Madonna degli Ammalati: Una "Festa" comunitaria da recuperare al meglio

Piano Madonna degli AmmalatiTarda a passare in archivio l’annuale Festa settembrina della Madonna degli Ammalati, un importante appuntamento fisso di religiosità popolare legato alle “radici” di Misterbianco. Con un diffuso dibattito ancora in corso, non solo su internet, sul sostegno e la partecipazione alla speciale ricorrenza. Un dibattito dove si inserisce anche la politica; a partire dall’illuminazione, i “fuochi pirotecnici”, il contributo economico del Comune all’evento, ecc. Con le controverse critiche all’organizzazione, specie dopo il deprecabile episodio occorso al comandante di quei Vigili urbani dall’organico ormai ridotto all’osso, ma attivamente presenti assieme ai Carabinieri.

«Niente luminarie, addobbi, bandiere. La nostra festa mariana ha perso la sua solennità tradizionale». Non pochi i commenti in giro sulla scarsa partecipazione collettiva ai momenti religiosi, con “quattro gatti” ormai sistematicamente dietro le processioni (compreso il suggestivo trasporto notturno della “campana”), a differenza del “mare” di gente alle “Cantate” alla Madonna, nelle piazze cittadine e nel “Piano” (luogo della memoria, dell’identità e dell’anima) di quella contrada storica. E ci si chiede dove finiscano la fede e la devozione, o prevalgano invece il folclore e altre cose. Molta la gente rimasta a casa, a fronte di migliaia di visualizzazioni degli “streaming” video sui social. Forse segni significativi dei tempi che cambiano, materia per sociologi. Quanti i ricordi dei “nostalgici”: i poeti, la gara podistica, altre iniziative pomeridiane, le porte dei casolari di campagna aperte lungo il rientro del lunedì della campana… Ma vanno segnalate, oltre all’impegno generoso di tanti nell’organizzazione, iniziative “recenti” come l’omaggio e l’affidamento dei motociclisti - e ora anche dei ciclisti - alla Madonna, e le visite guidate all’antica Chiesa Madre di Campanarazzu; mentre “resiste” l’Asta devozionale al Piano (sia pure in tono minore) e ritornano le donazioni di sangue dei Fratres, spazi di solidarietà. Tra il bello che rimane, e il nuovo che avanza, c’è un anno di tempo per confrontarsi costruttivamente nelle sedi opportune su come “recuperare” assieme al meglio questa Festa come merita.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
13/09/2018

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