Sognocrazia che diventa Azione per un'alternativa al qualunquismo elettorale del 4 Marzo

Gonfiare il cervelloLe facce e i nomi che si prospettano per i governi possibili che potranno nascere da queste elezioni del 4 Marzo non promettono nulla di buono e sembrano del tutto estranei al dibattito elettorale oltre che inaffidabili per progettare il futuro del nostro Paese.

Sono soltanto leaders fabbricati negli studi televisivi che non hanno una visione della società ed ignorano i grandi obiettivi politici che possono coniugarsi con libertà, uguaglianza e lavoro. Tutti concetti naufragati già nel mare della globalizzazione capitalista, distraendoci con un falso nazionalismo e con le illusioni di promesse populiste in un Paese collassato dove più facilmente può attecchire l’imbonimento sull’opinione pubblica. Andremo, pertanto, ad un voto inutile per una malfatta riforma elettorale che probabilmente non consegnerà né una maggioranza né un governo e si dovrà andare a nuove elezioni con la stessa pessima legge elettorale in un Paese rassegnato a rifugiarsi nella “Sognocrazia” per vagheggiare ancora “poesie” di illusioni per qualcosa di nuovo che non accadrà se non una ricaduta nella regressione.

Purtroppo l’Italia è un Paese nel quale la memoria cancella i pericoli di un Sistema di ritorno che gli italiani avevano abbattuto senza, però, riuscire a mutare la società e sè stessi, facendo crollare i Partiti del dopoguerra e lasciando sorgere l’egoismo individuale più sfrenato che si è personalizzato nella politica. La “Poesia” del mitico ’68 della mia generazione è rimasta illusione, il suo grido di rabbia che ha scosso alla radice il Sistema si è assopito ed oggi si avverte la sensazione di camminare ancora nel vuoto se stiamo ancora qui a lamentarci delle stesse cose e aspettare che qualcosa accada col voto (non libero) dei cittadini. Invece c’è più mafia, più corruzione, più malgoverno, più insicurezza e più malessere (che chiamiamo incautamente benessere) prodotto da un Sistema fondato sullo sfruttamento dei deboli. Ci diranno che tutto il male è colpa dei migranti e si seminano tra i cittadini paure per lo straniero, dimenticando che omicidi, rapine e delitti d’ogni genere tra gli anni ’70 e ’80 ce n’erano stati assai più quando ancora le porte delle migrazioni erano chiuse e i cosiddetti barbari non erano ancora sbarcati nei nostri lidi.

C’è oggi la protesta silenziosa della gente che si ribella con l’astensionismo o col voto a Movimenti arlecchineschi, ma manca la lotta. Non c’è ancora l’organizzazione di questa protesta perché abbiamo abbandonato le ideologie del sociale per dar posto all’ideologia del capitale e del profitto. Sottrarci ora dall’essenzialità critica di quelle ragioni di conflittualità col Sistema che produce disagio umano e non approfondirne l’analisi sarebbe un errore. Ma anche se il Blog non è l’ambiente ideale per testi lunghi e riflessivi, tuttavia volendone rappresentare i rimedi non si può tacere su cause e conseguenze che la spoliticizzazione e la liquefazione del pensiero hanno prodotto sul sociale. Ed è altrettanto sbagliato affidare quello che vogliamo alla “poesia dei sogni” se questa non diventasse “azione” per realizzare l’avvento di una socialità solidale tra uomini liberi ed uguali, anche se difficilmente attuabili in un Sistema col quale i propositi di Libertà e Democrazia trovano incompatibilità. Sarebbe più prudente che la “POESIA delle parole” si praticasse come veicolo di emozioni, custode della memoria di una civiltà e soprattutto rifugio nel quale si possono vagheggiare le interpretazioni del mondo e la ricerca della felicità: tutte nobili intenzioni che filosofi, scrittori e poeti hanno ripetuto in concetti talvolta anche contrastanti, ed alla fine la panacea che si cercava non si trovava mai. Lo dico perché anche a Misterbianco scorgo cultori di nobili ideali, capaci di interpretare la realtà e di proporla agli altri con la saggezza degli intendimenti e con la convinta difesa ecologica della vita sociale.

Li ritengo PERSONE SPECIALI ma spesso con la testa tra le nuvole, per cui continuare ora a proporre “poesie” oppure ridurre le questioni politiche della crisi sociale soltanto ad un problema di corruzione, di immoralità e di mancanza di virtù civiche significa svicolare dalle cause peggiori e predominanti che nel nostro mondo oscurano politica e democrazia, civiltà e solidarietà umana. E non sarò certamente io a conoscere modi e tempi per un reale CAMBIAMENTO, ma di sicuro riesco a discernere che una Istituzione politica per funzionare deve avvalersi di un Sistema che ne costituisca la sua giustificazione etica per il conseguimento di “fini sociali”, e non invece per produrre ancora profitto selvaggio e ricchezza ai detentori del capitale, devastando il pianeta e la salubrità dell’ambiente. E’ il malefico circolo vizioso di un Sistema in cui l’economia non solo domina la politica, dettandole agenda e decisioni, ma l’ha messa fuori delle sue competenze e del controllo democratico, al punto che QUALSIASI CAMBIO DI GOVERNI (di Centrodestra, di Centrosinistra o di abbaglianti stelline del Grillo) non modifica più gli indirizzi di politica economica.

Ma quel che più disturba è che, al pari della crisi economica, c’è il deficit politico,culturale ed etico che ha contagiato tutti i settori della vita pubblica dal servilismo giornalistico alla pigrizia intellettuale, dalla produzione di una TV spazzatura allo scempio dell’informazione, dal disonesto marketing politico all’indifferenza dell’opinione pubblica. Le cause stanno in realtà nella crisi dei valori ma anche nella sfiducia verso le democrazie a Sistema capitalista, i cui governi sono incapaci di gestirle per la grandissima INTERDIPENDENZA FINANZIARIA degli Stati Nazionali. Per rovesciarlo occorre affondare le idee sulle basi culturali ed ideologiche di quelle grandi intuizioni che hanno segnato conquiste irreversibili per l’intera umanità e nutrito il pensiero politico della storia umana, e non invece su quelle dei despoti emergenti. Riprendiamoci, perciò, le testimonianze di quelle idee migliori mettendo la Poesia in Azione per riappropriarci delle conquiste che tendono a rendere più umani i rapporti sociali e la solidarietà, perché altrimenti non sapremo mai quale Storia vogliamo fare. Poesia e Azione vanno fuse, infatti, in un legame indissolubile, perché LA POESIA è AVVERTIMENTO e L’AZIONE è IL FATTO COMPIUTO o in corso di compimento.

Certamente non è una cosa semplice, e poi ognuno la può pensare come vuole, ma voler affidare quel che s’ha da fare ad un emergente ed insidioso qualunquismo, con l’inquietante prospettiva di trovarne l’Azione nella grottesca struttura di questo Sistema, non è affatto rassicurante. E tengo, dunque, a ribadirlo con estrema convinzione che in un Sistema di capitalismo selvaggio questo cambiamento presuppone NON LA RICHIESTA DELLE COSE PIU’ ELEMENTARI e NEPPURE DI ADEGUARE IL NOSTRO VIVERE AL SISTEMA DEL MONDO GLOBALIZZATO, ma esige un FORTE SCONTRO di idee e di criteri nuovi nel rapporto tra uomo e natura, progresso e civiltà, libertà e democrazia. Aspirazioni possibili soltanto con una imponente lotta di pressione sociale di popolo per abbattere la furbata di «riforme strutturali» (espressione divenuta sinonimo di scempio sociale), alle quali si stanno compiacendo i vari governi che si succedono, asserviti al Sistema del capitale finanziario. Sorge da qui il timore che (senza Partiti e senza alternative, con la finta democrazia della Rete o con governicchi di dubbia competenza) si lascia spazio a nuovi populismi di personalità narcisiste, capaci di ottenere il maggior consenso in artifizi costruiti sullo scontento dove tutti gridano gli stessi slogan, sanno cosa non vogliono ma non che cosa vogliono. Dureranno per un arco di tempo più o meno breve, poi per le diverse varietà di aspettative deluse si frantumano nel sisma che scuote le iniziali condivisioni, come ora sta avvenendo nei Movimenti senza speranza. Quello che ora sta emergendo con più evidenza è che il nuovo capitalismo globale non può essere compatibile con la democrazia, né con la vita e neppure con tutti i valori umani. Né si può preparare il futuro se non proviamo ad interpretare bene quel che accade oggi, perché quell’agognato futuro MAI VEDRA’ SORGERE LA SUA ALBA, se prima non facciamo i conti col nostro presente. Occorre, dunque, ripensare ai Partiti o reinventarli per dare residenza alla discussione e recuperare quella identità d’appartenenza capace di organizzarsi in MOBILITAZIONE SOCIALE e AZIONE al fine di dare risposte alternative al sistema neoliberista che cresce con la crescita delle diseguaglianze e con riforme che deprimono il rapporto tra capitale e lavoro, tra potere e popolo, perchè una Società priva di uguaglianza ed equità non può essere considerata una società libera se non si va in direzione di un “Socialismo”.

Se volete, chiamatele pure fantasma ideologico o sogno evanescente queste mie concezioni, ma è nel Sistema che va individuato il malessere sociale. E sul nostro pianeta ci sono ancora tantissimi a cercare una reale e non illusoria emancipazione, auspicando un altro risveglio generazionale che prima o poi da qualche parte del mondo farà scoccare la “grande scintilla”. Occorre, pertanto, svegliarci dal profondo sonno della “SOGNOCRAZIA” per rigonfiare, a mezzo secolo di distanza dall’anno della “Contestazione”, il cervello di salvataggio e mettere in scena la “POESIA CHE DIVENTA AZIONE” per tornare a parlare ancora dell’essenza sociale, il solo atto rivoluzionario teso a ribaltare il Sistema e pensare ad un nuovo mondo possibile. E’ questa la rivoluzione culturale che oggi si ripropone all’intelligenza del genere umano COME POSSIBILE ALTERNATIVA per un vero cambiamento politico ripensando ad una economia delle sicurezze collettive e di controllo sociale del benessere ambientale. Se non si sviluppa questo concetto, gli esiti elettorali del 4 Marzo resteranno solo illusione di parole e la protesta si ridurrà a platea plaudente rinchiusa nel recinto delle scenette di incantatori, dove DEMOCRAZIA ed ELEZIONI diventano la balla di retoriche populiste, strumenti per scelte di candidati assai discutibili non coincidenti con «Azione e Cambiamento di Sistema», che sono cose molto serie, inaffidabili agli inciuci di coalizioni o ai numeri di Movimenti che si fondano sul VAFFA..di Grillo, e non invece su una ponderata azione politica antiSistema.

CHI LOTTA PUO’ PERDERE, MA CHI SI ADATTA AL SISTEMA E NON LOTTA HA GIA’ PERSO. Dunque il vero dilemma che ci si pone oggi non sono le elezioni mascherate di democrazia, ma resta ancora quello di: CHE FARE?. (Venerdì, 2 Marzo 2018)

Enzo Arena

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