"Lavoro, Dignità e Ttrasparenza" chiedono i lavoratori di Mercatone Uno

Mercatone Uno - MisterbiancoSulla strada statale 121 una lunga e affollata coda di veicoli sosta sin dalla prima mattinata di quest’oggi (Sabato 21 Marzo) davanti al sito dove sorge il MercatoneUno di Misterbianco.

Si era saputo che nel punto vendita era prevista la svendita della merce di magazzino. Intanto all’ingresso i dipendenti sventolano un lenzuolo che chiede ai cittadini ed alle Istituzioni dello Stato la solidarietà fattiva contro l’assassinio del “lavoro, dignità e trasparenza”, tre parole che in quel lenzuolo scorrono come sangue dalle carni dei lavoratori che protestano davanti ai cancelli. La svendita della merce è, infatti, il segnale di preludio della chiusura della grossa Azienda di Misterbianco, dove sono a rischio i licenziamenti di 150 tra dipendenti, associati e padroncini trasportatori.

C’è da aggiungere che già da 3 anni i lavoratori del Punto vendita sono in solidarietà, cioè lavorano con i cosiddetti “contratti di solidarietà” e con la decurtazione di stipendio e di ore lavorate. Ed oggi vengono messi alla porta senza mai essere stati informati dall’Azienda di quello che si stesse preparando per il loro futuro mentre si presentava al Tribunale di Bologna domanda di ammissione al concordato preventivo, primo segnale della chiusura e del licenziamento. Una situazione ad alto rischio, poichè alla scadenza del 19 Maggio prossimo la metà dei siti di MercatoneUno (sono circa 80 le sedi in tutta Italia) saranno chiusi. Non solo, ma dal mese di Febbraio scorso l’Azienda paga al dipendente soltanto circa 500 euro al mese senza aver dato conoscenza delle intenzioni e delle prospettive di chiusura o meno, nè se si intendesse attivare gli ammortizzatori sociali, generando in tal modo ansie e sconforto alla vita ed al futuro delle famiglie dei lavoratori, considerate carne sacrificale. Tutto questo capita in un momento nel quale il Governo Renzi annuncia una mistificatoria ripresa economica ed un bugiardo incremento delle assunzioni grazie all’incauto progetto Job Act.

Dunque, un futuro incerto oltre che già precario, che crea una situazione assurda, nella quale risultano non convincenti i convenevoli di circostanza nè la solerzia delle fugaci presenze appariscenti senza esito dei rappresentanti del Comune. E’ invece, importante che Regione, Stato e Sindacati intervengano immediatamente a formare un tavolo con la parte Aziendale per trovare le soluzioni possibili. Soprattutto, per il Sindacato è il momento di scendere in campo per denunciare con vigore le diaboliche procedure o le eventuali latitanze a definire democratiche contrattazioni, affinchè si concluda il più presto possibile un percorso col rientro alla normalità lavorativa e retributiva dei lavoratori dell’Azienda.

E lo deve fare subito anche col governo nazionale di centro-sinistra(ammesso che nel PD possa esistere ancora una sinistra), perchè è opinione alquanto diffusa che negli ultimi 25 anni il Sindacato abbia allentato progressivamente il suo intervento incisivo nelle controversie del lavoro e non sia stato più all’altezza di contrapporsi efficacemente all’introduzione di tipologie contrattuali che hanno alimentato l’opportunismo cannibalesco del governo Renzi, il cui obiettivo primario è stato quello di distruggere lo stato sociale.

Istituzioni, Amministrazioni Comunali, Forze politiche e Sindacali, dunque, hanno il dovere e l’obbligo morale di intervenire e di impedire che la dissolvenza del MercatoneUno possa ora incrementare ulteriormente nel nostro territorio la già profonda crisi occupazionale o la precarietà del lavoro, divenuta l’incubo principale dei nostri giovani, i quali chiedono di essere aiutati a combattere questa instabilità, elaborando progetti di rivendicazione sociale e politica che possano diventare la madre di tutti i reali cambiamenti. Ma occorre anche mobilitare le coscienze dei lavoratori e sensibilizzare la popolazione affinchè si riformi quella massa sociale di pressione a salvaguardia della dignità e dei diritti inviolabili del lavoro per rimettere in cammino quegli obiettivi di lotta che sembrano essere stati cancellati dalla “deregulation” dello stato sociale, di cui a pagare sono sempre gli operai, gli impiegati ed i lavoratori in genere.

Enzo Arena
webalice.it/arenavincenzo

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Commenti

Piena solidarietà ai

Piena solidarietà ai lavoratori del Mercatone Uno...ma purtroppo non si vive solo con la solidarietà...ne' si può comprare il necessario per poter vivere in modo dignitoso. Si faccia tutto il possibile per impedire che i lavoranti rimangano senza la dignità del lavoro. Mi preme dire però che il risultato che appare sotto i nostri occhi è frutto di una politica scellerata e piratesca. Il nostro territorio pullula di supermercati e iper mercati che hanno affossato e reso precario il lavoro stesso, colpa di una programmazione inesistente. I responsabili politici hanno permesso tutto questo perchè con la creazione di Cattedrali (spesso in deserto) hanno fatto i propri interessi momentanei e poi .....addio succeda quel che ha da succedere...la disperazione futura per chi lavora in queste cattedrali! Dico io e, faccio un solo esempio, ...perchè si è permesso l'apertura di un colosso straniero con prodotti dozzinali quando potevi benissimo trovare gli stessi prodotti di miglior fattura e a prezzi abbordabili nel Mercatone Uno?

Enzo Messina

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