Grande successo a Vizzini per la prima mondiale de La Caccia al lupo

L'opera in un atto di Thomas Lawrence Toscano, diretta dallo stesso autore è una operazione musicale di grande modernità nel rispetto assoluto del testo di Verga.

VIZZINI. Un Cuore
fascinoso di pietra, piazzetta S. Michele – la più antica del borgo –
punteggiata di rondini e affollata di gente, ha accolto con successo la prima
mondiale di “La caccia al lupo” l’opera che Thomas Lawrence Toscano,
musicista e compositore newyorkese ma di origini vizzinesi, ha tratto
dall’omonimo e folgorante ‘bozzetto scenico’ di Giovanni Verga.E questo
legame per lo stesso Thomas Lawrence Toscano si è sostanziato in quella che
lui, commosso prima di prendere la bacchetta, 
ha ribattezzato la prima serata del “Festival di Musica Verista”, con
una dedica dal profondo: “a Carlo Maria Giulini che ha impresso una svolta
alla mia vita di essere umano e di compositore: questa performance è per
lui”. E’ stato lo stesso primo cittadino Vito Cortese a esprimere “con
l’orgoglio dell’appartenenza” l’emozione di questa prima mondiale,
attraverso la quale “recuperiamo la nostra storia insieme alla nostra dignità:
Verga e Toscano ormai appartengono a quella Vizzini che dimostra di essere
pronta a sostenere ed avviare grande progetto di turismo culturale”.Poi
cinquanta minuti di una musica densissima, quasi da noir tecnologico se i
protagonisti non si chiamassero Mariangela (una Grayce Valdes sicura e
ispirata), Lollo (Salvo Fresta ne ha reso perfettamente tutta la sanguinaria
cupezza) e Bellamà (un Marco Romano davvero sorprendente). Lungo una tessitura
musicale incalzante, che ha reso perfettamente le atmosfere del testo verghiano,
(intelligentemente distribuito in forma di elegante libretto a tutti) si snoda
un’opera moderna dalla trama quasi compulsiva, frenetica: quasi ad anticiparne
l’epilogo di sangue. In questa tensione drammatica, appena lenita dalla
dolente cadenza (quasi da requiem) della “Salve Regina” – unico testo
aggiunto all’originale verghiano – che citava la verdiana “Ave Maria” si
rivela l’orizzonte di egoismi assoluti, tipico della tragica visione
verghiana. In un crescendo senza respiro in cui i duetti si fanno ora sarcastici
ora cupamente allusivi, la musica di Thomas Lawrence Toscano, alternando una
nervatura ora contrappuntistica ora minimalista diventa il testo di Verga, pure
sostenuta da una prova dell’orchestra - Danilo Pistone, Filippo Di Maggio,
Maria Tiziana Coniglio, Vito Paratore, Melchiorre Bernardone, Maurizio Vecchio,
Angelo Corbello, Claudio Digiacomo, Filippo Sapienza, Camillo Pavone e Flavia La
Perna – assai corretta e priva di sbavature. Alla fine l’ovazione della
piazza – e tantissimi l’assiepavano in piedi – reclama giustamente e più
volte, tutti i protagonisti.

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