preda ai vandali i locali dell’Azienda Sanitaria provinciale di via Galilei a Misterbianco, di proprietà della stessa Asp e chiusi per dichiarata inagibilità a seguito di ispezioni tecniche all’indomani di ferragosto del 2016. Un’emergenza allora scoppiata all’improvviso, a causa di alcuni “cedimenti” emersi alle due strutture sanitarie in funzione da oltre vent’anni, al servizio anche degli abitanti della vicina Motta Sant’Anastasia.

Nelle more degli “studi” sugli stabili lesionati e delle valutazioni e iniziative per i lavori da fare, l’Asp in emergenza aveva deciso di trasferire tutti i servizi a Catania. A Misterbianco ne erano nate una immediata protesta generale e una forte polemica politica, per il venir meno di servizi essenziali con fortissimi disagi per la vasta utenza. Dalla primavera del 2017, l’amministrazione comunale ha trovato alcune soluzioni: per i servizi di Guardia medica, il 118 e il Consultorio, la sistemazione presso il Centro Polifunzionale nella frazione di Lineri in via Li Causi; per l’Ufficiale sanitario, l’Ufficio Igiene pubblica e la Medicina legale, predisposte e operative alcune aule dell’Ics Leonardo da Vinci in via Garibaldi bassa. Si è consentito così a migliaia di utenti di usufruire nuovamente degli importanti servizi sociosanitari (tra cui le vaccinazioni obbligatorie) senza doversi recare a Catania. Soluzioni da ritenersi “provvisorie” e non certo ottimali. Gli ambulatori specialistici, spedalità e tossicologia a Catania. E da più parti, oltre alle opposizioni, si sono invocate nel tempo “iniziative autorevoli” per il recupero dei locali sanitari in atto dismessi di via Galilei; una pratica tecnica e burocratica su cui il Comune nulla può fare e che è l’Asp proprietaria a dover risolvere.

Quale futuro per la struttura? Ad oggi non si hanno notizie su quegli immobili dichiarati inagibili proprio due anni fa. Su di essi, l’Asp aveva subito finanziato e affidato uno “studio tecnico-geologico” (da farsi entro 45 giorni) di «caratterizzazione fisico-meccanica del piano fondale e dei materiali, a seguito dei fenomeni di dissesto statico» accertati, per le “reiterate lesioni anche di elementi portanti”, dovendo verificare «le condizioni di sicurezza statica dell’immobile e il mantenimento della capacità portante del terreno, conseguenza di possibili circolazioni idriche sotterranee». Quindi, un progetto per verificare l’effettiva entità e le cause dei danni e le reali possibilità di ripristino funzionale della doppia struttura; sulla quale non sono mancate peraltro nel frattempo da alcuni (cui le lesioni sembrerebbero «più assestamenti che cedimenti») le tesi di “eccessivo e ingiustificato allarme” e si attendevano le decisioni e la necessaria messa in sicurezza. Con vari servizi sanitari localmente “salvati” ma ora disseminati lungo il territorio comunale, e le comprensibili penalizzazioni per gli utenti anche di Motta S. Anastasia - cui rimane solo l’Anagrafe assistiti presso il Comune - i locali di via Galilei (pur sempre un bene pubblico e una potenziale risorsa) restano tuttora in desolato abbandono, in atto quasi un “cimelio”, e immancabilmente “bersaglio” di vandali e “sciacalli” (c’è chi prende tutto ciò che può di infissi e materiali). Nella speranza di “autorevoli notizie” confortanti che superino l’inerzia e la rassegnazione.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
23/08/2018

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