Misterbianco tra passato e futuro: per celebrare in sinergia il 350° anniversario della devastante eruzione dell'Etna e la ricostruzione

350° Anniversario«Siamo legati a un passato arrivato fino a noi, e siamo un presente proiettato verso il futuro». Così esordisce nell’incontro pubblico al Teatro comunale padre Giovanni Condorelli, parroco della Chiesa Madre di Misterbianco, nell’esporre le motivazioni che hanno spinto la Parrocchia S. Maria delle Grazie, la Fondazione culturale “Monasterium Album” e un Comitato appositamente costituitosi a promuovere nel 2019 le celebrazioni per il 350° anniversario dell’eruzione dell’Etna che nel marzo del 1669 distrusse l’antica Misterbianco, devastando con la lava altri comuni nel proprio cammino e segnando la storia e la sorte di una comunità costretta all’esodo. «Il nostro essere qui è il dono del sacrificio e della fede di tanti». Ed ecco il voler tramandare la memoria, prendere coscienza del proprio passato e di un futuro da costruire, attraverso un legame con i segni più importanti della storia collettiva locale.

La sala è gremita e partecipe, alla presentazione del programma delle celebrazioni commemorative, coordinata dall’appassionato collega Carmelo Santonocito della Fondazione Monasterium Album. Iniziative in buona parte già individuate ma aperte al contributo propositivo e fattuale di tutti. Dalla richiesta di emissione di una serie di francobolli, all’annullo postale, l’istituzione di una “giornata di ringraziamento” per quel fermarsi della lava; attività religiose, culturali (anche con esperti vulcanologi), la ristampa di antichi libri e documenti dagli archivi per promuovere la ricerca; mostre con stampe e foto della ricostruzione; vari spettacoli e attività associative e sportive. Resta fondamentale il progetto di far diventare lo storico sito di “Campanarazzu” «un centro culturale, di spiritualità, di vita e gioia da mostrare». Con la rigenerazione e l’efficientamento – con collegamenti e servizi a “impatto zero” - dell’antico Parco archeologico naturalistico esistente, rispettando i luoghi e le norme; e la prevista creazione di un anfiteatro come importante luogo di incontri. «Per far vivere la speranza ed essere partecipi e responsabili del futuro». Da qui la “posa virtuale della prima pietra” avvenuta durante l’incontro, con un concreto contributo economico da parte della locale Associazione Sant’Orsola.

Previsto il coinvolgimento degli altri Comuni coinvolti nella devastazione lavica del 1669, le parrocchie e le associazioni, esperti, la Chiesa di Catania (dove molti misterbianchesi in fuga emigrarono e dove furono portate opere importanti). Ma soprattutto quello del Comune di Misterbianco, che attraverso il sindaco Nino Di Guardo esprime in sala ogni possibile sostegno sottolineando la necessità di ragionare assieme su tutto, anche per l’implementazione condivisa di «un progetto serio e concreto per un evento straordinario», anche ai fini dell’indispensabile programmazione economica dell’Ente locale tra vincoli e limitate risorse. E Di Guardo, nel ricordare come quella piccola comunità di 3mila anime di 3 secoli addietro sia oggi una città di 50mila abitanti, tiene a evidenziare il ruolo del Comune «affinchè le celebrazioni non siano solo un fatto commemorativo, ma anche una testimonianza orgogliosa – nella relazione tra ciò che eravamo e ciò che siamo oggi - di quanta strada Misterbianco abbia fatto, con una comunità che ricordando la propria storia lavora alacremente nel presente per costruire un futuro migliore».

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
18/07/2018

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