Spunta adesso il "Patrono di frazione"?

San Massimiliano KolbeAppena pubblicata la delibera all’albo pretorio, c’è chi ha fatto subito notare l‘inedita “novità”, intervenendo sui social con ironia. Ci si riferisce alla determinazione di Settore n.302 del 10 scorso, con cui è stata approvata la spesa in favore di un’Associazione culturale, per uno spettacolo dell’Opera dei pupi da tenersi il 13 ottobre «nella popolosa frazione di Belsito», su richiesta del parroco, «in considerazione delle reali difficoltà a raccogliere offerte tra i fedeli». Fin qui tutto bene, nel favorire una manifestazione locale, tra i «momenti di aggregazione sociale che uniscono fede e tradizione».

Quel che invece ha destato inevitabilmente l’attenzione è il testo della determinazione comunale, laddove si specifica che si tratta di un sostegno alla «annuale festa in onore del Patrono della frazione, S. Massimiliano Kolbe, come da consolidata tradizione». Il che suona quanto meno strano, essendo Belsito a tutti gli effetti un quartiere-frazione e parte integrante di Misterbianco, Comune a cui è stato richiesto il contributo e che com’è noto ha per Patrono S. Antonio Abate. In effetti, è la parrocchia di Belsito ad essere intestata a S. Massimiliano Kolbe, così come una grande piazza (attualmente in abbandono) dove dovrebbe sorgere una scuola innovativa già finanziata.

Lecito e apprezzabile il contributo comunale. Ma ci si chiede se lo stesso Comune, al proprio interno, possa avere due o più “Santi Protettori”. Con l’istituzione “anomala” del “Patrono di quartiere”. Sarebbe come dire – è stato fatto subito notare - che prima o dopo potrebbero essere “rivendicati” ed “eletti” Patroni di frazione Santa Bernadette a Lineri, il Beato Dusmet a Montepalma e San Carlo Borromeo a Serra. Che si tratti di un frettoloso “refuso” o una “svista” involontaria, nella domanda di contributo e nella conseguente delibera comunale, sembra “sacrosanto” rimediare, anche per chiarezza sull’identità e unità di Misterbianco. E qualcuno ricorda anche quella solenne celebrazione del “velo di S. Agata” nella parrocchia di un’altra frazione, proprio in concomitanza con il giorno della festa di S. Antonio Abate del 17 gennaio. Saranno “dettagli”, ma anche in questo la tanto auspicata e necessaria “integrazione” dei quartieri-frazioni delle periferie ad oggi ci sembra ancora tutta da realizzare.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
13/09/2018

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