Galateo informatico, ovvero le buone maniere nell’era di internet

GalateoIl “Cenacolo culturale” di Parru cu tia, stavolta, discute di un argomento inusuale e intrigante, soprattutto, per quelli che, da mattina a sera, navigano nelle acque “movimentate” di facebook… Il tema affrontato è il galateo… informatico, ovvero, le buone maniere in rete, e il modo di essere, di apparire e di comunicare nell’era del web! Saper utilizzare internet senza trascurare la correttezza e le buone prassi di una volta, per rimanere sempre se stessi…

Inizia, come sempre, il professore, «È intollerabile la cialtroneria di chi, condividendo un link o un’immagine, non lascia traccia alcuna: né un “mi piace”, né un “condivido”, né un “grazie”… aridi e poveri di spirito. Il loro atto diventa così un’appropriazione indebita: equivalendo a un “furto” telematico… Senza dire degli oziosi e maliziosi “voyeur” di fb che anonimi vengono a frugare tra le “cose” del nostro diario… ma da invisibili e senza tracciare un segno o profferire sillaba: da perfetti ignavi! Che gente pusillanime e meschina… che “staziona” inutilmente nel mondo del web, divenuto ormai l’autostrada privilegiata anche di quanti se ne servono per esprimere rabbia, rancore, aggressività e malessere! Impariamo a fare un buon uso di queste straordinarie possibilità di comunicazione – di osmotico scambio – che i social network oggi ci offrono per contrastare e combattere l’indifferenza: per costruire una società migliore…! A volte eccedo nello stigmatizzare con la stupidità anche l’ignavia di molti frequentatori di Fb, la loro ostinata indifferenza al mondo… E certo alcuni avranno risentimento per così aspre parole… non sempre è una buona propaganda».

«Ma profe – ribatte Giuseppe – Fb è un’agorà e quindi nella piazza ci “passeggiano” tutti: dal barone Fefè, all’usciere del Comune. Questa è la piazza di internet!». E il professore, ribadisce, «Non è spirito elitario a suggerire le mie considerazioni, ho bene imparato l’umiltà insegnando… è solo consapevolezza di quanto sia necessario e urgente stimolare gli altri a prendere coscienza di se stessi e della realtà che ci circonda… È dal socratico “conosci te stesso” che si inizia…». Giuseppe, «E tu continua ad essere te stesso. Ahimè, siamo stati abituati ad un periodo dove ci si doveva confrontare ed imitare il “caudillo”, finalmente si ritorna nella piazza che è di tutti».

Continua Natalina, «Come dice Giuseppe, Fb è una piazza e come tale va considerata, entrano tutti indistintamente, siamo tutti consapevoli di questo, noi esprimiamo delle idee che possono essere capiti o no. Io, spesso, cerco di “predicare” tolleranza, per tutti i falsi e non, forse nascosti dietro un anonimato, e che riescono a dirci delle realtà che gli amici non ci direbbero mai. Sfruttiamo la situazione, il mondo virtuale ci apre, sicuramente, tante possibilità, ignoriamo però volgarità gratuita e maleducazione».

Conclude infine il professore, «Mi rendo conto, care amiche, di aver toccato un tasto dolente… ma mi si creda io non teorizzo una esclusività o una selezione dei fruitori di Fb, purché si manifestino. Ritengo sia necessario contrastare un “abito mentale” di chiusura, di timore di esporsi, e quindi di non partecipare al dibattito. Un atteggiamento che svela una provincialissima dimensione culturale che non va certo alimentata… fatto salvo il rispetto per la libertà d’opinione e il diritto all’anonimato… ma se vogliamo cambiare qualcosa attraverso questi social network è bene togliere tutti questi inutili veli! Vi auguro buone cose, e buona continuazione a voi».

Il poeta, infine, tira le somme…
“Noi che amiamo le sfumature dell’esistere,
ci incanta sapere
che dietro minutissimi ingranaggi,
a chiudere infinite lontananze,
scorre l’irripetibile storia di un umano,
che per restare al mondo,
tende la mano in cerca di sorrisi”.

Angelo Battiato

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