La visita di Crocetta a Motta e Misterbianco

Presidente CrocettaAccogliendo il doppio invito dei sindaci Anastasio Carrà e Nino Di Guardo, il presidente Crocetta sapeva bene che la sua visita di ieri a Motta S.A. e Misterbianco non sarebbe stata un’allegra passeggiata.

Ma a rendergliela ancor più complicata, l’ultima ordinanza n.26/Rif con cui la Regione proprio la sera prima ha “reiterato” in parte per un ulteriore semestre, fino a tutto maggio 2017, l’operatività attuale delle discariche, d’intesa con il Ministro dell’Ambiente Galletti. Un provvedimento accolto come un “tradimento”, rispetto ai precisi impegni assunti dal governo centrale e quello regionale nei confronti delle due popolazioni mortificate da decenni dalle discariche a due passi. E prima a Motta (Scuola G. D’Annunzio) e poi a Misterbianco (sala consiliare) la contestazione si è manifestata vigorosa da parte dei Comitati No discarica, fuori e dentro i locali, impedendo al governatore con parecchie interruzioni di spiegare serenamente come stanno le cose. E dandogli faccia a faccia il segno della protesta.

Ma il governatore ha affrontato le quattro ore di "full immersion" nello scetticismo e nella rabbia cercando di assicurare che le cose stanno cambiando e si apre una fase nuova: «E’ un’annosa situazione di disastro – ha precisato Crocetta - che non ho creato io, ma ereditato, e che sto faticosamente cercando di ribaltare tra mille ostacoli, anche colpendo consolidati interessi forti. Ho trovato discariche pubbliche date ai privati, una situazione di illegalità ritardi e inefficienza, ora stiamo lavorando a impianti pubblici e moderni, sulla biostabilizzazione e il compostaggio ed altro. E non ho voluto gli inceneritori previsti. Stiamo andando avanti per una gestione nuova in Sicilia, ma occorre il necessario contributo dei Comuni con la raccolta differenziata, ancora ferma al palo».

Crocetta, trale contestazioni, assicura che l’ultima ordinanza conferma i passi avanti in corso, se viene letta bene nelle sue 22 pagine. Il presidente cerca faticosamente di riassumere, tra le comprensibili diffidenze di chi è stanco di parole. «Anzitutto, già è vietato il conferimento a Valanghe d’inverno della frazione umida che causava puzza e percolato. Fine anche del costoso andirivieni di compattatori. Quindi solo frazione secca, che a sua volta avrà vita breve, perché c’è in corso una “manifestazione d’interesse” per portare i rifiuti secchi eccedenti all’estero; poi l’obbligo per l’Oikos di trasferire altrove, lontano dai centri abitati, la "tritovagliatura"; a breve non più frazione secca in discarica, gli impianti mottesi si troveranno a trattare solo gli inerti, fino alla copertura e chiusura. Si cambia rotta, nei prossimi giorni incontrerò l’Oikos e metteremo punti fermi, “inertizzazione” e niente più autorizzazioni Aia per il trattamento dei rifiuti non più previsti; e l’avvio della bonifica della vecchia Tiritì. Eliminiamo l'inquinamento a Motta. Avremo solo piccoli “valorizzatori” di liquefazione, non inceneritori, a bassissimo tasso di emissioni (il 70% in meno dei livelli europei) lontani dagli abitati e certamente non nel Catanese».

Alla fine il governatore promette che tornerà qui a metà gennaio, per verificare assieme lo stato delle cose ed il rispetto degli ulteriori impegni assunti.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
03/12/2016

tags: