Carnevale di Misterbianco 2016

Carnevale di Misterbianco 2016“Perché scrive certa gente? Perché non ha abbastanza carattere per non scrivere” (K. Kraus)

Il Carnevale di Misterbianco 2016 per l'amministrazione comunale non è mai stato in dubbio. Alcuni rappresentanti dell'opposizione hanno voluto sollevare un polverone odioso, teso a strumentalizzare il Regolamento per innescare l'ennesima campagna diffamatoria-elettorale che non tenesse conto né dei fatti, né del rispetto della persona, né delle stesse prerogative per le quali le funzioni di amministratore e di consigliere, e dunque del cittadino tout-court, sono chiamate al servizio della comunità.

Mi costringo quindi ad intervenire - facendo veniale eccezione a quanto mi sono imposto dal momento in cui sono stato nominato assessore - su alcune recentissime provocazioni (per il momento mi sfuggono altri eufemismi) apparse sia sui social network sia espresse in Consiglio comunale.

È stato difficile - lo ammetto - arrampicarmi su edifici argomentativi tanto illogici e incoerenti, confusionari e contraddittori ma ho fatto uno sforzo di immaginazione pur non considerando, per così dire, altri aspetti, i quali, seppure di mia diretta anche se modesta competenza, esulano, per fortuna, da queste considerazioni.

Immagino, anzi sono sicuro, di non avere mai superato i limiti della gentilezza e della discrezione. Così come credo, al contrario, che si continui a scambiare la mia disponibilità per approssimazione, il mio entusiasmo per affettazione, la mia cortesia per deprecabile servilismo e, soprattutto, la mia educazione per stupidità. Ma sul campo di battaglia della polemica strumentale e della cattiveria, ahimé, riconosco di possedere armi assai spuntate. Sono anzi felice che dai banchi dell'opposizione qualcuno lo abbia ricordato. Si, è vero: sono contento di “non capirne nulla di politica”. Almeno di questo modo di intendere e di fare politica. Intanto perché si manifestano opinioni senza la possibilità né di una verifica né di un contraddittorio: a riprova, il fatto che non sono stato invitato - su esplicita richiesta di alcuni consiglieri dell'opposizione - alla ormai famosa riunione con le associazioni del Carnevale tenuta pochi giorni fa. Quell'incontro, tra l'altro è l'unico che i consiglieri dell'opposizione hanno richiesto alle associazioni almeno dalla mia personale memoria di assessore.

Proprio quella riunione, inoltre, poteva costituire il momento forte di un confronto cui tanti, in realtà, alla luce dei fatti e delle pittoresche tirate al proscenio di molti, preferiscono però sfuggire, limitandosi con roboanti proclami a trasformare in verità incontrovertibile le proprie opinioni: una sorta di pensiero unico paesano.

Continuo simpaticamente ad apprezzare non solo le virtù inquisitorie (sulle quali non nutrivo dubbi) ma anche le capacità divinatorie di quelli che hanno affermato che il carnevale 2016 non si farà. Ne prendo atto. Strano ma l'affermazione suona come un piano già studiato a tavolino, preordinato nei minimi dettagli.

Alla riunione cui alludo sarebbero state addirittura smascherate, ad una ad una, le presunte colpe dell'amministrazione tutta e del mio assessorato in particolare nella gestione del Carnevale 2016, le stesse accuse insomma che sono state puntualmente riprese in sede consiliare, prima blandendomi poi attaccando frontalmente il mio operato e la mia persona.

L'Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo ha cominciato a programmare il regolamento per una riqualificazione del Carnevale già all'indomani della mia nomina, nel novembre di un anno fa. È stata la prima preoccupazione vista e considerata la sequela dei protocolli d'intesa (cui per ragioni di tempo sono stato costretto a fare ricorso anche io ma senza che i consiglieri dell'opposizione si indignassero o si strappassero le vesti) che aggiravano sistematicamente il Regolamento vigente, votato nel 2008, ma che non era mai stato applicato.

La mia intenzione era duplice: da un lato mettere mano all'istituzione di una Fondazione del Carnevale, progetto assai complesso e delicato; dall'altro sistemare la “questione regolamento” una volta per tutte, trasformando appunto il Carnevale dei “Costumi più belli di Sicilia” in un concorso vero e proprio. Partendo dall'oggettiva valutazione delle limitate possibilità logistiche, organizzative e finanziarie del comune, le quali permettono solo l'accettazione di sette-otto gruppi al massimo, bisognava stabilire un criterio di ammissione qualora si fossero presentate più associazioni.

L'idea era stata allora quella di affiancare alla commissione tecnica, una apposita “commissione di esperti” che valutasse i progetti presentati dalle associazioni e ne indicasse, in una apposita graduatoria - e secondo alcuni criteri - solo quelli da scegliere per il concorso. Si scavalcava così ogni dubbio criterio di “anzianità”, si rimetteva tutto al giudizio di una commissione di esperti e, aspetto più importante, si evitava l'accettazione passiva dei progetti delle associazioni ammesse “per diritto” senza un “filtro” di carattere estetico e relativo soprattutto ai materiali impiegati per la realizzazione dei “Costumi più belli di Sicilia” che caratterizza la nostra manifestazione.

Prima e durante la stesura del regolamento ho anche più volte riunito i rappresentanti delle associazioni del Carnevale per renderli partecipi sia delle oggettive difficoltà organizzative che l'amministrazione incontrava, sia delle soluzioni che l'assessorato aveva predisposto sia per conoscere anche la loro opinione e, se possibile, inserire le loro proposte: chiamo in causa tutte le associazioni a smentire quanto detto. La prima riunione è datata 4 marzo 2015. Addirittura per domenica 15 marzo l'assessorato e lo stesso onorevole Lino Leanza insieme ad alcuni consiglieri di maggioranza avevano programmato un incontro coi gruppi per discutere della eventualità di una Fondazione. La riunione non si tenne per i motivi a tutti noti.

Il successivo incontro si è svolto il 27 aprile, in Sala giunta, per l'organizzazione del Carnevale estivo e per le anticipazioni sull'organizzazione dell'edizione 2016.
Nel maggio 2015 ho presentato il Regolamento in Commissione cultura e successivamente in Consiglio. Ero certo che l'interezza del Consiglio comunale lo avrebbe approvato senza problemi: una mia dichiarazione a tale proposito è agli atti di quella seduta. Dopo la votazione del primo articolo e la successiva sospensione, in una riunione in cui erano presenti i consiglieri di maggioranza mi è stata giustamente suggerita da alcuni rappresentanti dell'opposizione l'opportunità dell'inserimento dei criteri con i quali la nuova commissione giudicatrice (altro organismo rispetto alla Commissione tecnica) avrebbe dovuto valutare, selezionare e indicare i progetti vincenti da ammettere al concorso “I Costumi più belli di Sicilia 2016”. Quella seduta consiliare è stata poi rinviata ma subito dopo, insieme alla Dirigente del settore mi sono attivato per inserire i criteri richiesti in un apposito articolo del Regolamento: l'articolo 2.

Nel frattempo le associazioni avevano già espletato i riti burocratici, presentato le istanze e avviato la macchina organizzativa da tempo.

Nella più recente seduta consiliare che avrebbe dovuto approvare il Regolamento, così come l'assessorato l'aveva strutturato e così come lo conoscevano i gruppi con cui io stesso l'avevo condiviso, il colpo di scena: Matteo Marchese, lo stesso consigliere che mi aveva chiesto l'inserimento dei famosi “criteri” che la Commissione avrebbe dovuto utilizzare, presenta un emendamento che cancella proprio quei criteri e, di fatto, scardina e priva il Regolamento della sua sostanziale novità. Un altro emendamento viene addirittura votato pur con il parere sfavorevole sia del responsabile di settore sia della Ragioneria: una prova di forza inutile. Il risultato è quel pasticcio da cui immediatamente le associazioni hanno preso le distanze. Il resto è storia recente.

Mi limito poi ad alcune riflessioni sulle esternazioni apparse sui social, una in particolare, a firma del consigliere, dott. Marcello Russo. Mi riferisco alla domanda secca (sinistramente plebiscitaria: si o no) rivolta da quest'ultimo, nell'ultima riunione, ai rappresentanti delle associazioni del Carnevale.

“OGGI HO FATTO UNA SOLA DOMANDA AI GRUPPI PRESENTI ALLA RIUNIONE: Se l'Assessore al Turismo, o l'Amministrazione all'indomani dell'approvazione da parte del consiglio comunale del nuovo Regolamento del Carnevale, vi avesse convocato e avrebbe (sigh, ndr) immediatamente dato corso al regolamento, voi sareste stati in grado di poter organizzare il carnevale di Misterbianco? RISPOSTA DEI GRUPPI: SI”.

Dunque la colpa è dell'amministrazione. Strana verità. Anzi: palese falsità! Perchè si omette di dire che il 29 ottobre ovverossia il giorno successivo all'esecutività del regolamento votato l'8 di ottobre, (cioè: prima che il regolamento stesso diventasse esecutivo) l'amministrazione riceveva, a firma delle stesse, una lettera nella quale, proprio in riferimento al “Regolamento del concorso per gruppi in maschera e carri scenografici” approvato, esse consideravano le nuove condizioni “decisamente incongruenti con le condizioni tecniche economiche fondate sui Protocolli d'intesa dei precedenti anni” e chiedevano “un'imminente incontro per discutere le condizioni economiche e tecniche per sostenere l'edizione del Carnevale 2016, rammentando una impossibile applicabilità del nuovo regolamento...” Ergo: o si è in malafede (sono certo che si sia trattato di una deprecabile svista, non voglio pensare nemmeno all'ennesima approssimazione) oppure si mettono in bocca alle associazioni affermazioni che risultano palesemente contraddittorie: le associazioni stavano già lavorando all'edizione del Carnevale 2016, tant'è che anche al nuovo gruppo erano state consegnate le chiavi del capannone-cantiere.

L'amministrazione, al contrario, si è fatta subito carico della richiesta e ha riconvocato un incontro il 10 novembre: l'incommensurabile (a dire di qualcuno) ritardo è stato dovuto in parte al ponte della festività dei Defunti ma sopratutto alle spaventose condizioni metereologiche che hanno funestato nei giorni successivi anche il nostro comune. E infatti già martedì 10 novembre le associazioni e l'amministrazione, presente il Sindaco, si sono nuovamente riunite. Ancora, in quella sede, le associazioni avevano riaffermato “alla luce dell'attuale Regolamento, l'impossibilità di organizzare, sostenere ed approntare la parata dei gruppi in maschera e dei carri scenografici, in particolare per l'anno 2016” e chiedevano di “rinviare all'edizione 2017 l'applicazione di detto regolamento”. Da qui la successiva proposta dell'amministrazione passata nell'ultima seduta consiliare del 25 novembre. È vero che il Regolamento votato dall'opposizione conteneva le stesse norme che l'amministrazione aveva individuato e che erano presenti nel precedente (il numero dei partecipanti e dei carri, ad esempio) ma il problema non è certo costituito dalle norme che sono state votate quanto piuttosto da quelle che sono state cancellate o stravolte e a cagione delle quali è passato un Regolamento privo della sua sostanza e della sua stessa efficacia, almeno secondo quelle che erano state le indicazioni e le intenzioni dell'amministrazione. Dunque chi dice cosa? Dov'è la presunta negligenza dell'amministrazione? In cosa consistono i ritardi dell'assessorato? Avremmo forse dovuto fare proclami e manifesti, raccogliere firme, indignarci sui social network, alzare il solito polverone squisitamente elettorale solo per dire che tutto procedeva? Assolutamente no. Perchè questo modo di agire non appartiene a questo assessorato: che non ha né pruriti elettorali, né accordi sottobanco con chicchessia da rispettare e che ha sempre cercato un dialogo costruttivo con il Consiglio comunale nella sua interezza. A cancellare definitivamente ogni ombra aggiungo che grazie alla sinergia tra l'Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo e quello alle Attività produttive, il Carnevale di Misterbianco sta partecipando ad un bando del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo (emanato nel luglio 2015) “per la concessione dei contributi per la promozione dei Carnevali storici nei territori, individuando le procedure di raccolta, valutazione, selezione e finanziamento delle iniziative carnevalesche”, per circa un milione di euro. Vedremo. Questo per quanti ancora continuano a girare i pollici della polemica più sterile: magari prima tentino almeno di informarsi. E poi: perché mai, a fronte della proposta presentata dall'amministrazione (aggiunta al Regolamento di un articolo transitorio che l'avrebbe reso applicabile a partire dal 2017 e successivo emendamento che differiva al protocollo d'intesa il Carnevale 2016) i consiglieri di minoranza si sono astenuti invece di votare “no”?

Sull'altra palese falsità mi soffermo appena: non ho mai ritirato in sede di Consiglio comunale il Regolamento del Carnevale. Anche quando a chiedermelo è stato un consigliere della mia stessa maggioranza! Le registrazioni delle sedute comunali sono chiare e ne costituiscono prova lampante.

Per ultimo, le considerazioni “irricevibili” - come suole dire qualcuno - (e sulle quali posso anche produrre testimonianze dirette) che in sede alla famosa riunione dei capigruppo sono state espresse - io assente - sulla mia persona e sulla mia vita privata, le lascio fluttuare nel vuoto (mentale?) di chi, seppur con inimmaginabile fatica, le ha partorite. A questo punto il mistero del Carnevale è stato illuminato dalla sua stessa luce.

Permettetemi infine una battuta in risposta all'affermazione (è un loop tanto infinito quanto noioso) “certa gente NON DOVREBBE ESSERCI IN CERTE POLTRONE”.

Può anche darsi. Ma ricordo che anche in questo Consiglio comunale ci sono alcune poltrone che scricchiolano. Sotto però ben altri e più consistenti... “pesi”.

Nella certezza, comunque, che una risata ci seppellirà.

L'Assessore alla Cultura e alle Identità condivise
Giuseppe Condorelli

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